"Laggiù qualcuno mi ama" è il titolo del documentario su Massimo Troisi di Mario Martone

Cinema

Camilla Sernagiotto

©Getty

È in cantiere un film che racconterà la genialità di un mito purtroppo scomparso prematuramente, nel 1994 all'età di soli 41 anni: stiamo parlando del leggendario attore partenopeo. Sarà diretto da un altro grande artista napoletano, il regista e autore Mario Martone, con la collaborazione di Anna Pavignano, compagna di lavoro e di vita di Troisi

È in lavorazione un film di genere il documentario su Massimo Troisi, diretto dal regista Mario Martone con la collaborazione della compagna di lavoro e di vita del compianto artista scomparso nel 1994, ossia Anna Pavignano.

Si intitolerà Laggiù qualcuno mi ama e vedrà il regista e autore napoletano Mario Martone raccontarci la genialità del suo compaesano, un mito che manca moltissimo al cinema italiano, a tutti i suoi colleghi e ai tantissimi fan.

 

Il documentario sarà prodotto da Indiana e conterrà tanti documenti inediti, parecchie testimonianze preziose di chi ha vissuto e lavorato con lui, racconti intimi dei familiari e aneddoti degli amici.

Le parole di Mario Martone

“Con Massimo era nata un’amicizia fondata su una grande stima reciproca”, ha detto il regista Mario Martone. “Adoravo il suo cinema, vagheggiavamo di lavorare insieme. La possibilità che mi viene offerta di fare un film documentario in cui il pubblico lo possa ritrovare oggi sul grande schermo è quindi qualcosa di speciale per me, posso tornare a dialogare con lui, ascoltarlo e portarlo agli spettatori di ieri e a quelli di oggi, che sono tantissimi“.

Le parole di Mario Martone sono emozionanti e anche molto emozionate

Non soltanto parole emozionanti: ciò che esce dalla bocca di Martone è anche qualcosa di molto emozionato, che porta con sé una grande commozione del cineasta.
“Massimo è sempre rimasto vivo nell’immaginario collettivo, perché era una grande anima e un grande artista”, afferma il regista. “E molto speciale è per me lavorare alla sceneggiatura con Anna Pavignano, che di Massimo ha scritto tutti i film e la cui presenza al suo fianco indicava molto bene quanto Massimo fosse aperto, dialettico, avanti nella sua visione delle cose. Quanto possa parlarci ancora adesso. Facciamo questo film per riascoltarlo, rivederlo, stare con lui”.

Italian actor and director Massimo Troisi smiling sitting on a chair. 1989  (Photo by Rino Petrosino\Mondadori via Getty Images)

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Massimo Troisi, un mito intramontabile

“Io non mi piaccio mai”, ha detto Massimo Troisi di sé. “Sono talmente autocritico, che non mi suicido per non lasciare un biglietto che mi sembrerebbe ridicolo”.

La sua ironia e autoironia, il suo sarcasmo e la sua vis comica lo hanno reso uno degli artisti più interessanti del panorama italiano degli anni Settanta-Ottanta. Purtroppo non è stato così per quanto riguarda gli anni Novanta perché, come sappiamo, Massimo Troisi è scomparso a causa di una malattia cardiaca nel 1994. Soffriva di cuore e, dopo le riprese de Il postino, trovò la morte nel sonno, poche ore dopo l'ultimo ciak. Si spense il 4 giugno 1994 a Ostia, nella casa della sorella Annamaria. Aveva solo 41 anni ed è morto per un attacco cardiaco conseguente a febbri reumatiche.

Italian actor and director Massimo Troisi gesticulating in the kitchen in the film Pensavo fosse amore invece era un calesse. 1991  (Photo by Mondadori via Getty Images)

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La storia di Massimo Troisi

Nato il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano, appena fuori Napoli, Massimo Troisi ha cominciato la sua carriera di attore alla fine degli anni Sessanta. Ha creato la compagnia teatrale del Centro Teatro Spazio, a cui si sono uniti Enzo De Caro e Lello Arena. Con loro ha poi inaugurato La Smorfia, un gruppo teatrale che è sbarcato in radio e in televisione riscuotendo un enorme successo.
Da Non stop (1977) a La sberla (1978) fino a Luna Park (1979), sono tanti i programmi televisivi a cui i tre prendono parte.
L’ultimo spettacolo teatrale del trio è stato Così è (se vi piace), dopodiché Massimo Troisi ha lasciato La Smorfia per intraprendere una carriera da solista, diventando un attore (e regista) di cinema tra i più apprezzati d'Italia.
Esordisce sul grande schermo nel 1981, sia come attore sia come regista, con il film Ricomincio da tre (1981).

