Matteo Macchioni un viaggio nella musica sacra libero e moderno

Musica
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Matteo Macchioni, grazie al lavoro di Boutique Eventi e al supporto di alcuni partner, ha portato la musica in luoghi di culto. Abbiamo intervistato il tenore di Sassuolo, che è venuto a trovarci in redazione

(@BassoFabrizio)

E' diventato realtà un sogno lungamente coltivato dal tenore Matteo Macchioni. L’idea di esibirsi in un repertorio di musica sacra all’interno delle chiese d’Italia la coltivava da tempo. Poi grazie al lavoro di Boutique Eventi e al supporto dei partner è diventato possibile fare arte e musica in luoghi di culto, poterla proporre gratuitamente con alta qualità ed eccellenza artistica. Il prototipo di questi concerti è stato realizzato lo scorso anno a Carpi. Al suo fianco la pianista Mirca Rosciani, il soprano Francesca Tassinari e il violinista Gennaro Desiderio. Lo ho intervistato.

Matteo siamo sotto Natale...
E' una festa che io sento tantissimo, a livello di famiglia abbiamo sempre festeggiato insieme.
La tua dedizione allle feste ben si sposa col progetto di musica sacra.
Ho sempre amato il repertorio fin dai tempi dell’organetto. In questo caso ho proposto un concerto di musica sacra che va Mozart a Rossini. Dopo il debutto a Carpi, dove il Duomo si è riempito completamente, ci piaceva l’idea di riportare questo spettacolo nelle chiese.
Un mini tour di quattro date.
Ho deciso di cercare una serialità, ho ampliato gli orizzonti. C'è stata una larga adesione di pubblico, amplieremo l’offerta.
Ha una dedica speciale.
Ho pensato di dedicarlo a Maria come nome, Vado dalla musica sacra alla Maria di West Side Story.
Divagazioni?
Qualche piccolo libertà me la sono concessa. C'è Astro del cielo in tre lingue diverse. Poi c'è il Panis Angelicus.
Un lavoro importante.
Al mio fianco si sono tutti grandi professionisti.
Cominci a conquistare l'Italia?
Il mio lavoro è al 75 per cento all'estero. Se capiterà di avere proposte in Italia non ci tireremo indietro.
Va anche detto che dalla stagione operistica all'Arena di Verona al Festival pucciniano di Torre del Lago fino alle serate che Andrea Bocelli organizzat a Lajatico nel Teatro del Silenzio, il pubblico è soprattutto straniero.
Avere un pubblico internazionale aiuta. E’ un elemento importante, è un valore aggiunto. Lo ritengo una cosa fondamentale. Anche per noi artisti. L'esterofilia c’è anche dal nostro lato.
Ci sono due compositori cui ti senti legato in modo particolare?
Dal punto di vista operistico senza dubbio Rossini, è colui che mi ha aperto i teatri. Il debutto è legato a Donizetti.
Prossimo impegno?
In Russia alla Conservatorio Tchaikovsky di Mosca con altri due tenori e l'orchestra sinfonica. Proporremo un repertorio operistico in ambito lirico seppur non prettamente operistico.
Natale in famiglia come ci siamo detti?
Certo. A Sassuolo.
Come ti vivono?
Come uno di loro.
E poi?
Dopo la Russia andrò a Copenaghen e poi ho progetti in agenda fino al 2021.

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