La favorita: la recensione del film con Olivia Colman, Rachel Weistz ed Emma Stone

Recensioni

Paolo Nizza

Arriva su Sky Cinema Due  domenica 29 marzo,  la Favorita, perfido, geniale film in costume diretto dal regista greco Yorgos Lanthimos e interpretato da un cast in stato di grazia composto da Olivia Colman (premiata con l'Oscar), Rachel Weistz ed Emma Stone

La Favorita: un film in costume che parla del presente

"Dedicato ai cattivi che poi così cattivi non sono mai". Così cantava Loredana Berté in Dedicato una celeberrima canzone scritta da Ivano Fossati. E questi versi paiono il corretto compendio per illustrare La Favorita, il sesto lungometraggio del regista greco Yorgos Lanthimos. Abbandonato il surrealismo, forse talvolta esasperato di film come The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro, il cineasta nato ad Atene il 27 maggio 1973, firma una pellicola raffinata e suggestiva ambientata nell'Inghilterra del Settecento. Ma dietro gli arazzi, le porcellane, le parrucche, i balletti, si cela il peggio dell’umanità come se le sontuose scenografie, i magnifici costumi, l’elegante fotografia fossero un esoscheletro per nascondere la malvagità, la perfidia, la slealtà, il marcio che alberga in ognuno noi.  In questo senso risula esemplare il montaggio parallelo che alterna le immagini di cicciuto uomo nudo in parrucca che cade sotto una pioggia di arance lanciata da alcuni frivoli bellimbusti con quella di una duchessa che cade da cavallo perché è stata avvelenata. La favorita è un film che brucia lo sguardo come la soda caustica che ustiona le mani dell''ignara Emma Stone. La pellicola mette in scena con perizia certosina e con battute al vetriolo una sorta di Eva contro Eva al cubo. Condito da un humour nerissimo, il film si sviluppa attraverso il conflitto tra due ambiziosissime donne che vogliono ingraziarsi i favori di una regina soffrente di gotta. Forse l'amore può avere dei limiti. L'odio, invece, no. Ma questo triunvirato tutto al femminile, che pare dare ragione all'aforisma di Friedrich Wilhelm Nietzsche: "Gli uomini passano per essere crudeli, le donne invece lo sono", prova dei sentimenti. A differenza dei personaggi maschili, cicisbei maculati, fatui smargiassi impegnati a far correre le anatre, (pennuti con i quali hanno molto in comune), queste tre donne amano, tramano, odiano, desiderano, danzano in un universo che le vorrebbe sempre e comunque sottomesse al maschio. E se togliamo la biacca, la cipria, i tacchi, corsetti, le redingote, le coccarde ci accorgiamo che benché La favorita sia ambiento nel XVII secolo in realtà parla di noi e delle nostre, per citare le parole del regista Lanthimnos. Quando realizzi un film ambientato in un’altra epoca, è sempre interessante vedere come si relaziona con i nostri tempi – e ti rendi conto di quante poche cose siano cambiate, a parte gli abiti e il fatto che oggi abbiamo l’energia elettrica o internet. Sono tantissime le analogie a livello di comportamenti, società e potere.” 

Olivia Colman. La Regina Anna

Grazie al ruolo interpretato in La favorita, Olivia Coldman ha vinto la Coppa Volpi,  il Golden Globe e l'Oscar. D’altronde, l'attrice britannica è avvezza a investire abiti regali. E' stata, infatti, la regina madre in “A Royal Wedding” ed è la regina Elisabetta II nella nuova stagione di “The Crown”. Ma il personaggio di questa fragile, capricciosa sovrana, pressoché ignorata dai libri di storia, è certo più ricca di sfumature e contraddizioni. Lo si capisce, già dalla prima inquadratura del film quando la vediamo di spalle farsi togliere un pregiato mantello lungo quanto l’Autostrada del Sole e chiedere alla fidata Lady Sarah, com'è andato il discorso e immediatamente dopo pregarla di salutare i suoi amati coniglietti. Insomma tenerezza e rigore, potere e incapacità. Con una fisicità volgare, una gestualità goffa e al tempo stesso un legittimo di essere amata come donna, al netto del suo ruolo di sovrana. Indimenticabile la sua battuta rivolta a Emma Stone: “Se fossi un uomo abuserei di voi”. Il talento immenso di Olivia Colman conferisce alla regina Anna una profondità inusitata e una malinconia contagiosa. Una figura tragica ma mai patetica. Ed è un miracolo perché il rischio di trasformare il personaggio nella caricatura di una pingue e sciroccata monarca era altissimo.

