I film in cui compare Silvio Berlusconi

Cinema

Camilla Sernagiotto

Un frame del film Loro di Paolo Sorrentino con Toni Servillo nei panni di Silvio Berlusconi

In occasione dell’83esimo compleanno del Cavaliere, ecco le migliori pellicole che lo citano. Da Aprile a Il caimano fino a Silvio Forever, arrivando anche al piccolo schermo della serie tv di 1994 prodotta da Sky e in arrivo il 4 ottobre su Sky Atlantic e Sky Cinema 1
 

Il 29 settembre Silvio Berlusconi spegnerà 83 candeline.
In occasione del compleanno di questo celebre politico e imprenditore italiano, abbiamo selezionato le migliori pellicole che lo citano.

Film molto diversi tra loro che presentano la figura di quello che viene spesso definito come il Cavaliere. Soprannome assegnatogli dal giornalista sportivo Gianni Brera per via dell'onorificenza a cavaliere del lavoro conferitagli nel 1977 dal presidente della Repubblica Giovanni Leone.

Onorificenza alla quale Silvio Berlusconi ha rinunciato nel 2014.

Citato in ogni salsa e in pellicole molto diverse tra loro, questo nome scritto a caratteri cubitali nella storia del nostro Paese non manca all’appello nemmeno in 1994.
Nell’ultimo capitolo della trilogia televisiva capitanata da Stefano Accorsi nei panni di Leonardo Notte non poteva di certo non essere presente lui.

La serie evento prodotta da Sky che racconta gli anni che hanno cambiato il Paese a cavallo fra la Prima e Seconda Repubblica, ossia quegli anni Novanta messi a titolo, ha per forza dovuto fare i conti anche con il personaggio imprescindibile di Berlusconi.

Aspettando di vedere l’attesissima serie 1994, in onda a partire dal 4 ottobre su Sky Atlantic e Sky Cinema 1, e quindi di vedere anche la figura del Cavaliere sul piccolo schermo, ecco invece i titoli del grande schermo dedicati a lui.


Loro (2018) di Paolo Sorrentino

Loro è il film suddiviso in due parti (Loro 1 e Loro 2) che racconta per filo e per segno la vita di Silvio Berlusconi.

Le vicende professionali si intrecciano a quelle politiche e inevitabilmente a quelle private, raccontando la storia di questo personaggio molto difficile da narrare.

Eppure Paolo Sorrentino riuscirebbe a raccontarci qualunque cosa con quel suo modo indescrivibile di anatomizzare qualsiasi vita, Papa o Cavaliere che sia.

E anche l’attore che veste i panni di Berlusconi non è da meno: a restituire un personaggio che più che personaggio è semmai uomo, vero e credibile (nonostante qualsiasi personaggio con cariche pubbliche si sia creato inevitabilmente un personaggio esso stesso, una maschera pirandelliana) c'è uno degli attori più da chapeau che abbiamo oggi: Toni Servillo.
Già diretto da Sorrentino per interpretare un altro personaggio politico del nostro Paese: Giulio Andreotti ne Il divo del 2008.

 

Silvio Forever (2011) di Roberto Faenza e Filippo Macelloni

Silvio Forever è il film biografico che ripercorre attraverso immagini di repertorio e testimonianze varie tutta la vita di Silvio Berlusconi.

Diretto da Roberto Faenza e Filippo Macelloni nel 2011, ha come voce narrante a commento delle vicende quella di Neri Marcorè, celebre comico capace di imitare in maniera esilarante la tipica cadenza di Berlusconi.

Dalla madre del Cavaliere, Rosa Bossi, che difende il figlio come ci si potrebbe aspettare da qualsiasi mamma, fino all’iter studiorum di un giovane Silvio, sempre brillante e in grado di conciliare studio e lavoro (ha lavorato come cantante sulle navi da crociera e come venditore porta a porta), la sua vita sotto ogni aspetto viene attentamente analizzata.

Non mancano inoltre le testimonianze autobiografiche: Berlusconi in persona racconta del suo rapporto con una ballerina francese negli anni in cui viveva a Parigi e spiega che il padre Luigi ha voluto troncare questa liaison, richiamandolo in Italia. Inizierà così nel nostro Paese la sua attività di imprenditore immobiliare, immediatamente coronata dal successo (basti pensare a Milano 2 e Milano 3).

