Rosa, la trama del film con Lunetta Savino candidata ai David di Donatello 2020

Cinema

In “Rosa”, Lunetta Savino è una madre in lutto che riscopre se stessa. Un ruolo che le è valso la candidatura ai David di Donatello

Lunetta Savino, volto notissimo della tv grazie a “Un medico in famiglia”, ha ricevuto la sua seconda candidatura ai David di Donatello.

La prima volta fu nel 1999 per “Matrimoni”, film di Cristina Comencini che racconta di un amore improvviso, arrivato a scombussolare la protagonista il giorno della vigilia di Natale. Ora il film è “Rosa” di Katja Colja, e Lunetta ne è la protagonista.

“Rosa”: la trama

Lunetta Savino è Rosa, sessantenne meridionale sposata da quarant’anni con lo sloveno Igor (Boris Cavazza). Il loro è un amore travagliato, che ha attraversato numerose tempeste e che si è raffreddato. Tanti sono stati i momenti bui, a cominciare dalla morte dell’amata figlia Maja. A seguito di quella scomparsa, i due hanno eretto un muro. Vivono nella stessa casa, ciascuno chiuso nella propria solitudine.

Nadi, la figlia maggiore, prova a mettere i suoi genitori davanti all’amore che l’uno per l’altra provavano. Ma sarà un’eclatante scoperta a far scattare qualcosa in Rosa: quando scopre che Maja vendeva sex toys insieme ad una parrucchiera decisa a far riscoprire alle donne il loro corpo e la loro sessualità, ne sarà incuriosita.

Entrerà dunque in contatto con altre donne, Rosa. E se in un primo momento lo farà per tenere in vita un “legame” con la figlia, in un secondo momento troverà in quegli incontri un nuovo aspetto della sua persona. Riprenderà familiarità con parti di sé dimenticate o sconosciute, e ritroverà la forza di prendersi cura anche di chi ama.

Chi è Lunetta Savino

Nota al grande pubblico come la Cettina di “Un medico in famiglia”, Lunetta Savino è una celebre attrice televisiva e teatrale. Tante sono le fiction da lei interpretate, da “Il bello delle donne” a “Raccontami” fino a “ll figlio della luna” dove interpreta Lucia, vera madre coraggio di Fulvio Frisone, un ragazzo affetto da tetraplegia spastica distonica divenuto fisico nucleare.

Al cinema l’abbiamo vista in numerose produzioni, come “Saturno contro” e “Mine vaganti” di Ferzan Özpetek, e come i film che le sono valsi premi e riconoscimenti: “Matrimoni”, “Liberate i pesci!”, “La fuga”.

Ora, eccola impegnata in una nuova avventura. Che la regista Katja Colja così descrive: «L'idea nasce da mia madre, che dopo il grave lutto di mio padre ha iniziato a rivivere, si è innamorata un'altra volta; da figlia ero sorpresa, non l'avevo mai vissuta come una donna che a sessantacinque anni sembrava una ragazzina di diciotto, l'avevo sempre e solo vista come una madre».

Mentre Lunetta ha così commentato il suo ruolo: «Uno dei motivi per cui ho accettato questo ruolo, oltre al mio percorso di donna femminista, era la scommessa per nulla semplice di mettere vicini due mondi fortissimi, due tabù come la morte e il piacere. E raccontarlo in un film, mettendo al centro una donna che ricomincia a vivere, a sorridere e a scoprire i sex toys frequentando il retrobottega di un salone da parrucchiera, è rivoluzionario».

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