 

Rachel Weisz: Lady Sarah

Si sa: buon sangue non mente. Sarah Jennings Churchill è conosciuta come capostipite della famiglia Spencer-Churchill, che ha dato i natali sia a Winston Churchill sia alla principessa Diana. Una donna che resse un’intera nazione, l’Inghilterra sulle sue spalle. Rachel Weiss, che per questo ruolo ha ottenuto una nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista, riesce a dare un’insolita umanità alla figura di questa, di potere, dal carattere volitivo, dall’intelligenza superiore e dalla sessualità potente. Nel suo rapporto simbiotico con la Regina, nel suo insistere a dire sempre la verità alla sovrana (deliziosa la scena in cui dice ad Anna che con quel trucco sembra un tasso). Sarah è un’acuta manipolatrice, ma pure una donna tutt’altro che immune alla tenerezza e alla compassione. E ancora si evince la capacità del regista Lanthimos, con la complicità dello sceneggiatore australiano Tony McNamara, nel costruire personaggi complessi e affascinati. Così la Storia, quella con la "s" maiuscola, diventa un pretesto per un’analisi quasi entomologica del carattere umano.

 

Emma Stone: Abigail Hill

"Sarebbe dolce, forse, essere alternativamente vittima e carnefice", scriveva Charles Baudelaire in quel capolavoro assoluto che è "Il mio cuore messo a nudo". E in effetti, a seconda dei momenti raccontati dal film e dai punti di vista, non è mai cosi chiaro chi sia la vittima e chi il carnefice tra Abigail e sua cugina Sarah. Già dalla sua entrata in scena, coperta di fango puzzolente e prostra a pietire per essere assunta a corte, disposta persino a fare il mostro per divertire i fanciullini, si comprende quanto sia determinata questa ragazza. Sopravvissuta alla rovina della propria famiglia Abigail pianifica la sua scalata sociale con l’abilità di Sun Tzu ed Emma Stone (candidata come miglior attrice non protagonista) si dimostra capace di essere irresistibile e respingente. Basti pensare alla feroce e straordinaria sequenza in cui con la più totale indifferenza masturba il marito la prima notte di nozze. La sua marcia inarrestabile per entrare nelle grazie della regina e scalzare Sarah dal ruolo della favorita non teme il confronto con il piano attuato da Anne Baxter in Eva contro Eva. Un evoluzione che si manifesta nche attraverso i suoi abiti che passano dal grigio al nero, sino al bianco, il colore della nobiltà. Un look creato dalla geniale costumista Sandy Powell, già vincitrice di tre premi Oscar- Ma, per quanto si possa pianificare la propria la vita o essere disposti a tutto per raggiungere il successo, si è sempre alla merce di qualcuno più potente e importante. Parimenti all’inquadratura finale del film, somigliamo ai coniglietti allevati dalla regina Anna. Prigionieri di un destino già segnato. Testimoni muti di un fallimento,.  E in fondo, direbbe Cioran, un filosofo che sarebbe piaciuto alla Regina Anna: "Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo."

 

La Trama del film  La Favorita

L’Inghilterra è in guerra contro la Francia. Ciò nonostante, le corse delle anatre e il consumo di ananas vanno per la maggiore. Una fragile regina Anna (Olivia Colman) siede sul trono mentre l’amica intima Lady Sarah Churchill (Rachel Weisz) governa il paese in sua vece e, al tempo stesso, si prende cura della cattiva salute e del temperamento volubile della sovrana. Quando l’affascinante Abigail Masham (Emma Stone) arriva a corte, si fa benvolere da Sarah, che la prende sotto la sua ala protettiva. Per Abigail è l’occasione di tornare alle radici aristocratiche da cui discende. Mentre gli impegni politici legati alla guerra richiedono a Sarah un maggiore dispendio di tempo, Abigail si insinua nella breccia lasciata aperta, diventando la confidente della sovrana. Grazie all’amicizia sempre più stretta con Anna, Abigail ha la possibilità di realizzare tutte le sue ambizioni e non permetterà a niente e a nessuno – donna, uomo, politica, coniglio – di intralciarle la strada. 

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