Akira al cinema in 4K per i suoi 35 anni, ecco perché vale la pena di vedere l'anime

Cinema
Gabriele Lippi

Gabriele Lippi

La versione restaurata del capolavoro di Katsuhiro Ōtomo torna in sala per La Stagione degli Anime. Due giorni, il 14 e 15 marzo, prima in versione originale coi sottotitoli, poi doppiato. Un'occasione imperdibile per vedere o rivedere un'opera che ha profondamente segnato la storia del cinema d'animazione e non

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Un classico intramontabile dell’animazione giapponese torna al cinema in una versione restaurata in 4K per celebrare il suo 35esimo anniversario. Martedì 14 e mercoledì 15 marzo, Akira di Katsuhiro Ōtomo arriva nelle sale italiane, prima in lingua originale coi sottotitoli e poi doppiato, per la Stagione degli Anime di Nexo Digital. Un evento imperdibile per i fan ma anche per chi ancora non ha mai visto il film che ha segnato la storia degli anime al cinema.

Primo anime nei cinema occidentali senza tagli

Uscito per la prima volta nel 1988, Akira è stato il primo film d’animazione giapponese a venire esportato nel resto del mondo senza tagli o rimaneggiamenti, mantenendo la sua impronta fortemente adulta e finendo per aprire il varco alla diffusione globale degli anime e influenzare una intera generazione di cineasti, sceneggiatori, animatori e produttori.

Akira cinema 4k

UN ADATTAMENTO PRECOCE

Ispirato all’omonima serie manga dello stesso Ōtomo, Akira ha avuto una storia produttiva complicata e certamente particolare, con un adattamento ordinato e avviato mentre la serie a fumetti era ancora in corso e una distribuzione avvenuta quando questa doveva ancora concludersi. Contesto questo che ha certamente influito su una scrittura poco fluida, che procede a salti con una trama di difficile comprensione, ma che non ha comunque ridotto l’impatto artistico del film.

AKIRA, LA TRAMA

Akira è ambientato in un Giappone post apocalittico, segnato dalla Terza Guerra Mondiale avvenuta nel 1988 (il film si apre con la scena di un’esplosione atomica ed è letteralmente pieno di scene di distruzione e devastazione). Trentuno anni dopo, nel 2019, alla vigilia delle Olimpiadi, per le strade della città ricostruita di Neo Tokyo imperversano bande di teenager motociclisti che si fanno la guerra tra di loro. In uno di questi scontri, il giovane Tetsuo finisce per scontrarsi contro un bambino dotato di poteri telecinetici sfuggito all’esercito. A seguito dell’impatto, lo stesso Testuo viene prelevato dall’esercito, ricoverato e sottoposto a una serie di esperimenti che liberano un potere di cui il ragazzo prima si approfitta per sfogare le frustrazioni della sua giovane vita, fino a perderne il controllo lui stesso diventando una terribile minaccia per il Paese.

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IN CONTUMACIA DI AKIRA

La peculiarità di essere stato realizzato mentre la pubblicazione del manga era ancora in corso - definita dallo stesso Ōtomo una pessima idea - ha certamente influenzato il prodotto finale. Di fatto il film parte sostanzialmente identico al manga, ne adatta la prima metà del primo di sei volumi (recentemente ristampati nell'edizione definitiva voluta dall'autore e pubblicati in Italia da Planet Manga) e poi ci attacca un finale molto simile a quello che avrà nel 1990 il manga, finendo per avere un film sostanzialmente in contumacia del personaggio che dà il titolo all'opera. 

UN BUDGET PARTICOLARMENTE ELEVATO

Prodotto con l’ambizione di rivaleggiare con le grandi produzioni occidentali (Disney in testa), Akira ha avuto un costo di produzione esorbitante per gli standard dell’animazione giapponese dell’epoca: 1,1 miliardi di yen, in pratica 9 milioni di dollari. Un budget reso possibile dal consorzio “Comitato Akira” creato da sette grandi società di produzione (Kodansha, Mianichi Broadcasting System, Bandai, Hakuhodo, Toho, LaserDisc Corporation e Smitomo Corporation) e ampiamente ripagato dagli incassi ottenuti negli anni tra cinema e homevideo che superano i 50 milioni di euro.

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DISEGNI, COLORI E ANIMAZIONE STRAORDINARI

A far lievitare i costi hanno contribuito tanto la durata del film quanto la volontà di realizzare un’opera animata senza precedenti. Il risultato è straordinario: ancora oggi, 35 anni dopo la sua prima uscita, Akira stupisce per il suo impianto visivo e sonoro, forte di animazioni complesse dettagliate ed estremamente fluide e di scene d’azione realizzate con 24 disegni al secondo, il doppio rispetto agli standard dell’epoca. Alcune scene sono state realizzate anche con l’ausilio della computer grafica, ai tempi utilizzata limitatamente soltanto dalla Disney, e per la realizzazione del film sono state usate 327 sfumature di colore, 50 create appositamente, incluso il Rosso Akira dell’iconica moto di Kaneda

L'IMPATTO CULTURALE DI AKIRA

Akira ha avuto un impatto straordinario sul cinema a venire. Non solo perché ha aperto la strada dell’occidente all’animazione giapponese, fino all’epoca sostanzialmente confinata alla serialità televisiva, ma anche per la sua capacità di influenzare l’immaginario di autori a seguire. Non è un mistero, per esempio, che i fratelli Duffer, autori di Stranger Things, si siano ispirati al film di Ōtomo nel creare la base sotterranea di Hawkins in cui venivano cresciuti e addestrati bambini con abilità telecinetiche classificati ciascuno con un numero di serie (come la Eleven interpretata da Millie Bobby Brown).

UN'OPERA ADULTA DI CRITICA SOCIALE

Rivolto esplicitamente a un pubblico adulto, Akira è ancora oggi un caposaldo del cinema, non solo di quello d’animazione, e in particolar modo del genere distopico futuristico. Potente critica della società giapponese e della corruzione politica in cui versava il Paese, metafora del problema degli orfani di guerra e della rabbia sociale montata a seguito della sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale, quella di Ōtomo è un’opera sontuosamente imperfetta che non ha perso un grammo del suo peso specifico. Un capolavoro da guardare e riguardare per poterne apprezzare ogni volta i molteplici elementi di merito.

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