Matteo Faustini (in)canta i Figli delle Favole

Musica

Fabrizio Basso

Matteo Faustini (foto di Marco Piraccini)
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Reduce dalla vittoria del Premio Lunezia per Sanremo per il valore musicale e letterario del brano in gara al 70° Festival di Sanremo Nel Bene e Nel Male, è uscito Figli delle Favole, il primo album di Matteo Faustini. L'INTERVISTA

(@BassoFabrizio)

Siamo più figli delle stelle o figli delle favole? Forse nei primi giorni di vita è l'empireo ha farci da guida ma poi arrivano le favole che ci accompagneranno per sempre. E le favole posso anche essere nere, parlare di bullismo, omofobia e razzismo. Ma hanno sempre, se non un lieto fine, una morale. Matteo Faustini ci ha creato un disco, il suo primo, quello d'esordio. Si intitola proprio Figli delle Favole. L'INTERVISTA.

Matteo credi ancora nelle favole?
Non colpevolizzo le favole, mi hanno più insegnato che illuso. Ho appreso tanto da quelle cassette e quei dvd che ho consumato. Mi piace utilizzare quelle metafore, è un modo per comunicare in modo universale. Veicolo così i messaggi nei quali credo.
Sindrome di Peter Pan?
Ho una paura di crescere che sto cercando di superare. Vorrei prendere il sorriso di quei bambini.
Citi anche Mary Poppins.
Sa entrare in profondità con leggerezza. E' la cosa migliore possibile.
Si, è Lei è dedicata alla musica.
Una canzone nata con urgenza, un sacco di persone la osannano, la utilizzano, le vogliono bene ma non le dedicano canzoni. Al pianoforte mi sono sentito un ingrato e ho scritto questo brano colmo di gratitudine.
C'è tanto amore nei tuoi testi.
Prima scrivevo quello che capitava poi mi sono detto che qualche bugia nella vita ci può stare ma non nella musica, lì devi raccontare la verità. A me risulta facile. La sola paura è essere giudicati.
Temi il giudizio?
Non la ho ancora superata: il giudizio rimarrà tra i miei punti deboli. Ho fatto tanta gavetta ma nessuno mi ha detto che faccio schifo. Dopo Sanremo me lo scrivono sui social, è stata la prima volta che mi è capitato.
E tu?
Quando leggo il negativo ci metto sempre meno tempo così ne vengo fuori prima.
Vorrei (La rabbia Soffice) è il brano più intimo, quello che incita ognuno a migliorarsi.
Tengo molto a questo brano, qui parlo di me. Ho disagi che mi fanno soffrire e per non soffrire utilizzo la musica. Ciò mi ha permesso di essere qui adesso.
Debellato il coronavirus saremo più umani?
Temo che si torni come prima. L'essere umano ha la memoria un po’ scarsa. Ma cerchiamo comunque di essere positivi.
Chiudi l'album con Lieto fine? C'è? Come possiamo stare bene?
Per stare bene dobbiamo essere completi da soli. Senza la dolce metà sono a metà? Bisogna essere uno e uno e stare bene con se stessi, perdonare i nostri demoni e curvare i nostri angoli.
I tuoi demoni come stanno?
Ogni tanto hanno il sopravvento ma cerco ogni volta di togliere loro un po' di energia e trasferirla a me. Sono fatto così, certe cose mi fanno venire il nervoso: se sei un egoista impegnati a migliorare e diventa un egoista accettabile.
Che succederà quando tutto questo sarà finito?
Prima cosa voglio realizzare il videoclip di Vorrei (La Rabbia Soffice). Poi via skype definiremo il tour acustico che spero parta tra giugno e luglio. A settembre il tour mondiale di Sanremo Giovani con la musica italiana e i nostri inediti. C'è tanto da fare nel mondo delle mie favole.

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