Sofia Ravello ovvero il senso perfetto della parola: Meglio Senza

Musica

Fabrizio Basso

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Meglio Senza è il primo brano di Sofia Ravello, 21 anni, studentessa al St. Louis College of Music di Roma. E' uscito su Instagram e Soundcloud e lo troviamo anche su Spotify, ITunes, Apple Music, Amazon e Napster

(@BassoFabrizio)

A chi dice che gli italiani non leggono posso rispondere che è tendenzialmente vero. Ma ciò non significa che abbiamo perso il senso della parola. Sofia Ravello ha 21 anni ed è al secondo anno del corso di laurea in Musica Elettronica presso il St. Louis College of Music di Roma, intrapreso dopo la maturità classica. Ha pubblicato il singolo Meglio senza. Poche volte ho sentito un senso di proprietà del linguaggio, capace di esprimere tutti i tormenti della quarantena, in un'opera prima. Il brano è scritto da Sofia con la complicità dell’altrettanto giovane produttore Lorenzo Placidi (anch’egli studente della scuola St. Louis) per la creazione del beat e di Francesco Fedele, studente al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra, per la veste grafica dell’immagine di copertina, realizzata con l’editing professionale di Riccardo Bianchi di FramStudio.

A questo progetto Sofia sul tema dell’assenza e dell’isolamento Sofia pensava da tempo. Visto il momento alla creatività ha unito le risorse delle piattaforme e delle applicazioni disponibili on line durante tante e lunghe nottate trascorse in chat. Le idee di questa ragazza con una voce a tratti opulenta che vira verso il Blues, sono chiare: "Quello che mi auguro è approdare a un disco. Vorrei pubblicare un altro singolo a breve e quindi un ep di sei, sette canzoni. Mi ritengo una cantautrice e spero in futuro di arrivare al prodotto finito. Anche se non smetterò mai di confrontarmi con la realtà che mi circonda". Al momento  viaggiano con lei Lorenzo Placidi, Demetrio Schimicon Chimisso e Andrea Dreloa Giunta.

Racconta Sofia che Meglio senza "parla del modo di affrontare la solitudine e del rapporto con gli altri, un rapporto che talvolta non va come uno se lo aspetta". Seguendo il testo senti il dolore di essere soli e il confronto, il bene e il male in una stessa solitudine e il porsi in discussione: "Bisogna guardare in faccia le proprie paure, è una sfida che andrà avanti per tutta la vita. Personalmente posso dire che mi ha fatto bene tirare fuori i pensieri". L'iniziazione musicale di Sofia è iniziata "con la chitarra alle medie ed è stato il modo per scoprire questa passione. Prima avevo paura, ci vuole coraggio a tirare fuori se stessi e la propria voce. Ma da quando ho iniziato non sono più riuscita a fare altro. Oggi per capire se una idea germoglierà in canzone utilizzo il piano. I brani scaturiscono da una frase scritta sul cellulare o da conversazioni con amici".

Il valore della parola, mi dice Sofia, è dato dall'ascolto: "E' difficile entrare nel significato dell'ascolto. E' complicato entrare nell'artista. Io ci metto voce e melodie, scrivo quello che sono. Oggi sta tornando alto il valore del testo. La musica ne è un esempio incredibile. Penso a Mahmood. E se devo citare un esempio prendo la sua canzone Rapide". La capacità dialettica di questa giovane artista è favorita dal fatto che "alle piattaforme social tendo a preferire il faccia a faccia. Poi, ovviamente, vedo in modo positivo il fatto che i social mi portano a conoscere chi mi ascolta. E' un tramite tra me e loro. Ho appena iniziato questo progetto, sarà un processo lento e io devo sentirmi serena con me stessa". Nell'album potrebbe entrare un brano in inglese. A volte le arrivano basi più house e aggressive e quindi lo spiraglio c'è ma "la nostra lingua mi piace tantissimo. Scrivere in italiano può diventare scontato dunque ci vuole coraggio". Tra una idea e un'altra ascolta Etta James e il grande Blues, l'Indie e tantissimo pop italiano "soprattutto Daniele Silvestri".

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