Anna Tatangelo, la fortuna sia con me: un viaggio nel meta-messaggio dell'amore

Musica

Fabrizio Basso

Anna Tatangelo (foto di Cosimo Buccolieri)
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Un nuovo disco e un tour per Anna Tatangelo. Si intitola La fortuna sia con me e racconta di come si passeggia tra le difficoltà dell'amore. Chiude l'album la poetica Amami domani che apre un nuovo orizzonte a occhi che cercano trasparenza. L'INTERVISTA

(@BassoFabrizio)

Un titolo che è una profezia. Doppiamente fragili significa, con un po' più di esperienza, triplamente forti. Anna Tatangelo con quella canzone ha vinto a Sanremo nel 2002 e oggi si ritrova più forte e consapevole, più serena a cantare La Fortuna sia con Me, il nuovo disco che arriva quattro anni dopo Libera. Si è affida ad autori diversi, per storia e forma, eppure è riuscita a comporre un album armonico che diffonde energia. Bisogna ascoltarlo con attenzione, assorbirne le parole, coglierne le sfumature dei tempi verbali e fatto ciò cogliere il messaggio (e anche il metà-messaggio cui si può rispondere) ed esci dalla dimensione temporale. La tua rabbia può essere figlia di un percorso di mesi come di anni, fiammata finale di un'epoca bellissima, alimentata dalla cecità che non ti ha fatto leggere segnali evidenti, ma non appena comprenderai che ci sarà sempre un Amami Domani (per altro firmata dal mio amico Giovanni Caccamo) ritroverai il sorriso. E, sia chiara la filosofia: amami domani non significa un nuovo amore bensì riprendere possesso di se stessi dopo vuoti di parole, alibi mascherati col sorriso e quando lasci che l'imbarazzo sconfigga il nonostante tutto e tutti che hai creduto (o forse ti hanno fatto credere) un comandamento fino a pochi giorni prima.

Anna finalmente in tour.
Sì. Questa è solo una prima parte. Ci saranno altri appuntamenti estivi.
Ci racconti il concerto?
Si parte da Doppiamente fragili del 2002 e si risale il tempo fino ai brani più recenti. Seguo un ordine cronologico e tutti i brani sono riarrangiati. Ci tengo che vengano vissuti come una festa. Ogni data avrò ospiti.
So che a Milano tra gli altri ci sarà Achille Lauro.
Con lui e Boss Doms abbiamo rifatto Ragazza di Periferia. E' stato bellissimo, la nostra esperienza insieme avrà altri capitoli. In queste collaborazioni c'è una visione di come dovrebbe la musica in Italia.
Invece non va?
Cerchiamo il meglio dall'estero e non osiamo azzardare.
In Italia è difficile collaborare, spesso le case discografiche sono gelose.
Dissento. E' la scusante più diffusa. Io sono per la chiamata diretta. Se i due artisti sono d'accordo, poi i dettagli si aggiustano.
Ha scelto di affidarsi a più autori.
Con alcuni, tipo Federica Camba, avevo già lavorato, con i nuovi ci siamo annusati. Bisogna piacersi. Giovanni Caccamo, che è autore di tre canzoni, è forse il più diretto nei testi. Ho scelto con calma e attenzione, ho atteso quattro anni per farlo uscire.
Cosa è la musica per te?
Un'ancora. Soprattutto in momenti particolari della vita.
Le sue canzoni sembra che respirino.
Dentro c'è l'anima e l'anima di oggi è diversa da quella in cui sono nati i brani.
L'amore che racconta è tormentato. Ma è vero.
Bisogna sapersi leggere. Le nostre anime di notte, il brano che ho portato a Sanremo lo scorso febbraio, racconta di un amore che non tornerà più come prima.
La capacità di reiventarsi. Scrollarsi di dosso quella ghigliottina chiamata paura del giudizio e ripartire. Ne L'attesa parli del prezzo da pagare per la felicità.
La ho vissuta sulla mia pelle. E' una delle canzoni più personali.
Chiudiamo con Amami Domani ovvero con la rinascita della speranza.
Non a caso è il brano che chiude l'album. Lì c'è tanto della mia vita, c'è il passaggio attraverso le difficoltà. Racconta degli istanti di apnea che spesso viviamo, nell’attesa di ossigeno e chiarezza. Racconta l’incapacità di aprirci alle relazioni quando dentro di noi qualcosa è fuori posto.
E magari ce lo ha messo quello che è fuori e non dovrebbe né condizionare né intromettersi. Ma chi lo subisce è doppiamente colpevole. Come vivi il tempo?
Ho cambiato molto la mia relazione con lui. Oggi vivo ogni appuntamento con la stessa importanza, ho una agenda ma non mi mette ansia. Una volta, quando avevo vent'anni non mi godevo il momento perché pensavo a domani ora sono allineata nel carpe diem.
Come ti definisci?
Ora che sono grande...riflessiva.




 

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