Storia di un successo: il cartone Candy Candy

Cinema

Il 1° ottobre del 1976, per la prima volta andava in onda in Giappone l’anime creato da Kyoko Mizuki, tratto dall’omonimo manga. In Italia è arrivato quattro anni dopo ed è diventato leggenda: ecco la storia del cartone di Candy Candy.

Candy Candy: nella Storia da più di 40 anni

“Candy è poesia”, come recita l’intramontabile sigla cantata dai Rocking Horse. Lo è davvero per tutti gli appassionati di Candy Candy, anime nato dall’omonimo manga del 1975 di Kyoko Mizuki, approdato in televisione in Giappone il 1° ottobre 1976, per poi arrivare in Italia quattro anni più tardi.

Quarantatre anni esatti, quindi, dalla prima messa in onda, eppure la trasposizione ad opera sempre di Kyoko Mizuki in collaborazione con Yumiko Igarashi non sembra invecchiata di un mese. E anzi, con il passare del tempo il seguito di fan è andato aumentando, anche fra i più giovani, tanto da far entrare di diritto Candy Candy nella storia dell’intrattenimento popolare.

Ma cosa rendeva il manga e l’anime in questione così speciali? Andiamo a scoprirlo ripercorrendo la storia di Candy Candy, dalle pagine a fumetti fino al piccolo schermo.

Candy Candy: storia del manga

Candy Candy nasce nei primi anni ’70 come romanzo scritto da una giovanissima Kyoko Mizuki, a sua detta per consolarsi del lutto per la scomparsa della madre. Nell’aprile del 1975 quella storia diventa un manga di genere cosiddetto shojo, ovvero dedicato a un pubblico femminile, per quanto in realtà, come dimostrerà la sua storia tanto editoriale che televisiva, il suo successo sarà trasversale alle barriere di genere.

A pubblicare il manga Candy Candy, scritto da Mizuki e illustrato da Yumiko Igarashi, è la storica casa editrice Kōdansha. Il fumetto appare sulle pagine della rivista mensile Nakayoshi da quel fatidico aprile del 1975 fino al marzo del 1979. In Italia, riadattata e (come spesso avveniva) censurata, viene pubblicata per la prima volta da Fratelli Fabbri Editori, che addirittura prosegue Candy Candy in proprio con storie scritte e disegnate in Italia.

Candy Candy: storia del cartone animato

Visto il successo del manga, il popolarissimo studio Toei Animation decide di produrre un cartone animato di Candy Candy, creato dalle stesse Kyoko Mizuki e Yumiko Igarashi (che anni dopo sarebbero entrate in causa per i diritti dell’opera, tanto che la disputa legale rimane tutt’oggi irrisolta), con regia di Shun’ichi Yukimiro, character design di Mitsuo Shindo e musiche di Takeo Watanabe. Come detto, la prima tv giapponese cade il 1° ottobre 1976, con la messa in onda dell’anime che prosegue fino al 2 febbraio 1979, per un totale di 115 episodi.

In Italia la storia del cartone di Candy Candy comincia l’anno successivo, a partire dal 2 marzo 1980, quando varie televisioni locali – come avveniva all’epoca per le serie d’animazione provenienti dal Giappone – prendono a trasmetterlo all’interno del proprio palinsesto, talvolta con una programmazione frammentaria o ripetuta nel tempo.

Il cartone di Candy Candy ha, in Italia, un successo clamoroso, tanto da farlo diventare uno degli show iconici di quei primi anni ’80. Contribuisce ad accrescerne la popolarità anche la già citata sigla dei Rocking Horse, gruppo attivissimo nell’ambito delle sigle di cartoni animati giapponesi.

Candy Candy: la trama del cartone

Il cartone animato di Candy Candy racconta una storia all’insegna della passione e del sentimento, con toni e avvenimenti spesso tragici. Del resto, la protagonista, agli inizi del ‘900, è un’orfanella di nome Candy, cresciuta assieme all’amica Annie presso un orfanotrofio religioso.

La prima delusione per Candy arriva quando Annie viene adottata da una ricca famiglia, lasciandola sola in collegio. A consolarla, solo il fugace incontro con un misterioso ragazzo in kilt incontrato su di una collina.

Tempo dopo anche Candy viene adottata, dalla famiglia aristocratica dei Legan, i cui modi sofisticati però fanno sentire la vivace ragazzina a disagio. Tramite loro però Candy conosce gli Andrew, con i cui nipoti fa amicizia, a cominciare da Anthony.

I ragazzi convincono gli Andrew ad adottare ufficialmente Candy, per evitare che sia spedita in Messico dai Legan. Nel frattempo tra lei e Anthony nasce l’amore, ma il ragazzo muore cadendo da cavallo, lasciando la giovane in lutto.

In seguito Candy viene mandata a studiare in collegio a Londra, dove rincontra Annie e si innamora, ricambiata, dell’anticonformista Terence. Lascerà però la capitale britannica per gli Stati Uniti e, con la guerra alle porte, deciderà di dedicarsi alla cura degli altri diventando infermiera.

 

Candy lavora come infermiera a Chicago, dove trova il vecchio amico Albert ferito in guerra e privo di memoria. Si reca poi a New York per incontrare Terence, ma un tragico incidente a una ragazza a lui vicina, Susanna, complica le cose, e così Candy decide di tornare a quella che ormai sembra essere la sua città.

Nel frattempo Albert scompare e Candy sembra essere destinata a sposare Neal, innamorata di lui. La ragazza decide di tornare in patria per chiarirsi con lo zio William e scopre a sorpresa che questi in realtà è il suo amico Albert, che era anche il famoso ragazzo incontrato sulla collina tanti anni prima. In chiusura Terence lascia Susanna, la ragazza che era stato forzato a sposare, per tornare dal suo vero amore… o almeno questo è ciò che accade nella versione italiana del cartone, per accontentare i fan locali, perché nell’originale i due rimanevano insieme.

Un happy ending, per quanto apocrifo, per la storia del cartone animato di Candy Candy. Quale che sia la vostra versione preferita della vicenda, una cosa è certa: ancora oggi, per quanto le controversie legali fra autrice e disegnatrice del manga abbiano tenuto il celebre anime lontano dalle televisioni, possiamo sognare grazie alle vicissitudini di Candy e dei suoi amici.

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