Nel film prendono parola anche diversi giornalisti, da Indro Montanelli a Marco Travaglio.
Nelle immagini di repertorio ci sono da Roberto Benigni a Mike Bongiorno, da Dario Fo a Raimondo Vianello.
Un bel pezzo di storia del costume, della società e della politica italiana. Nonché di storia vera e propria.

 

Il caimano (2006) di Nanni Moretti

Nanni Moretti ha trattato più volte il personaggio di Berlusconi nei suoi film. O meglio: ha trattato più volte il “tema Berlusconi”, argomento diventato così attuale e preponderante per molti registi, artisti e intellettuali da diventare appunto tematica vera e propria.

Il film che Moretti “dedica” totalmente a Berlusconi è Il caimano.
Una pellicola che il regista definisce non politica: per Moretti si tratta della storia di una coppia in cui la politica fa soltanto da cornice. L’ha dichiarato non appena si è alzato un polverone appena prima dell’uscita nelle sale del film, quando molti chiesero di posticiparlo rispetto alle elezioni politiche dell’aprile 2006 poiché avrebbe rischiato di influenzare l'elettorato.

La storia racconta di un produttore cinematografico di film di serie B, Bruno Bonomo, che negli anni settanta si dedicava al cinema trash assieme alla moglie.

Quest’uomo sta attraversando un momento difficile su ogni fronte, dal professionale al privato. La sua casa produttrice sta per fallire e non è da meno il suo matrimonio.

Tutto ormai cade a pezzi nella sua vita quando improvvisamente arriva come un deus ex machina Teresa, una giovane regista con un copione in mano. Il film che vorrebbe girare si intitola Il caimano e racconta la vita di Silvio Berlusconi.

E in un gioco di specchi, la storia del film da girare si sviluppa parallelamente a quella personale e affettiva del produttore.

A calarsi nei panni di Berlusconi c’è qui l’attore Michele Placido mentre il protagonista è interpretato da Silvio Orlando.
Non manca nemmeno un altro nome importantissimo del cinema italiano: Paolo Sorrentino.

Il regista che nel 2018 ha dedicato alla figura berlusconiana il suo film in due parti Loro compare ne Il caimano come attore.
Interpreta infattiil marito di Aidra in Cataratte, uno dei b-movie di successo del periodo roseo della casa di produzione del protagonista Bruno Bonomo.

 

Aprile (1998) di Nanni Moretti

Già sul finire degli anni Novanta Nanni Moretti aveva ampiamente parlato di Berlusconi in un suo film.
Aprile, uscito nel 1998, si apre con il discorso di Emilio Fede al TG4 per annunciare la vittoria di Silvio Berlusconi alle elezioni politiche del 1994.

Nanni Moretti, protagonista nei panni di se stesso, si dimostra sconcertato da questa vittoria e decide così di girare un documentario su Silvio Berlusconi incentrato sul conflitto d’interessi.
Ma il progetto verrà accantonato per un musical.

Due anni dopo, quando nel 1996 ci saranno le elezioni politiche anticipate, Moretti riprende in mano il progetto del documentario su Berlusconi. Tuttavia ancora una volta lo lascerà perdere e si dedicherà al musical lasciato in sospeso, venendo assorbito totalmente dal lavoro e dal nuovo ruolo di neo-padre.

 

Videocracy - Basta apparire (2009) di Erik Gandini

Videocracy - Basta apparire è il documentario diretto da Erik Gandini che analizza come in Italia la televisione abbia il potere di influenzare la popolazione in quanto unica fonte di informazione per molti (almeno fino al 2009, anno in cui il film è uscito).

L’analisi parte proprio dal rapporto inscindibile tra l’impero mediatico di Silvio Berlusconi e il suo potere a livello politico, sostenendo la tesi che il possesso di reti tv sia stata la fonte primaria del consenso nei suoi confronti.

Da questa analisi se ne delinea una ulteriore: con l’avvento della televisione commerciale anche nuovi valori (o disvalori, se vogliamo) sono penetrati nella società. E tutti ruotano attorno al fulcro dell’apparenza.

Quel “basta apparire” messo a titolo è ciò che Lele Mora pronuncerà alla fine del film.

Oltre a lui compaiono molti altri personaggi, da Fabrizio Corona a Simona Ventura, da Umberto Smaila a Gigi Sabani, Pippo Franco, Luca Laurenti, Poalo Bonolis e Flavio Briatore.
 

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