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Ricomincio da tre

Il suo primo film diventa un successo strepitoso. Girato in sole sei settimane tra Napoli e Firenze con un budget irrisorio, riscuote un successo tale da battere al botteghino pellicole  a dir poco blockbuster come Fantozzi contro tutti e L’impero colpisce ancora.
Il consenso del pubblico è così forte che il film di Troisi rimane in cartellone nei cinema per ben 600 giorni.

Questo suo primo lungometraggio viene insignito di due David di Donatello (per il miglior film e per il miglior attore protagonista), di quattro Nastri d’argento (miglior attore, regista emergente, soggetto e produttore) e di due Grolle d’oro.

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Ancora televisione e ancora cinema

Nel 1982 torna sul piccolo schermo come protagonista dello speciale TV di Rai Tre intitolato Morto Troisi, viva Troisi!. Da Roberto Benigni a Carlo Verdone, da Lello Arena a Marco Messeri, sono tanti colleghi che partecipano a questo show.

Nello stesso anno recita insieme a Lello arena nel film diretto da Lodovico Gasparini, No grazie, il caffè mi rende nervoso.

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Scusate il ritardo e Non ci resta che piangere

Nel 1983 è protagonista del film Scusate il ritardo, seguito l'anno dopo da Non ci resta che piangere.

In quest'ultima pellicola viene affiancato come co-protagonista e come co-regista da Roberto Benigni. È il 1984 e questo duo pazzesco consacra il film a maggior incasso dell'anno, portando nelle sale italiane quasi 4 milioni di spettatori.
Tre anni più tardi Troisi dirige il film Le vie del Signore sono finite, la pellicola italiana più vista del 1987, l'anno di uscita.
Nel 1988 viene diretto da Ettore Scola nel film Splendor e nel 1989 in Che ora è?, con cui Vince la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia assieme a Mastroianni.
Nel 1990 interpreta Pulcinella nel film Il viaggio di Capitan Fracassa, presentato al Festival di Berlino.

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L’ultimo film da lui diretto e Il postino

Per quanto riguarda i suoi film da regista, l'ultimo è stato Pensavo fosse amore… invece era un calesse, da lui scritto, diretto e interpretato nel 1991. Nel cast lo affiancano Francesca Neri e Marco Messeri.

Nel 1994 è protagonista del film Il postino, diretto da Michael Radford.
Benché sapesse dell'urgenza di un intervento chirurgico a causa dei suoi problemi cardiaci, Massimo Troisi ha comunque deciso di procedere con le riprese del film. Queste furono da lui concluse con un grandissimo sforzo, una fatica tale che molti ritengono essere stata una delle cause della sua prematura dipartita, avvenuta infatti poche ore dopo la fine delle riprese.

Tra tutti i film di Massimo Troisi, Il postino è quello più famoso, sia in patria sia a livello internazionale, oltre a essere anche il più premiato. È stato candidato a cinque premi Oscar, tra cui quello come miglior attore protagonista per Troisi, vincendo la statuetta per le musiche di Luis Bacalov.

Ha vinto tre Bafta Award (per il miglior film straniero, il miglior regista e le migliori musiche); ha vinto anche il premio come miglior film straniero della National Board of Review.

Il postino è stato distribuito dalla Miramax dei fratelli Weinstein. Quando uscì, nel 1994, divenne il maggior incasso di sempre per una pellicola straniera negli Stati Uniti d'America: oltreoceano incassò circa 22 milioni di dollari.

Massimo Troisi, da quando se ne è andato, ha lasciato dietro di sé un enorme vuoto artistico. Oltre a un altrettanto enorme e incolmabile vuoto umano.  

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