Love and Peace, Vandelli-Shapiro portano le emozioni in tour

Musica

Fabrizio Basso

vandelli-shapiro

Una coppia strana, che si è sempre sfiorata ma mai frequentata. Sono Shel Shapiro e Maurizio Vandelli e si mettono in gioco declinando oltre 50 anni di emozioni. Il progetto Shapiro-Vandelli è un disco, Love and Peace, e un tour. Li abbiamo intervistati

(@BassoFabrizio)

Non dicono mai la stessa cosa, si conoscono ma non ci conoscono, non si sono mai frequentati quindi si prevede un tour meraviglioso. La strana coppia del rock, anzi due bestie differenti come si definiscono, è Maurizio Vandelli e Shel Shapiro. Pubblicano il disco Love and Peace che raduna i loro successi e poi lo portano in tour “con la presunzione di mostrare qualcosa che forse non si è mai visto”. Adorano le avventure artistiche. Sono bravi e con energia molto positiva. Affrontano il loro repertorio col desiderio di rivedere delle cose e anche delle posizioni.

Titolo impegnativo Love and Peace.
La nostra storia nasce in quel periodo, col flower power, i movimenti di pacifismo, i movimenti San Francisco.
Cosa rappresenta oggi?
oggi è un segno importante. Servono segni di solidità e non di rifiuto. Bisogna abbracciare il mondo se non finiamo senza love né peace.
Live si sentirà?
Il nostro concerto ne terrà sempre conto.
Come lo vivete?
Siamo noi due love and peace, ci sforziamo di diventare amici. Intanto abbiamo iniziato a telefonarci.
Divertente il progetto?
Molto, scambiarci le canzoni. Ci siamo commossi in alcuni momenti. E’ emozione vera, il nostro è un recupero di emozioni.
Vanno però condivise.
La gente vuole partecipare alle emozioni. E il nostro dovere è emozionare il prossimo.
La scelta delle canzoni?
I mastodonti non potevano non esserci. Il finale in inglese è bellissima e dire che nasce come un brano religioso. Voi ci tirate su è un ringraziamento.
Le vostre canzoni sono anche fenomeni di costume.
Le parole che cantavamo oltre 50 anni fa hanno ancora un valore oggi. Cambiamo tanti governi, arriva la tv a colori, arriva internet, senti una cosa nata quando c’era solo un canale e capisci che è valido ancora oggi. La difficoltà è stata prendere queste parole e dargli un valore emozionale senza tradire le origini.
Ne siete consci?
Nessuno di noi forse all’epoca si rendeva conto del peso di quelle parole. Oggi prenderne consapevolezza è una scoperta già per noi. Spero per tutti.
Nel live ci saranno anche aneddoti?
Ci racconteremo, parleremo tra noi e ci prenderemo in giro. Ma non sarà un concerto di chiacchiere, sarà una serata di musica con immagini, suoni, luci. Grande potere alla musica. Poi è chiaro che certe cose non possiamo non dirle: ma non è prosa con musica, è musica con qualche racconto breve.
Avete inediti?
Abbiamo registrato delle cose. Ma poi l’operazione è riprendere il nostro passato. Dobbiamo stabilire chi siamo. Poi da qui in avanti ogni opzione diventa lecita.
Paure?
No, ma non volevamo essere giudicati sull’inedito. Vogliamo far conoscere le nostre canzoni, alcune ancora molto valide. Un colore unico. Farci giudicare da un inedito non ci sembrava giusta.
Ospiti sul palco?
No, non è previsto. Da un senso di insicurezza. A tutti i costi un ospite non è necessario, noi siamo forti.
Che pubblico vi aspettate?
Con i riflettori in faccia non li vedremo, speriamo di qualsiasi tipo, che si portino i nipotini. Anche se ci aspettiamo dai 50 in su, fiduciosi di vedere dei giovanotti. Sarebbe però creare un ponte tra noi e i ragazzi. Proporremo circa 30 canzoni. Ma i giovani non vanno forzati, devono arrivare spontaneamente. Quello che possiamo dire che i giovani che ci vengono ad ascoltare si divertono.
Perché dovrebbero venire?
Per il messaggio importante, un messaggio sociale per combattere i tentativi di divisone in atto ogni giorno.
Chi vi piace?
Maneskin, The Kolors. Bello vedere giovani che si comportano da rockstar. Poi Thegiornalisti. C’è bella musica in giro.
Rimpianti?
Qualcuno c’è. Se non ne hai non ne hai vissuto. Ci sono momenti molto fortunati, altri in cui abbiamo speso energie in progetti artistici che non sono decollati. Ma quando ci guardiamo allo specchio le nostre rughe hanno un valore.
Perché continuare?
Per capirlo bisogna salire su un palco. E vivere quelle emozioni straordinarie

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