Ex Otago, un concerto a Milano per glorificare "Marassi"

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La band genovese in concerto all'Alcatraz di Milano: una serata speciale per celebrare il loro album Marassi. Aspettando gli Ex Otago sul palco ci raccotano un po' di loro e del loro futuro

(@BassoFabrizio)

L'Alcatraz di Milano si prepara ad accogliere gli Ex Otago. E' una data importante per loro che giunge sul finale di un tour straordinario per la band genovese. E loro ne sono consapevoli: "Milano rappresenta un po’ un punto d’arrivo davvero importante, se ci pensi tutti son passati dall’Alcatraz nei momenti culmine della propria carriera". E ora tocca a loro, che si sono divertiti a titolare una canzone Cinghiali Incazzati. Ma che significa? "Ci  sono diversi modi di declinare l’incazzatura...la gioia che si respira ai nostri concerti è forse uno dei migliori. Non vogliamo che arriviate e vi sentiate
effettivamente incazzati…forse il concerto è il tramite che può smussare anche l’incazzatura!".

Marassi, StraMarassi e Marassi Deluxe: un album fortunato, amato, uscito in tre versioni e che segna il ritorno alle origini in tutto e per tutto degli Ex Otago. Per loro la parola origine fa rima con Genova: "Innanzitutto è casa. Ognuno dentro di sé sente un luogo piuttosto che un altro come il posto in cui ritornare. Se pensate che il nostro album precedente è In capo al mondo dobrebbe risultare chiaro il messaggio. A un certo punto la casa sta un po’ stretta, ed ecco il perché dell’università in un'altra sede, dell’Erasmus…però, davvero, crediamo in questo momento di aver trovato una grande bellezza dentro le piccole cose di casa nostra".

Gli EX Otago nascono nel 2002. All'epoca erano tre ragazzatti. E oggi chi sono? Conservano lo stesso incanto e il medesimo disincanto? Assicurano che "entrambi i concetti sono mutati nei modi, ma probabilmente non nelle intenzioni. Oppure nei modi ma non nei presupposti: c’è sempre quell’incanto della piccola cosa. E' un po’ la poetica che ha sempre contraddistinto gli Ex-Otago. Parlare di ciò che accade a un centimetro dalla porta di casa e della sua complessità, bellezza e poetica. Sono passati quindi anni da quel 2002 che ha citato e possiamo assicurare che i giovani d’oggi e i giovani di ieri sono la stessa cosa. Il senso è proprio quello: parlare di giovani d’oggi è una forzatura e la storia insegna che è anche una cazzata…i giovani son giovani sempre, si è sempre più giovani rispetto a qualcun altro, vecchi rispetto a qualcun altro. Dire giovani è un po’ come trovare una scusa per etichettare una categoria debole, tipo “fatevi da parte che non sapete niente". Secondo la onesta e lucida analisi degli Ex Otago la sola differenza è che "i giovani d’oggi hanno modi diversi, strumenti diversi, e probabilmente aspirazioni diverse, però il modo in cui vengono ravvisati da chi si pone sul piedistallo è purtroppo sempre lo stesso".

StraMarassi vanta collaborazioni importanti, da Jake La Furia a Caparezza e Mecna fino a Eugenio Finardi e Levante. Personaggi tra loro distanti, musicalmente e culturalmente ma che sono confluiti nel progetto Ex Otago "per uno spirito di genuina curiosità, di voglia di ricerca. Con Jake è capitato in modo estremamente naturale, per quanto sorprendente all’inizio: una piacevolissima sorpresa. Ed è venuto talmente bene alla prima che ci siamo gasati e ci siamo detti proviamo a spacchettare questo disco fortunato e a consegnarlo nelle mani di un po’ di figure che stimiamo e ci piacciono, di cui ci piace la poetica, da cui ci piacerebbe ricevere delle contaminazioni. E’ stato proprio un genuino spirito di curiosità. Abbiamo detto: vediamo un po’ come viene sconvolto Marassi…è divertente proprio questo, non affezionarsi troppo a un prodotto finito che in
quanto tale poi rischia un po’ di morire. Per dargli immortalità, almeno per provarci, bisogna riaprirlo, metterlo in discussione, vedere un po’ se qualcun altro ha qualcosa da dire in merito e modificarne e cambiarne anche il senso".

Dopo 15 anni di carriera e 5 album, che direzione prenderanno le ritrovate tastierine degli Ex Otago? Che progetti avete in cantiere? Il vostro futuro prevede un utilizzo dell’elettronica importante come in Marassi? E' un probababilmente sì generale la loro risposta, ma col beneficio del dubbio: "Non possiamo prometterlo adesso, perché ogni disco ha una storia a sé, ogni volta ci si perde, si parte da un punto ma poi si arriva da qualche altra parte…ed è bello così perché perseguire qualcosa di identico fin dall’inizio non è neanche troppo interessante. Siamo nel post-
Marassi, un Marassi un po’ più elettronico, un po’ più adulto. Ne parleremo più avanti". Ma prima di riparlarne c'è una idea di Natale: dopo l'Alcatraz si vorrebbero prendere una baita in montagna dove poter scrivere e stare tranquilli. 

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