PFM e Cristiano De André, una notte in Arena per Fabrizio

Musica

Fabrizio Basso

Cristiano De André tra Franz Di Cioccio e Patrick Djivas, rispettivamente batterista e bassista della PFM
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Un appuntamento unico. La data è il 29 luglio. Il luogo l'Arena di Verona. Si troveranno sul palco PFM - Premiata Forneria Marconi e Cristiano De André: insieme Cantano Fabrizio. Vi anticipo cosa accadrà

(@BassoFabrizio)

Non c'è una età per amare Fabrizio De Andrè. Tutt'al più c'è un periodo. Chi ama quello chansonnier delle origini, chi il mistico ribelle de La Buona Novella, chi l'estremista di Storia di un impiegato, chi quello degli amori tristi e del Tutti morimmo a stento, chi quel capolavoro mediterraneo che fu, è Creuza de Ma, chi quello che ha riletto Edgar Lee Masters, chi ama l'uomo, sempre dalla parte dei vinti, amico di Nanda Pivano, Alda Merini e Don Gallo. Tutti portano nell'anima un po' di Faber. Ora a quarant'anni dal leggendario tour con la PFM, da cui è stato tratto un doppio disco dal vivo, quella favola umana che popola le sue canzoni rivive in una lunga notte all'Arena di Verona il 29 luglio. Sul palco oltre alla Premiata Forneria Marconi anche Cristiano De Andrè. Si ritroveranno sul palco, per tre atti unici, il progetto Anniversary della PFM, la rilettura de La Buona Novella di Cristiano De André e poi una terza parte con tutti sul palco. Ne ho parlato con i protagonisti.

L'emozione vi avvolge già come una aureola.
PFM: E' grande la gioia di rifare un concerto con gli arrangiamenti di 40 anni fa. Preparandolo abbiamo risentito le stesse emozioni, non è stato facile ricreare quell’atmosfera: tanta musica suonata con leggerezza e gioia. Non è il problema la struttura musicale ma come la suoni.
Per altro tutto fu studiato ad hoc per quel tour.
PFM: Fabrizio fece canzoni che non potevi cambiare una parola né una virgola e noi non abbiamo fatto arrangiamenti che non puoi cambiare nulla.
Il momento più alto sarà l’Arena di Verona il 29 luglio.
PFM: I primi ricordi sono per l’Opera e ripetersi un giorno suoneremo qui. E’ un evento questo che è uscito in corso d’opera: il nostro progetto Anniversary era partito per un massimo di 15 teatri e in poco tempo sono diventati 60. Sono tutti praticamente sold out, ricchi di partecipazione.
C'è spesso un pubblico giovane.
PFM: Ci sono ragazzi in prima fila che non sbagliano una parola, questa è la ciliegina sulla torta. Cristiano all’epoca del tour con fabrizio aveva le braghe corte. Questo connubio creerà emozioni pazzesche. Abbiamo anche proceduto diversamente negli arrangiamenti perché Fabrizio non si decideva se fare il tour e quindi abbiamo dovuto recuperare tempo. Questo ha permesso di dare al tour arie molto varie.
Sono anche i 40 anni di avvicinamento di Cristiano al violino.
Cristiano De André: Grazie a Lucio Violino Fabbri. Mi ha affascinato in quel tour e ho deciso di iscrivermi al conservatorio per fare Zirichiltaggia come lui. Mio padre non voleva perché pensava la strada dura che avrei fatto, forse mi voleva veterinario per far partorire le mucche visto che aveva già la tenuta in Sardegna. Per fortuna lo ho fatto, oggi se no non saprei ancora cosa fare.
L'incontro con Faber?
PFM: Nel 1970 partecipammo alla Buona Novella e ci chiamavamo ancora i Quelli. Però sapevamo suonare sugli altri, eravamo session men ed era la sola cosa che ci permetteva di fare i musicisti e lasciare la scuola. Lui era borghese, visionario e ribelle. Tutti i giorni andava alla Biblioteca Sormani a studiare i Vangeli apocrifi. Fa un disco assolutamente rivoluzionario.
Poi che è successo?
PFM: Nel 1978 suoniamo a Nuoro e Fabrizio, senza patente, convince un pastore a farsi portare al concerto. Il giorno dopo ci invita nella sua tenuta. Facevamo un rock che era già jazz, eravamo reduci da un tour negli Usa con Creedence Clearwater Revival e Frank Zappa. Dopo una damigiana di Vermentino, droga libera in Sardegna, gli faccio la mia proposta. Lui, ostinato e contrario, è stato l’unico a misurarsi con un gruppo fuori dalla norma. Per noi fare un disco e già guardare al prossimo, ognuno è diverso dal precedente. In tour siamo in nove e non c’è una base e tutto è fatto rigorosamente a mano: siamo la vera band dove si cambiano gli strumenti. La serata verrà ripresa, ci sarà una testimonianza.
Perché Fabrizio è amato dai giovani di oggi?
Cristiano De André: Mio padre era di una coerenza incredibile, sempre dalla parte dei più deboli. Anche nei cambiamenti ha sempre indicato una strada con uno sbocco per tutti. Mai un inciampo, mai un compromesso. Questo ne ha dato una immagine molto forte e viene capita dai giovani che vogliono andare oltre la moda e facebook.
Dori Ghezzi sarà in Arena?
Cristiano De André: Certo, abbiamo il patrocinio morale della fondazione.
Canzoni preferite, anticipazioni sulla serata?
PFM e Cristiano De André: Difficile fare un elenco, possiamo dire La canzone di Marinella, Un giudice, Amico fragile, Giugno 73 e La canzone del padre. La scaletta sarà fatta in base a quelli che più ci emozionano. Sarà bello vedere la gente che si alza in piedi. Ci sarà il blocco di Storia di un impiegato poi PFM fa la sua parte e quindi un finale lungo insieme. Fabrizio è sul palco con noi.
Cristiano la voce è uguale a quella di tuo padre.
Cristiano De André: Una manciata di cromosomi di mio padre la ho, anche nella voce.
Pensate di andare all'estero con questo progetto?
Cristiano De André: Bisognerebbe prima fare un processo conoscitivo su mio padre prima affrontare gli Stati Uniti. Leonard Cohen lo conoscevano in pochi e quei pochi lo hanno trasmesso ai tanti. Magari Bob Dylan traducesse due suoi testi…allora sì che potremmo ragionare sulla traversata dell'Atlantico.
Nasceranno lavori inediti da questo sodalizio?
PFM e Cristiano De André: Quien sabe.

 

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