Il senso di Piazza Liberty per la musica? Il morso gioioso di Apple

Musica

Fabrizio Basso

Remo Anzovino
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Con Ludovico Einaudi termina, per ora (si spera), il fantastico viaggio di Apple che, una volta al mese, ha cambiato il volto e la poesia di Piazzetta Liberty a Milano per avvolgerla nella sua musica. Un po' di storia

(@BassoFabrizio)

Cogli la prima mela e mordila. Basta un morso, il primo, e dal frutto uscirà la bella musica. In Piazzetta Liberty, a Milano, Apple, dalla scorsa primavera, ha steso, una volta al mese, un lenzuolo di note. Spesso, oggi, si dice, che chi è grande ama giocare facile, che non ha convenienza ha scoprire il nuovo perché non sposta il bilancino da nessuna parte. Apple non è grande, è di più. Eppure con Apple Music Live Piazzetta Liberty ha dimostrato di avere lo sguardo non sulle classifiche ma nel caleidoscopio del cuore. Tutti gli artisti che sono stati ospiti in Piazzetta Liberty sono stati accolti col medesimo entusiasmo. Nessuna attenzione in più perché qualcuno è più popolare di altri. Utilizzando la gradinata che conduce allo store da marzo a ottobre 2019 ci si è divertiti. Ho assistito a quasi tutti i live. Se c'è qualche scettico il consiglio è di andare a curiosare su Apple Music dove è possibile rivivere quei momenti irripetibili. E' vero che tranne Daniele Silvestri che ha sforato la durata di ogni live si aggirava sui trenta minuti: ma quando c'è l'anima può bastare una canzone ad accarezzare i pensieri.

Il primo è stato Marco Mengoni ha ad apparire in quel luogo che, a secondo della visuale, può essere un anfiteatro, una accogliente ostrica, la scala che ha fatto la storia dell'avanspettacolo o anche, per un senso innato di cultura, la scala del labirinto de Il Nome della rosa. Con la differenza che passiamo dall'opificio di sapienza di Guglielmo da Baskerville all'opificio di musica di Apple da Cupertino. Dopo di lui ecco Gazzelle accompagnato da un violino e violoncello che hanno reso il suo live intimo. E dire intimo è ecumenico in questo caso. Sia chiaro quando dico intimo non intendo per privilegiati poiché chiunque può prenotarsi fino a esaurimento posti intendo per l'atmosfera. Ho ancora negli occhi lo stupore di Gazzelle quando ha visto il fronte del pubblico a un metro da lui. La serata che forse ho più amato è quella del 16 maggio, la serata dei pianisti. Tanti amici in Piazzetta Liberty: in primis Remo Anzovino e poi Roberta Di Mario, Davide Dileo Boosta e Dardust. Il recordman con 13 canzoni è Daniele Silvestri: un trascinatore, un artista che riuscirebbe a emozionare anche con uno stranuto. Ha chiuso la sua esibizione con salirò che di fronte a quella gradinata ha assunto un significato speciale. Incursione all'estero, con la complicità di UpNextLive, con Bud Bunny. L'estate è passata ma non in Piazzetta Liberty dove Apple osa con quella folle, pazza accoppiata che si chiama Gemitaiz&Madman che ovunque appaiono, e stavolta non ha fatto eccezione, fanno levare al cielo le gambe a colpi di extrabeat serrati e rime taglienti. Ed eccoci a Ultimo (l'album live è in preparazione) che si è concesso una serata da solo al pianoforte: otto canzoni scelte nel suo repertorio, canzoni che sembrano fotografie tanta è la potenza del racconto. Si chiude con Ludovico Einaudi il 24 ottobre. E ve ne parlerò. Ma quello che posso dire già ora, che ho già detto, che ho raccontato a tanti amici è che, secondo me, quelli di Apple, hanno nascosto in un angolo della piazza la Fata Turchina: perché quando sei lì tutto si trasforma e il mondo sembra lontanissimo.

 

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