Ligabue, schiaccia Start e riaccende il cuore e il rock

Musica

Fabrizio Basso

La prova generale dello Start Tour 2019 di Luciano Ligabue (foto di Jarno Iotti)
1_LIGABUE_credito_JARNO_IOTTI

Serata speciale per Luciano Ligabue che presenta lo Start Tour 2019 con un concerto per duecento persone: "La prova generale più divertente di sempre", dice. Il debutto negli stadi sarà il 14 giugno a Bari. Vi racconto la bellezza che vi attende

(@BassoFabrizio
Inviato a Reggio Emilia)


Tutto in una frase: “Le prove generali più divertenti che abbiamo mai fatto”. Luciano Ligabue saluta così le circa duecento privilegiate persone che hanno assistito sabato 8 giugno, nella zona fieristica di Reggio Emilia, alle prove generali dello Start Tour 2019 che debutterà il 14 giugno a Bari e che terminerà il 12 luglio allo Stadio Olimpico di Roma per un totale di nove date. Due blocchi di sedie, quelle per gli amici e quelle per i giornalisti invitati e di fronte l’immenso palco di 58 metri incoronato da sette videwall di misura decrescente. Vi assicuro che la compostezza è durata non più di tre brani perché poi la gente ha iniziato ad alzarsi e ballare fino a un finale dopo tutti erano anarchicamente sotto il palco. Lui è arrivato, accompagnato dal fedele Luca Guerra pochi minuti prima delle 21. Già schierati il suo amico-manager Claudio Maioli, la band (Max Cottafavi, Luciano Luisi, Federico Poggipollini, Davide Pezzin e Ivano Zanotti), il fotografo Jarno Iotti, il responsabile della comunicazione Riccardo Vitanza con suo impeccabile team e tutte quelle persone oscure senza le quali quelle magie che si chiamano concerti non sarebbero possibili.

Uno spicchio di luna sorride dall’alto alla serata. Il cielo è blu cobalto quando l’impianto audio di ultima generazione, capace di una potenza fino a un milione di watt, annuncia che la festa comincia con Polvere di Stelle e sugli schermi si ricrea la via Lattea. Po appare lui, il Liga, che sembra uscite dalle pagine di un romanzo di Michael Punke. Con Ancora noi la grafica riproduce i simboli che troviamo sui telecomandi e sul finale scherza additando tutti “i portoghesi che hanno occupato le sedie”. Un sorriso, un applauso divertito ed ecco A modo tuo in versione molto lenta e rappresentata da decine di mani che si stringono, una dimensione tattile affascinante, una batteria straordinaria per parole quali “sarà difficile chiederti scusa per un mondo che è quel che è”. Con Si viene e si va per la prima volta percorre una delle due passerelle che negli stadi lo porteranno in mezzo ai fan. I video mostrano la band in azione, una tematica costante del concerto. E io apprezzo: tutti cercano di stupire mentre Ligabue sceglie la normalità. Ancora un tuffo in una via Lattea virtuale, ma che sembra vera, per Quella che non sei che recita profeticamente “ti ho vista già in mezzo a tutte le tue scuse”. Ligabue sul palco, e sui videowall, è un gigante ci fa scatenare con Balliamo sul mondo, dove si vede netta quella L che è sugli scherni e che può essere vista come un 7 rovesciato, suo numero totemico.

Il ritmo scende, la band sparisce e Ligabue arriva sul fronte del palco per un medley chitarra e voce. E’ trobadorico, un menestrello triste (sorriderà poco in tutta la serata, ndr) che sintetizza in un intelligente intarsio sonoro e vocale L’amore conta, Sogni di Rock’n’Roll, Il giorno di dolore che una ha, Tu sei lei e Un colpo all’anima e, pescando nella poetica della via Emilia, parole quali “brindiamo alla nostra o brindiamo a chi vuoi” e “Quando tutte le parole sai che non ti servono più”. E’ proprio un colpo all’anima perché il collage emotivo non manca di alcun tassello. Sulle note proprio di Un colpo all’anima rientra la band che ci riversa una scarica di elettricità con Bambolina e Barracuda che incalza con “adesso devo proprio andare”. Una delle mie preferite è La cattiva compagnia dall’ultimo album Start e la violenza di concetti quali “ci si fa troppo male dentro troppa verità”. La finestra ecologica arriva con Non è tempo per noi accompagnata da un countdown apocalittico che sottolinea che non abbiamo più molto tempo per garantire un futuro all’umanità anche perché, e non è solo una questione ambientale ma anche personale “ci han concesso solo una vita”. Immagini Sixties fanno da sfondo a Marlon Brando è sempre lui e mi fanno pensare che c’è davvero stata un’epoca in cui sognare non era una utopia. Le Luci d’America illuminano il palco come quelle di New York per poi tornare in quella che è la normalità con Mai dire mai che declina le dinamiche dello stare insieme “la volta che non sono più partito, la prima doccia insieme, il primo scazzo”.

Il secondo medley coinvolge tutta la band e comprende Vivo morto o X, Eri bellissima, Il giorno dei giorni, L'odore del sesso, I ragazzi sono in giro, Libera Nos a Malo e Il meglio deve ancora venire. Si accendono le lampadine della vita in Vita morte e miracoli e poi ecco una iniezione di fiducia verso il futurro accompagnata da immagini psichedeliche in Niente paura. Il momento più atteso si chiama Certe notti proprio quelle che o "sei sveglio o non sarai sveglio mai": l'esecuzione è di una delicatezza da brividi. Emoticon e impronta videogame per A che ora è la fine del mondo mentre il brano finale, Tra palco e realtà, è da antologia del Rock ed evidenzia un Fede Poggipollini spettacolare. Sarebbe il momento dei bis. Ma essendo una prova generale non c'è bisogna che Ligabue esca e attenda di essere richiamato: semplicemente ci chiede di chiedere il bis...eseguiamo su una schermo di stelle e luccichii si appoggiano le note e le parole di Certe donne brillano. Un ballo sinuoso sui videowall, le danzatrici di Degas ma stilizzate, sono per Piccola stella senza cielo, alla fine della quale Luciano si siede e finalmente il volto è disteso e rilassato. Sa che ha vinto (anche) questa sfida. Indossa una chitarra gialla e saluta il suo piccolo privilegiato esercito con Urlando contro il cielo ricordando che "certe luci non si spengono".

Spettacolo: Per te