Le Fiabe Urbane di Cecilia Stallone raccontano la vita

Musica

Fabrizio Basso

Una raro caso in cui gli anni Novanta suonano moderni e non si ricerca un sound che ha oltre vent'anni. Sono le Fiabe Urbane di Cecilia Stallone. Ve le presentiamo

(@BassoFabrizio)

Ci sono volte in cui non servono domanda e risposta per entrare nei gangli di un progetto. Oggi gli anni Novanta sono molto di moda e vengono saccheggiati. C'è invece chi ci passeggia con originalità, con personalità. Si chiama Cecilia Stallone e col suo album Fiabe Urbane ci racconta un mondo attuale con sonorità che, pur pescando in quell'acquario meraviglioso che sono stati gli anni Novanta, è fresco e attuale. E', Fiabe Urbane, un album attuale, che scivola fuori dai stilemi che oggi fanno mainstream. E lo fa con signorilità: il groove è potente, il ritmo avvolgente, si respira black music dalla prima all'ultima nota. Il valore aggiunto è l'orecchiabilità. In alcuni momenti ho ripensato all'esperienza di Paolo Belli con i Ladri di Biciclette: tanta musica (suonata), originalità e un ritornello che accarezza i timpani e non se ne stacca più.

L'idea di fiaba viene destrutturato da Cecilia Stallone poiché nella storia inserisce elementi ruvidi, taglienti, quasi gotici. E' un album in chiaroscuro, non per il valore tutto cristallino, ma per il viaggio che compie che vede marciare di pari passo un clima fanciullesco con un altro indurito dalla vita. Muoversi tra le avversità è il must dell'album per questa trentenne milanese che non ha paura a essere provocatoria, aggressiva, che prende la vita con un cubo di Rubik e lo monta e smonta. Raramente i colori combaciano su tutte le facce ma è qui che l'asticella si alza. Troppo facile raccontare la vita in modo uniforme, stereotipato. Lei si sofferma sulle sfumature. E ci ricorda che le fiabe sono un patrimonio della tradizione orale e che sovente erano le donne a essere narratrici. E Cecilia ne ha raccolto l'eredità.

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