Gazzelle, un superbattito d'amore che pulsa nei sold out

Musica

Fabrizio Basso

gazzelle

Si chiama Superbattito il progetto solista di GAZZELLE: un esordio dove si declina l’amore nella sua accezione più profonda e in cui le emozioni sono le vere protagoniste, in tutte le possibili sfaccettature. Intanto la data di marzo a Roma è sold out e ne è stata quindi fissata una seconda. Anche Milano vicino al tutto esaurito. Lo abbiamo incontrato e intervistato

(@BassoFabrizio)

Il ritmo è quello bellissimo e tranquillizzante dei sold out. L’artista romano Gazzelle registra il tutto esaurito per il concerto romano all’Atlantico Live il 16 marzo. A grande richiesta aggiunta anche una seconda data sabato 17 marzo. Ancora disponibili biglietti per il Fabrique di Milano il 18 marzo. Lo scorso marzo è uscito il suo album di debutto Superbattito per Maciste Dischi dove racconta l’amore in tutte le possibili sfaccettature. Superbattito è formato da canzoni graffiate e sporche che si alternano alla spensieratezza di brani leggeri e ritmati, ad altri malinconici accompagnati da note di pianoforte, batteria di sottofondo e chitarre pop. A inizio 2018 uscirà in tutti i negozi fisici e digitali la versione deluxe di Superbattito, ovvero Megasuperbattito, prodotto da Maciste Dischi, edito da Sony e ATV e distribuito da Artist First. L’album conterrà, oltre al disco d’esordio, le due canzoni uscite quest’estate Sayonara e Stelle Filanti e tre brani inediti tra cui Nero.

Superbattito è un viaggio nei sentimenti.
Le emozioni che racchiude sono tutte mie, questo è il modo di scrivere, le percezioni sull'amore.
C'è molto di autobiografico?
Le canzoni evocano emozioni che ho vissuto e questo crea empatia, scrivo in modo sincero e sereno.
Condividere i sentimenti cosa comporta?
E' un fatto di empatia, quello che esce mi torna. Quando scrivo una canzone e la pubblico non è più mia, è un dare e avere.
Non le spiace un pochino? In fin dei conti è una cosa nata da lei.
E’ giusto che vadano come fossero figli anche se non le vedo come dei figli: è uno sfogo, una terapia, sta a chi la prende farla sua.
Si sente responsabile per i contenuti che mette nei suoi testi?
Non mi sento abilitato a sollevare le persone dai loro problemi, dico in primis quello che io voglio dire. Se loro le elaborano e le fanno proprie e proprio una bella magia.
Le canzoni possono ancora spostare la realtà?
Certo ma va contestualizzato: negli anni Sessanta c’erano più testi politici. Se si scrive solo d’amore la rivoluzione sarà solo sentimentale.
Roma sold out raddoppia. Poi Milano.
Sarà come giocare due finali. Io senza palco sono spacciato, se sopravvivo farò un grande disco.
Come approccia il futuro?
Ragiono sul fatto che il meglio deve ancora venire, scriverei anche senza mani. Non mi spaventa.
Scrivere è terapia?
Totalmente. E' psicanalisi. Ed è anche un modo per fare arrivare a qualcuno quello che non dico a parole.

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