Se non è ambito come la vittoria finale poco ci manca. E' il Premio della Critica Mia Martini. Anche per questo riconoscimento i bookmaker concentrati su Sanremo 2020 fanno le loro proiezioni: le commentiamo
(@BassoFabrizio)
C'è chi lo ritiene più prestigioso rispetto alla vittoria finale. Per molti il Premio della Critica Mia Martini vale di più rispetto alla vittoria finale che ti fa entrare nell'albo d'oro del Festival di Sanremo e dunque nella storia. Io credo semplicemente che sia un premio diverso, un altro campionato, dove le logiche discografiche e radiofoniche vengono messe da parte per privilegiare il lavoro testuale e di tessitura musicale. E infatti se prendiamo come riferimento la Snai i favoriti sono Diodato e Rancore. Le quotazioni sono al 4,5 per cento. Anastasio, Tosca e Irene Grandi sono quelli che più li insidiano e lo dimostrano le percentuali che vanno dal 5,50 al 6,50. Per capire quanto la critica possa dividere, anche solo nelle previsioni, vi dico che in fondo alla graduatoria ci sono il tenebroso Riki e la discussa Elettra Lamborghini: una sua vittoria la Snai la quota a 75, roba che se investo 10 euro ti ci esce un bel weekend e se ne punti 100 ti potrai permettere una super vacanza al caldo. Magari ascoltando la sua canzone.
Se ripenso alle 24 canzoni in gara e devo fare una selezione ci inserisco senza dubbio Diodato e Rancore. E anche Anastasio, il quale è l'unico, a oggi, che ha messo tutti d'accordo sulla bontà del suo brano tranne, nella prima serata, la giuria demoscopica che lo ha piazzato all'ottavo posto. Scelta, a mio avviso, discutibile. Achille Lauro può ambire questo riconoscimento: nel suo testo arriva a citare anche Michelangelo e sul palco ha portato Giotto. Apro uno spiraglio a Giordana Angi che omaggia la mamma in modo non scontato e sa mettere in filigrana i sentimenti. Levante al momento è in gruppo ma è un attimo allungare la pedalata: la sua canzone ha una scrittura rara, attenta, precisa e con un non comune senso della metafora. Infine metto come outsider Raphael Gualazzi e il suo ritmo carioca, Tosca con i concetti universali e Irene Grandi che canta l'amore per la libertà.