Love story, tutto quello che c'è da sapere sul film con Ali MacGraw e Ryan O’Neal

Cinema

Camilla Sernagiotto

La pellicola che riesce a fondere romanticismo e drammaticità in maniera perfetta è diventata il titolo cult non solo degli anni Settanta ma del genere d’amore

Ha compiuto da poco cinquant’anni il film che ha segnato un’epoca: Love Story, la pellicola romantica e drammatica uscita nel 1970 e da allora diventata sinonimo di passione amorosa.

L’amore non è certo scevro di dolore, anzi: deve sempre fare i conti con la controparte più dura della vita.
Proprio la mescolanza di amore e dolore, di lacrime di gioia e di lacrime di disperazione, di vita e di morte hanno consacrato questo titolo, disponibile su Netflix, a film più iconico del genere romantico.

Ha ricevuto 7 candidature (tra cui Miglior Film) e ha vinto Oscar per la musica (statuetta andata al compositore Francis Lai).

Lo sceneggiatore Erich Segal ha fiutato durante le riprese un profumo di successo tale da mettersi immediatamente a scrivere il romanzo omonimo che è immediatamente diventato un best seller.

Nel 1978 è stato realizzato anche un sequel, Oliver's Story, tuttavia la popolarità del primo capitolo di questa storia d’amore rimane a oggi imbattuta.

La trama di Love Story


Alla base del successo di questa storia d’amore sta la tipica favola della fanciulla che sposa il principe. Tuttavia questa sorta di "schema proppiano" viene rielaborato in chiave sessantottina, decretandone così l’enorme successo targato anni Settanta.
La differenza di classe sociale dei due protagonisti, infatti, è un’altra delle protagoniste di questa pellicola, oltre ovviamente alla “prima donna” che è la passione amorosa più pura e indomabile.

Oliver Barrett è un ricco studente di Harvard e giocatore di hockey, rampollo di una famiglia altolocata. Jennifer Cavalleri invece è una ragazza italoamericana che studia musica e che appartiene a un mondo ben lontano da quello di lui.

I due non possono fare a meno di amarsi profondamente quindi decidono di sposarsi, nonostante il disappunto della famiglia di Oliver.
Non potendo quindi contare sui sussidi economici del padre (che minaccia addirittura di diseredarlo), la coppia di neo-sposini vive in ristrettezze economiche, nutrendosi però di amore puro. Le cose incominciano a girare per il verso giusto non appena Oliver verrà assunto da un importante studio legale così la coppia decide di mettere su famiglia.

Purtroppo però i figli tardano ad arrivare così Oliver e Jennifer si sottopongono ad accertamenti clinici, scoprendo una tragedia imminente: Jennifer è affetta da una leucemia fulminante e le rimane poco tempo.

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I protagonisti di Love Story

 

Ai tempi delle riprese, Ryan O’Neal e Ali MacGraw non erano molto conosciuti, anzi.
Lui recitava nella soap opera Peyton Place mentre lei era un’attrice in erba, in piena gavetta e alle prime armi. Aveva però sposato il produttore del film che l’ha così proposta per il ruolo di protagonista femminile. Il resto è storia.

La MacGraw diventa un’icona, simbolo vivente della bellezza dal retrogusto hippie di quegli anni Settanta. Sposerà niente po’ po’ di meno che Steve McQueen, conosciuto sul set di Getaway!
A livello professionale, reciterà poi nella soap cult Dynasty e in altre pellicole ma non arriverà mai più a toccare quel successo stratosferico che la sua Jennifer Cavalleri le ha fatto guadagnare.

Ryan O’Neal è invece diventato uno degli attori più richiesti degli anni Settanta e Ottanta grazie al suo ruolo in Love Story. Arriverà a essere diretto addirittura da Stanley Kubrick, con una parte nel film Barry Lyndon.

A livello di vita privata, è famosa un’altra sua love story: quella con Farrah Fawcett, andata avanti - tra alti e bassi - fino alla scomparsa di lei, nel 2009.

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Una sceneggiatura vincente

Lo sceneggiatore Erich Segal non aveva tanta esperienza ai tempi dello script di Love Story perchè era giovanissimo. Eppure la sua sceneggiatura diretta da Arthur Hiller ha sbancato. E non solo sul grande schermo: le avvisaglie di imminente successo erano tali da spingere Segal a scrivere il romanzo del film in contemporanea alle riprese. Oltre a un blockbuster, Love Story è stato anche un bestseller.

Avete presente la frase «Amare significa non dover mai dire mi dispiace»? Non è Osho ma viene citata con la stessa frequenza di una delle sue massime, per non dire di un proverbio popolare. Ebbene, si tratta della frase più simbolica di Love Story, pronunciata due volte in due rispettivi momenti cruciali (la dicono prima Jennifer prima e poi Oliver).

Erich Segal ha dichiarato di essersi ispirato per il personaggio di Oliver a due suoi ex compagni di studi di Harvard: il futuro attore Tommy Lee Jones e il futuro candidato alla presidenza degli Stati Uniti Al Gore.

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La colonna sonora

Se il film ha fatto storia sia a livello cinematografico sia sul piano editoriale, non c’è da dimenticare il suo apporto anche musicale.
La sua soundtrack è stata insignita del riconoscimento più prestigioso: l’Oscar per la musica, consegnato al compositore francese Francis Lai (scomparso nel 2018).

La colonna sonora che ha creato è una delle più celebri di sempre, diventata negli anni Settanta un vero e proprio tormentone.

La canzone dal titolo (Where Do I Begin?) Love Story è stata successivamente interpretata da Shirley Bassey e Tony Bennett mentre in Italia l’hanno cantata Iva Zanicchi, Patty Pravo e Johnny Dorelli.


© Filippo Alfero / LaPresse
Torino , 22/05/2008
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