A Star Is Born, in prima tv su Premium Cinema il capolavoro di Bradley Cooper

Cinema

Veronica Scarioni

A Star Is Born, in onda, in prima visione assoluta, venerdì 15 novembre, alle ore 21.15, segna il debutto alla regia di Bradley Cooper ed è il remake del film omonimo del 1937, diretto da William A. Wellman, ispirato a sua volta a A che prezzo Hollywood? diretto George Cukor nel 1932. Il film di Cooper è il terzo rifacimento dopo quelli diretti da George Cukor nel 1954 e da Frank Pierson nel 1976

Sapete cosa significa “shippare”? No, le pecore non c’entrano niente e nemmeno i ladri. Shippare viene da “relationship”, di cui è un’abbreviazione, ed è un neologismo, un po’ social, per definire quel fenomeno che si verifica quando i fan di una coppia di personaggi appartenenti al mondo della finzione, vorrebbero che la loro relazione diventasse reale.

È quello che è successo con Bradley Cooper e Lady Gaga, protagonisti di A Star Is Born, che hanno incantato milioni di persone con il palpabile feeling presente tra loro. Prima sul grande schermo e poi in occasioni come il concerto di Lady Gaga a Las Vegas, di cui Cooper è stato ospite, o la performance di Shallow, il brano più famoso della colonna sonora del film, alla cerimonia degli Oscar, i due si sono mostrati estremamente complici e appassionati. La cantante ha più volte ripetuto che si tratta solo di recitazione e che anche quella degli Oscar era, appunto, solo una performance, in cui anche l’aspetto recitativo giocava un forte ruolo, ma chissà…

Se il fenomeno dello shipping suona come qualcosa da ragazzine, però, A Star Is Born non lo è per niente, anzi. Preparatevi a piangere e a sentire lo stomaco aggrovigliarsi a causa delle mille emozioni contrastanti che il film scatena nello spettatore.

È strano dirlo dopo che ha diretto un solo film, ma A Star Is Born è già considerabile il capolavoro di Bradley Cooper, che si esprime qui all’ennesima potenza. Recita, canta (in presa diretta), dirige, ha scritto la sceneggiatura ed è anche produttore. Un artista vero, insomma, che in questo film ha trovato il modo per esprimere tutto il suo incredibile talento.

La storia è semplice, ma non scontata. Non succede quello che ci si aspetta e questo, insieme a tanti altri, è indubbiamente un suo punto di forza. A Star Is Born è incredibilmente reale, pieno di umanità sofferta, tremendamente vera. È “una storia sbagliata” e per questo un film giustissimo.

Il trailer del film



Cooper e Lady Gaga danno vita a Jackson e Ally: cantante di successo osannato dalle folle, ma alcolizzato e infelice, lui; ragazza di talento, ma costretta a fare la cameriera, lei. Si conoscono per caso e si innamorano, ma A Star Is Born non è un film per ragazzine e le cose non vanno come ci si aspetterebbe da un film in cui un uomo tormentato trova finalmente l’amore. Jackson aiuta Ally a raggiungere il successo che si merita e a mano a mano che la ragazza inizia a brillare, lui si spegne.

Non è un cantante in declino all'inizio del film, la sua decadenza inizia proprio quando conosce la ragazza e inizia a lavorare per portarla al successo. La sensazione di essere, in qualche modo, sbagliato non lo abbandona nemmeno all'interno della loro storia d’amore ed anzi si aggrava, in quanto l’uomo si rende conto e viene convinto di essere un intralcio alla carriera di quella che ormai è sua moglie. Infatti, sebbene sia sincero con lei a proposito del suo lavoro e vorrebbe che non abbandonasse la sua vera natura per raggiungere il successo, come le viene consigliato, non riesce ad evitare di essere un vero disastro, regalando allo spettatore scene meravigliosamente strazianti. Così decide di farsi da parte. Esiste però un’interpretazione, per quanto possibile, meno dolorosa della vicenda e cioè che dopo aver combattuto da sempre con la sua vita e il suo talento, senza trovare mai il modo di esserne soddisfatto, nonostante l’amore, i successi e le platee di fan urlanti, una volta trovato il modo di trasferire a qualcun altro quel fuoco che indubbiamente gli arde dentro, Jackson decida di eclissarsi trovando, forse, finalmente la pace. L’ennesimo gesto “a modo suo” fatto per Ally quindi, ma anche per lui.

Impossibile a questo punto non riservare qualche parola alla similitudine fra l’atteggiamento di Jackson nei confronti di Ally e quello di Cooper nei confronti di Lady Gaga. Entrambi, infatti, sono volti a far brillare la donna, mettendosi anche in secondo piano quando serve.

La scelta di Lady Gaga come protagonista è un’altra dimostrazione del talento di Bradley Cooper, che ha avuto la sensibilità necessaria per individuare in lei l’interprete perfetta per dare vita al personaggio che aveva in mente. La cantante in questo film è sorprendente, perfettamente credibile, gigantesca e questo è sicuramente merito suo, ma non sarebbe mai stata lì se il regista non l’avesse voluta, questo è un dato di fatto.

Il film, come sappiamo, è il remake di un soggetto che già altre volte era stato ripreso ed è interessante notare come la storia abbia in realtà origine ad Hollywood, in quanto le prime versioni di essa hanno per protagonisti degli attori, non dei cantanti. La presenza di un’artista musicale è stata introdotta solo con la versione del ’54, in cui la protagonista è una cantante, e si è poi consolidata nella versione del 1976 con Kris Kristofferson e Barbra Streisand.

Il personaggio di Cooper, infatti, tra tutti i suoi predecessori, è più vicino a quello interpretato da Kristofferson, senza farne però una citazione. Jackson Maine è assolutamente credibile e contemporaneo, tanto che Eddie Vedder ha ironizzato dicendo di essere suo padre, riferendosi alla somiglianza tra lui e il protagonista del film, evidente soprattutto nello stile e nell’interpretazione delle canzoni. Una cosa di cui il regista non ha fatto segreto, raccontando di aver chiesto aiuto proprio al front man dei Pearl Jam, suo amico, per costruire il personaggio, dal punto di vista recitativo ma anche da quello musicale.

Tutte le canzoni che sentiamo nel film, infatti, sono state scritte ed interpretate da Lady Gaga e Bradley Cooper (con Lukas Nelson, Jason Isbell e Mark Ronson) e registrate in presa diretta durante alcuni festival musicali.

La scelta dell’ambientazione è risultata vincente. Il ruolo che riveste la musica pop nella nostra società, infatti, ha fatto sì che la presenza di due cantanti come protagonisti rendesse il film molto più intenso e appassionante di quello che avrebbe sortito un’operazione di “cinema nel cinema”.

Un’ultima osservazione, inevitabile, per il finale. La scena, così semplice ma straziante, con il corpo di Jackson che si intravede nel garage e il suo cane che lo aspetta fuori non si dimentica facilmente e contiene tutta la solitudine e la disperazione del personaggio.

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