Hannah Williams e sarà in Italia in concerto, fortemente e saggiamente voluta da Barley Arts, per tre date: stasera, giovedì 28 novembre allo Spazio211 di Torino; venerdì 29 novembre al Locomotiv Club di Bologna; sabato 30 novembre al Biko di Milano. L'INTERVISTA
(@BassoFabrizio)
E' il gioco delle tre tavolette. Ti aspetti il pop e invece sali sull'ottovolante della musica, dove non c'è un genere ma c'è una poetica ampia e affascinante. lei si chiama Hannah Williams e sarà in Italia in concerto, fortemente e saggiamente voluta da Barley Arts, per tre date: stasera, giovedì 28 novembre allo Spazio211 di Torino; venerdì 29 novembre al Locomotiv Club di Bologna; sabato 30 novembre al Biko di Milano. La ho intervistata a ridosso del primo live, quello a Torino.
I tuoi concerti sono famosi per come trasmettono emozioni: come li prepari?
Gran parte della performance per tutti noi è un continuo ricambio di energia tra la band e i fan. Ci nutriamo di ciò che il pubblico ci offre. E non c'è modo di prepararsi per questo. Noi creiamo energia, da sotto il palco la riceviamo: la somma di questi due fattori è fantastica.
Le tue canzoni sembrano fotografie: anche il concerto sarà come sfogliare un album?
Sì. Le canzoni sono come ricordi distillati che portiamo in viaggio con noi. Ed è pazzo pensare a ciò se molte persone ascoltano queste canzoni per la prima volta. Quindi dobbiamo esserne consapevoli e dare a ciascuno la miglior performance possibile. La cosa bella è che nuovi ricordi si generano a ogni concerto. Sono come fotografie, ma fotografie che si trasformano continuamente.
Il titolo dell'album arriva dagli anni Cinquanta, dalla storia di una donna che si vendica del marito traditore e ci sono di mezzo alieni e alcol: perché hai scelto quel titolo?
Alieni e alcol! È una lotta per tutti noi. Perché siamo qui? Perché beviamo sempre? È dura haha. La canzone stessa proviene da un poster che ho visto per un film. Ho iniziato a pensare che abbiamo bisogno di una melodia che mostri direttamente il potere di Hannah, come icona femminile, e non sono riuscita a farmi l'idea che Hannah canti essendo molto più alta di me. La canzone è uscita ad alta voce, quasi punk: è uscita dall'album, ha creato immagini e così è diventata il titolo dell'album.
Quel titolo è anche accettazione: tu sei in pace con te stessa?
Sì. L'album parla di accettazione. E sull'agire in circostanze che spesso lo sono fuori dal nostro controllo. Il focus dell'album è potenziare l'ascoltatore e cerchiamo di raggiungere questo obiettivo rivelando vulnerabilità e punti di forza.
Siete inglesi ma molto influenzati dalla musica americana: questo mix contribuisce a rendervi riconoscibili, che oggi non è facile: bella soddisfazione vero?
In qualche modo forse ma nonostante ciò abbiamo sempre cercato e cercato l'originalità. Per comunicare l'imitazione di una influenza è essenziale: quello che conta davvero è che la musica contenga verità.
I fan italiani avranno il privilegio di ascoltare qualche inedito?
Stiamo promuovendo 50ft Woman, quindi lo eseguiremo nella sua interezza; come proporremo le nostre canzoni preferite da Late Nights and Heartbreak. Ma un'esibizione dal vivo ha una energia speciale per noi, quindi dovrai venire a vederci perché ogni volta cambiamo qualcosa!
Avete collaborato con tanti artisti: ce ne è uno italiano col quale collaborereste?
Andiamo secchi: Calibro 35, Adriano Celentano ed Ennio Morricone.