Giffoni 2019, Sara Serraiocco porta le sue idee rivoluzionarie

Spettacolo

Fabrizio Basso

Sara Serraiocco durante l'intervista
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Le idee chiare di Sara Serraiocco scuotono il Giffoni Film Festival: dice che è in atto una rivoluzione di intenti, qualità e idee. E il popolo di Giffoni 2019 la applaude. Abbiamo approfondito le tematiche in questa intervista

(@BassoFabrizio
Inviato a Giffoni Valle Piana)


La ballerina esce dal carillon e diventa attrice. Una delle attrici più (ri)cercate e consapevoli dell'ultima generazione. Sara Serraiocco torna per la seconda volta al Giffoni Film Festival per incontrare i suoi giovani frequentatori. Elegantissima e superba non si risparmia davanti ai Giffoners: selfie, autografi, foto e anche un accenno di danza. La ho incontrata in sala stampa: la mia intervista.

Sara sei in un luogo dove si coltivano le speranze.
Lo so e per questo dico che è bello incontrare i giovani. Io mi sento fortunata perché ho iniziato da ragazzina con molte energie cui si sono aggiunte la determinazione e la possibilità di scegliere i tempi giusti. Posso affermare di essere sono felice delle mie scelte.
Si parla molto di Matteo Garrone e Paolo Sorrentino ma in Italia ci sono molti registi validi.
Negli ultimi anni ho notato molta attenzione verso i giovani registi esordienti: hanno riportato il cinema di genere in Italia. Confido tanto nella nuova generazione.
Lavorare all’estero quanto ti ha aiutato? Ti senti addosso un alone internazionale?
Ho lavorato molto sul mio inglese, la barriera linguistica mi ha messo un po’ in difficoltà, ma non è il luogo che fa la differenza, bisogna sapere cogliere le opportunità.
Uno dei momenti più alti della tua giovane carriera è il Premio Pasinetti a Venezia.
Me lo hanno assegnato per La ragazza del mondo di Marco Danieli, un film cui tenevo molto. E’ frutto di un lavoro di cinque anni.
Alle tue origini c'è il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Certo. Appartiene al passato ma, come ti ho detto, rifarei tutto quello che ho fatto.
Come cambia l'approccio a una parte se un film è tratto da un libro o è una sceneggiatura originale?
Accabadora di Enrico Pau con Claudio Santamaria tratto dal libro omonimo di Michela Murgia è stato intenso per il ruolo che avevo ma indipendentemente dall'origine del ruolo cerco sempre di dare una mia interpretazione al personaggio, cerco di metterci la mia identità a prescindere.
Vieni dal mondo della danza e una volta hai detto che avresti voluto insegnarla: hai ancora questo desiderio?
E’ stato il mio primo amore. Una ragazza che cresce con una disciplina è diverso da una che non ne ha. Io la ho accantonata da dieci anni. E’ cambiato anche il fisico, resta un grande amore.
Giffoni come si inserisce tra i festival mondiali, con la sua voglia di crescere le nuove generazioni?
Sono contentissima di essere qui, già tre anni fa mi ero sbalordita. Il bello è che deve trasmettere ai giovani la nostra missione. Questo e il suo compito. E’ arduo avvicinare il pubblico giovane al cinema ma Giffoni ci sta riuscendo. Anche per questo sono qui.
Hai partecipato a un prodotto da Giorgio Armani intitolato La Giacca: è un riassunto di radici, orgoglio e passaggio generazionale…
Lo fatto tre anni fa quando seppi che Armani mi aveva scelto come testimonial. Diretto da Michele Placido. Era una sorta di laboratorio. Lessi la storia: una ragazza figlia di una situazione comune e popolare che poi per temperamento e voglia è diventata direttore di una rivista di moda. E’ una soddisfazione della vita, mi sono rivista nel personaggio che viene da una situazione normale ed entra in un mondo che non le appartiene.
Chi dovrebbe vigilare affinché i copioni non restino per mesi a prendere polvere in pastoie burocratiche? Il team di Lo Chiamavano Jeeg Robot ci ha messo dieci anni per realizzarlo.
Io rammento i cinque anni per La ragazza del Mondo: il mio personaggio doveva avere un fidanzatino e invece ha avuto Michele Riondino perché nel frattempo tutti eravamo cresciuti. Non mi intendo di produzione ma serve in generale la voglia di lottare. C’è una rivoluzione in corso rispetto a dieci anni fa. Di intenti, qualità e idee nuove.

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