Locus Festival, c’è Giorgio Poi l’Ulisse delle parole

Musica

Fabrizio Basso

Giorgio Poi durante il soundcheck
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Il caldo non frena la poesia in musica. Oltre trecento persone, a temperature sahariane, sono pronte per i live di Margherita Vicario, Giorgio Poi e Calcutta al Locus Festival. Aspettando i live ho incontrato, poco prima del soundcheck, Giorgio Poi

(@BassoFabrizio
Inviato a Locorotondo)


La scoperta è che c’è uno Smog non inquinante. Ed è una coperta che scalda le nostre coscienze. A rimboccarcela è Giorgio Poi con la sue parole ricercate, con una ironia non usuale. E’, questa sera, protagonista sul palco del Locus Festival a Locorotondo. Prima di lui si esibisce Margherita Vicario, dopo di lui arriva Calcutta. In questo sabato ribollente lo ho incontrato poco prima del soundcheck. Canterà brani del suo ultimo album Smog e farà qualche incursione nel precedente Fa Niente.

Giorgio cosa è cambiato tra il primo e il secondo album?
Il primo è andato bene, mi ha dato soddisfazioni anche perché è stato fatto un po’ al buio cercando di creare un progetto sostenibile, suonabile in tre. Con Smog questo ho aggiunto molto nell’arrangiamento e sapevo di potere avere una persona in più sul palco. E’ più strutturato e portarlo in giro è fantastico.
Quando componi ti domandi come le tue parole verranno recepite dal pubblico?
Al momento della scrittura non penso alle reazioni, penso per me, al messaggio che desidero trasmettere. Le mie canzoni, come tutte le altre, sono interpretabili, per alcuni incomprensibili. Questa libertà di interpretazione è applicabile a tutto.
Pensi che la tua scrittura potrà avere altri sviluppi?
Mi piace molto leggere, mi diverto  a scrivere. Quando non ce la farò più ad andare a suonare mi metterò a scrivere.
Ti senti l’Ulisse delle parole?
In un certo senso. Mi piace affrontare terre inesplorate, spesso basta una parola perché nasca una canzone.
I cantautori degli anni Sessanta ci hanno raccontato di poter cambiare il mondo con la musica: secondo te ci hanno venduto una illusione?
Non sono d’accordo con la premessa. Bob Dylan non voleva mandare un messaggio né educare le coscienze, scriveva come se lo sentiva. Se una canzone assume un significato per le masse, quando parte non è più controllabile l’effetto che ha.
Ti emoziona vedere il pubblico che condivide le tue canzoni?
Sono contento se cantano insieme a me. Non sono tra i più cantabili, sono difficili da ricordare certe mie parole. Per cui non ci rimango male se il pubblico sta guardare e basta.
Tornando a Bob Dylan lui stravolge le sue canzoni, spiazza i fan.
Lui non vuole che il pubblico canti con lui. E’ una scelta sua come quella di stravolgere le sue canzoni.
Condividi?
Riconosco che ogni volta sembra di ascoltare un brano nuovo. Lui non vuole fossilizzarle, vuole tenerle vive.
Una tua canzone è Vinavil: se potessi incollare qualcosa nell’Italia di oggi?
Il rispetto per chi ha fatto un percorso e si è specializzato, rivaluterei chi è bravo. Non è vero che qualunque opinione ha lo stesso peso: se una opinione mi arriva da un esperto vale più della mia e della tua.
Da qui a fine anno che farai?
Mi cimenterò in una nuova forma musicale, di più non posso dirti.
Nessuna pausa?
Se mi fermo dopo un po’ mi annoio. Rimettere a scrivere.
Pronto per portare il tuo Smog al Locus Festival?
Entusiasta. Ma va anche detto che Il periodo di questo di questo disco è quando lo scritto dunque sto suonando le mie vecchie canzoni. Ulisse va avanti.

Prossime date dello Smog Tour

11 agosto - Roccadaspide (SA), Festival dell’Aspide
16 agosto - Termoli (CB), Musurplage - Musique Sur La Plage
17 agosto - Livorno, Baciami Festival
22 agosto - Fabro Scalo (TR), Radical Sheep Music Festival
24 agosto - Taranto, Onde Festival
15 settembre - Bologna, Tutto Molto Bello

11 ottobre 2019 Roma Spring Attitude Festival
22 novembre 2019 Milano Linecheck

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