Nove lune e mezza e quegli infiniti modi di essere donna

Cinema

Arriva al cinema dal 12 ottobre grazie a Vision Distribution la commedia Nove lune e mezza, debutto alla regia di Michela Andreozzi, anche protagonista con Claudia Gerini, Giorgio Pasotti, Lillo Petrolo, Stefano Fresi. La storia di due quarantenni molto diverse, che si trovano "unite" nel desiderio di maternità. Non perdere una breve anteprima del film su Sky Cinema Uno, all’interno di Sky Cine News. E a seguire l'intervista di Francesco Castelnuovo a Claudia Gerini. Appuntamento domenica 8 ottobre alle 21.00

Dopo l’uscita dell'action-thriller Monolith lo scorso 12 agosto, primo film distribuito da Vision e l’annuncio di altre opere importanti come la commedia Il Premio, di Alessandro Gassmann e del remake del film tedesco campione d'incassi Lui è tornato, arriva Nove lune e mezza (dal 12 ottobre nei cinema) di Michela Andreozzi al suo primo film dietro la macchina da presa.

La storia ruota attorno a due sorelle, Livia e Modesta, detta Tina, interpretate da Claudia Gerini e dalla stessa regista Michela Andreozzi. Due donne di oggi, due sorelle, due modi diametralmente opposti di stare al mondo:Livia e Tina entrambe sulla quarantina, tanto unite quanto diverse. Livia (Claudia Gerini) è una violoncellista bella e sfrontata, dall’anima rock. Modesta, detta Tina (Michela Andreozzi), è un timido vigile urbano che ha messo da parte la laurea per il posto fisso. Entrambe hanno un compagno: Livia convive con Fabio (Giorgio Pasotti) un osteopata dolce e carismatico, Tina con Gianni (Lillo) un collega ordinario e intollerante. Livia difende da sempre la sua posizione di donna che non desidera avere figli, mentre Tina tenta da anni di restare incinta, senza risultato: quando Tina, dopo tanti tentativi inizia a perdere la testa, Livia, consigliata dall’amico ginecologo, l'audace Nicola (Stefano Fresi), decide di portare avanti una gravidanza per lei. Nei successivi nove mesi, Livia dovrà nascondere la pancia crescente, mentre Tina fingerà di essere incinta, dando vita a una serie di situazioni tragicomiche che coinvolgeranno anche la famiglia di origine: una mamma campionessa di ragù, un padre idealista e sognatore, un fratello neocatecumenale con moglie devota e quattro figlie femmine.

Tutto questo accadrà lungo un percorso pieno di situazioni paradossali e incontri folgoranti di ogni tipo con la più varia umanità che porterà Tina e Livia a scontrarsi, poi comprendersi e infine cambiare, per ritrovarsi sempre più unite.  

Nella colonna sonora del film curata da Niccolò Agliardi anche il nuovo singolo di Arisa Ho cambiato i piani, scritta dallo stesso Niccolò Agliardi e Edwyn Roberts.

Questo quanto dichiarato nelle note di regia la stessa regista Michela Andreozzi.

“Quando penso alla nascita di “Nove lune e mezza”, penso a una gestazione: se lo pensi, lo sviluppi, lo dirigi (e qualche volta lo interpreti, come nel mio caso) un film diventa un figlio a tutti gli effetti. Per me, questo è un primogenito. Sono quindi una “primipara attempata”, definizione medica per indicare una donna che affronta il primo parto ad una età avanzata. Nel caso di un'opera prima (di una donna, per di più), è una buona metafora per definire un esordio alla regia in età adulta. Come il mio.

Sono cresciuta a Roma, nella zona dei Prati, la zona della Rai e dei licei storici, abitata da avvocati e sceneggiatori, nutrita a pane ed Ettore Scola, Monicelli e Gigi Magni, ma non ho sempre pensato alla regia: vengo dal palco, dalla recitazione e dalla scrittura, che pratico dal secolo scorso, e ho sempre nutrito nel confronti del cinema una venerazione talmente appassionata, sin dai tempi dell'università, che non mi sarei mai avventurata nella direzione di un film se non avessi sentito di poter raccontare questa storia così come l'avevo pensata insieme ai miei talentuosi co-sceneggiatori: sorridendo. L'umorismo è la chiave attraverso cui interpreto la vita: “Nove lune e mezza” è una commedia, sulle donne e per le donne, anzi, una commedia romantica, in cui la Luna veglia sulla vita di due donne che si proteggono a vicenda. Livia e Tina sono due sorelle che compiono lo straordinario viaggio di una gravidanza condivisa: una, che non vuole figli, porta a termina la gestazione dell'altra, che non può averne. Una specie di utero in prestito, offerto per amore. L'idea era quella di parlare delle donne di oggi, del rapporto con la natura femminile, con la maternità, la bellezza, le altre donne, il tempo che passa, il mondo del lavoro, gli obbiettivi, i desideri, le frustrazioni. Di cosa significa essere donna oggi. Livia e Tina non potrebbero essere più diverse: se una vuole realizzare se stessa attraverso la musica, l'altra non riesce a sentirsi completa senza vivere l'esperienza della maternità. Eppure si capiscono, si vogliono bene e trovano un modo per sostenersi a vicenda.  

In effetti, alla fine, questo film parla di una famiglia. E della musica. Certamente perché la protagonista, Livia, è una violoncellista, ma anche perché la musica è parte integrante della mia vita, e perché le musiche di Niccolò Agliardi hanno fatto la differenza, regalando emozioni ai sorrisi. Ho avuto la fortuna di dirigere un cast stellare e generosissimo insieme. Il film vive grazie al talento genuino e alla bellezza di Claudia Gerini, l'empatia e l'entusiasmo di Lillo, la grazia e la forza di Giorgio Pasotti, la raffinatezza di Stefano Fresi e l'incredibile lavoro dei comprimari, da Massimiliano Vado a Paola Tiziana Cruciani, da Claudia Potenza ad Alessandro Tiberi, da Nunzia Schiano a Nello Mascia, per citare solo alcuni del foltissimo gruppo di protagonisti”. 

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