Le otto montagne: il romanzo premio Strega di Paolo Cognetti diventerà un film

Cinema

Camilla Sernagiotto

Einaudi
otto

L’acclamata opera dello scrittore italiano edita da Einaudi sarà adattata per il grande schermo e verrà diretta dal belga Felix van Groeningen, regista del film Alabama Monroe che nel 2012 gli è valso una nomination all’Oscar, assieme a Charlotte Vandermeersch

Il romanzo Le otto montagne di Paolo Cognetti, insignito del Premio Strega 2017, diventerà un film.

Il libro edito da Einaudi sarà adattato per il grande schermo e la versione cinematografica verrà prodotta dall’italiana Wildside e diretta dal belga fiammingo Felix van Groeningen.

Il regista (che nel 2012 ha firmato Alabama Monroe, film accaldatissimo da pubblico e critica che gli è valso una candidatura all’Oscar) è uno dei nomi più interessanti del panorama registico europeo di oggi. Ha diretto, tra gli altri, Beautiful Boy con protagonisti Steve Carell e Timothée Chalamet.

Non sarà solo Felix van Groeningen a occuparsi della regia de Le otto montagne: lo co-dirigerà anche Charlotte Vandermeersch, attrice e sceneggiatrice che si occuperà assieme a lui sia di scrivere a quattro mani soggetto e script sia di armeggiare con la cinepresa. Per la Vandermeersch, si tratta del debutto alla regia.

La pellicola tratta dal romanzo di Paolo Cognetti sarà frutto di una una co-produzione fra Italia, Belgio, Francia e Regno Unito.
Le riprese sono previste per l’estate prossima in location varie fra le Alpi, Torino e il Nepal.

Per quanto riguarda il cast, non si sa ancora nulla circa gli attori, nemmeno i due che impersoneranno i protagonisti, Pietro e Bruno.

La trama del romanzo Le otto montagne

Le otto montagne racconta di Pietro e Bruno, due amici di lunga, lunghissima data. Si conoscono da decenni e si ritrovavano da ragazzini ogni anno d’estate, quando Pietro, nato e cresciuto in città, andava in montagna per trascorrere le ferie.

Là trovava sempre Bruno, l’amico dell’estate che sul cocuzzolo della montagna ci vive anche d’inverno.
Il loro rapporto d’amicizia era molto stretto grazie a quell’ingenuità, sincerità e sentimento puri e scevri di ogni secondo fine che caratterizza solo i bambini.

La loro amicizia profonda nasce nelle ore trascorse come protagonisti di passeggiate e avventure, immersi nella natura selvaggia dei boschi.

Dopo che Pietro - “l’animale metropolitano” di questa storia che sa anche un po’ di favola - smette di andare nel paesino di montagna dove vive Bruno, i due inevitabilmente si perderanno.

Ma vent’anni più tardi Pietro tornerà in quei luoghi, rendendosi protagonista non più di una di quelle passeggiate spensierate che faceva con l’amico di vecchia data ma semmai di un vero e proprio viaggio di formazione per crescere e maturare.

Un iter a ritroso, tornando sui passi della giovinezza, che lo farà intanto procedere in avanti, risolvendo alcuni dei capitoli non chiariti del suo passato, l’unico modo per fare pace con se stesso e ritrovare la quiete perduta.

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