Borg McEnroe: la recensione del film

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Paolo Nizza

In occasione del 60esimo compleanno di John McEnroe (il 16 febbraio), Sky Cinema Cult manda in onda Borg McEnroe, il film che racconta l'epica sfida fra Bjorn Borg (Sverrir Gudnason) e John McEnroe (Shia LaBeouf). Dalla vita al tennis, due personaggi diametralmente opposti per un biopic sincero ed emozionante che piacerà anche a chi non ha mai preso in mano una racchetta, Appuntamento su Sky Cinema Cult, sabato 16 febbraio alle 21.00

La recensione del film Borg McEnroe

"Non è un caso, penso, che il tennis usi il linguaggio della vita. Vantaggio, servizio, errore, break, love (zero), gli elementi basilari del tennis sono quelli dell’esistenza quotidiana, perché ogni match è una partita in miniatura. "

Sono le parole di Andrea Agassi, altro mito assoluto del tennis a introdurre lo scontro fra due titani di quello sport che Foster Wallace considerava" il più il bello e il più impegnativo che esista."

Nel film diretto da Janus Metz, sincero biopic dalla fotografia cruda, Bjorn Borg e John McEnroe si stagliano al pari di antichi gladiatori nell'arena. Solo che posto degli elmi, sfoggiano fasce in spugna antisudore, e come daghe maneggiano tecnologiche racchette. Una tenzone, una partita, un destino decisi, da una pallina ricoperta di feltro giallo dal peso di poco meno di 60 grammi, ma che può risultare più grave del macigno trasportato da Sisifo.

Un uso sapiente della Steady-Cam e suggestive riprese con la macchina a mano ci portano alla scoperta di una rivalità diventata leggenda fra gli anni Settanta e Ottanta. Ma il conflitto, ça va sans dire, non si manifesta solo sul manto erboso di Wimbledon. Fra una battuta e un rovescio, fra un dritto e una volée Borg McEnroe mette in scena una guerra dei mondi, uno scontro di civiltà scandito da set e tie break. Il gentiluomo dalla bionda e  vaporosa criniera contro il ribelle malmostoso con la basetta malandrina. L'algido svedese versus l'impertinente americano. Intorno ai due giganti giocano, bevono, si divertono im polo e scarpe da tennis, icone assolute del calibro di Vitas Gerulaitis, Peter Flemming, Jimmy Connors. Insomma più rockstar che semplici tennisti, tant'è che il film si concede pure una sequenza tutta piume, lustrini, topless e champagne ambientata nel mitico studio 54.

Certo tutto il film si gioca sul quel rettangolo diviso da una rete e soprattutto, nei labirinti della mente dei due fenomenali giocatori. In una girandola di flashback, si scopre che il Borg bambino era lontano anni luce dalla glaciale macchina da guerra destinata a essere la numero uno del mondo nella classifica ATP per 109 settimane dal 23 agosto 1977 al 2 agosto 1981, come da lui stesso ammesso: "Tra gli undici e i dodici anni imprecavo e sbattevo per terra le racchette. Ero quanto di peggio un ragazzino poteva essere su un campo da tennis.”.

Ottimamente interpretato dallo svedese Sverrir Gudnason (noto per il ruolo di Pontus nella seconda stagione della serie Wallander) la pellicola ci mostra un Borg più superstizioso di Eduardo in Non è vero ma ci credo, ci svela il rapporto conflittuale con l'allenatore mentore Lennart Bergelin (il sempre bravo Stellan Skarsgård) e l’amore complicato con la tennista rumena Mariana Simionescu, da cui divorziò appena dopo tre anni di matrimonio. Insomma, un gigante fragile, maniaco del controllo ma pure assai sfruttato da sponsor e agenti.

Di contro John McEnroe, non è solo un arrogante attaccabrighe sempre incazzato con il mondo. Certo si tratta sempre del campione che amava dire: Nel tennis, chiedere scusa dovrebbe essere considerato contro il regolamento” Ma grazie alla recitazione di Sheila LaBeouf, non si può non simpatizzare con questo iroso scavezzacollo portato per la matematica e soverchiato da un padre ingombrante. Un concentrato di genio e sregolatezza,  D'altronde non è caso se Tom Hulce si ispirò proprio a McEnroe per interpretare Mozart.

E se l’epilogo del film è scontato  per tutti quelli sanno come andò a finire la finale di Wimbledon datata 1980, risulta invece assai originale comprendere come nella realtà Borg e McEnroe fossero simili.  Due facce della stessa partita . A volte il ghiaccio può essere bollente e il fuoco gelido; e  un match point segnare la fine di un torneo di tennis e l’inizio di una grande amicizia.

La trama di Borg McEnroe

Per la prima volta al cinema una delle più straordinarie rivalità sportive di tutti i tempi che ha cambiato in modo indelebile la storia dello sport mondiale. Da una parte l’algido e composto Bjorn Borg (Sverrir Gudnason), dall’altra l’irascibile e sanguigno John McEnroe (Shia LaBeouf). Il primo desideroso di confermarsi re incontrastato del tennis, il secondo determinato a spodestarlo. Svelando la loro vita fuori e dentro il campo, “Borg McEnroe” è il ritratto avvincente, intimo ed emozionante di due indiscussi protagonisti della storia del tennis e il racconto, epico, di una finale diventata leggenda: quella di Wimbledon 1980. 

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