Giffoni 2019, Stefano Accorsi tra Ozpetek e 1994

Spettacolo
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Stefano Accorsi incontra il popolo di Giffoni 2019 e racconta i suoi due progetti più prossimi che sono La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek e 1994 che presto approderà su Sky. L'intervista

(@BassoFabrizio
Inviato a Giffoni Valle Piana)


E' uno degli ospiti più attesi di Giffoni 2019. Stefano Accorsi arriva al festival necessario, come lo definì Francois Truffaut, e si racconta senza remore.

Stefano sarai protagonista del nuovo film di Ferzan Ozpetek La Dea Fortuna. Cosa puoi dirmi?

Abbiamo finito due settimane fa un film insieme. E' interessante lavorare con un regista con Ferzan. Abbiamo già lavorato insieme ne Le fate ignoranti e in Saturno Contro. Ora la La Dea Fortuna. Siamo cresciuti insieme poi accade che ci si perde: io e Ferzan siamo amici ma non abbiamo una frequentazione assidua. Ognuno ha i suoi impegni ma tra noi è rimasto un legame. E' una persona spiritosa e un fuoriclasse.
Come è partita la vostra collaborazione in questo caso?
Ferzan prima cerca una storia e deve essere molto convinto. Io ho letto il copione alla seconda stesura poi ci siamo incontrati a cena e mi ha detto: non diamoci troppe risposte. Questo è il momento delle domande. Un approccio giusto. Le soluzioni rischiano di arrivare troppo presto. I problemi sono utilissimi per la creatività
Quando lo vedremo?
Esce il 28 novembre. Ci aggiungo che in questo periodo storico le scelte si fanno con l’istinto: un film o ti piace o non ti piace. Ci sono film che ho fatto e sono andati bene e continuo a domandarmi perché il pubblico dovrebbe appassionarsi a una storia? Uscire di casa e andare al cinema?
Il tema de La Dea Fortuna?
Non nasce da un’idea o una teoria ma da un sogno di Ferzan. Due bambini entrano nella vita di una famiglia e questa cosa ha innescato una serie di proiezioni e ragionamenti. C'è una coppia in profonda crisi abbastanza inedita. Ferzan ha la forza di conoscere quel mondo. Questa coppia che ha costruito la propria vita in solitudine deve gestire questi due bambini di 8 e 11 anni.
Che racconti della trilogia 1992, 1993 e 1994?
Ero partito dall’idea di fare una biografia televisiva su Silvio Berlusconi. Poi mi hanno detto che è impossibile. Nessuno me l'avrebbe fatta fare. Volevo raccontare una storia vertiginosa e italian, quella di un lavoratore normale che diventa l’uomo più potente d’Italia, un viaggio nella seconda repubblica mescolando realtà e finzione. Siamo riusciti a chiudere la trilogia.
Qualche informazione su 1994?
E' l’anno in cui Berlusconi va al potere. La metrica si presta perfettamente a un gioco strategico nascosto in 1992 e 1993. La stagione più matura. Dicono che è morto politicamente e invece Berlusconi vince le elezioni e sarà l’uomo più vivo di questo pianeta. E' interessante questo percorso.
La parte deteriore della storia?
Alcuni personaggi che a un certo punto accedono alle sale del potere e non si pongono problemi morali che non si sono mai posti nella vita.
Ti senti pronto per una regia?
Conosco tanti bravi registi e non dico che non sarei in grado di fare un film però mi chiedo: c’è bisogno di un altro regista quando ce ne sono già tanti bravi? Fare il regista è un mestiere.

 

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