Perché l’Alien funziona sempre nelle storie?

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L’alieno, il diverso e l’altro nella tradizione narrativa è onnipresente e vanta quasi la stessa incidenza del protagonista buono. Ma perché il misterioso sconosciuto che viene da lontano funziona sempre nelle storie? Ve lo spieghiamo qui, aspettando di capirlo ancora meglio su Sky Cinema Alien, il canale dedicato alla celebre saga di fantascienza in onda da sabato 12 a domenica 20 maggio su Sky Cinema Hits

di Camilla Sernagiotto

La diversità fa paura, questo ormai è appurato nella nostra società xenofoba, immigrantofoba e anche alienofoba.

Ogni cosa che viene da lontano o anche solo da fuori rispetto al nostro orticello ci provoca ansia perché non la conosciamo e dunque non sappiamo come comportarci.

Eppure la tradizione narrativa di secoli e secoli di favole, romanzi, pièce teatrali e film avrebbe ormai dovuto farci capire che lo straniero e il diverso non sono quasi mai qualcosa di negativo, anzi.

A volte addirittura è il deus ex machina che scende dall’alto della sua galassia a risolvere tragedie greche o partenopee che siano (in stile Gomorra), ma anche a fare tornare i conti nelle trame di commedie plautine o checcozaloniane.

La tradizione narrativa poggia su decenni e decenni in cui l’altro è stato scritturato in ogni format e il perché risiede nella sua straordinaria funzionalità: l’alieno funziona, eccome!

Aspettando di rivedere le sue declinazioni fantascientifiche più celebri della settima arte su Sky Cinema Alien, il canale dedicato alla celebre saga in onda da sabato 12 a domenica 20 maggio su Sky Cinema Hits, indaghiamo perché l’extraterrestre tira così tanto.

Mugatu di Zoolander direbbe “L’alieno va un casino quest’anno” ma sarebbe in errore: l’alieno non va un casino quest’anno. L’alieno va un casino da sempre.

Con alieno non s’intende prettamente la creatura verdognola con gli occhi fuori dalle orbite ma qualsiasi elemento sia appunto alieno alla società di cui il protagonista della narrazione fa parte.

Grazie a questo elemento esterno che arriva a sabotare in qualche modo l’equilibrio armonico della suddetta società, si innesta la trama.

Non è necessario che l’alieno abbia tre teste o la bava alla bocca: il suo essere alieno basterà a far scattare la paura nel pubblico, paura ancestrale che è insita nell’uomo e che deriva dal primissimo timore inconsciamente provato, quello di quando l’alieno che viene nel mondo da chissà quale galassia siamo noi stessi, nel momento della nascita.

Senza inoltrarci nei meandri labirintici della psicologia prenatale, basti pensare che tutti i filoni di entertainment più amati dal pubblico sono quelli in cui compare l’elemento altro.

Dall’horror (dove c’è il mostro, lo spauracchio di cui non si conosce identità né provenienza) al thriller (dove c’è l’assassino che condivide le stesse caratteristiche del mostro del genere dell’orrore), letteratura e cinema accolgono da sempre a braccia aperte la diversità temibile, parola di Bram Stoker e Dario Argento, giusto per citare qualche nome.

Ma il genere in cui in assoluto l’extra in ogni sua declinazione è predominante è la fantascienza. Che sia E.T. (inizialmente impressionante e temibile ma che poi si rivela un tenero cucciolone così premuroso da voler a tutti costi avvisare casa) o il meno patatone Stringifaccia di una delle scene più stomachevoli dell’epopea di Alien, il mostro extraterrestre è un ingrediente essenziale della ricetta fantascientifica gourmet.

Per averne assaggi succulenti (ma al contempo stomachevoli, vedi lo Stringifaccia), non perdete gli appuntamenti di Sky Cinema Alien, il canale dedicato alla celebre saga di fantascienza in onda da sabato 12 a domenica 20 maggio su Sky Cinema Hits.

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