10 film da vedere ambientati in autunno

Cinema

Camilla Sernagiotto

Una scena del film "Autumn in New York"

Da Autumn in New York a Rushmore passando per The Village, l’autunno è una stagione molto amata come scenario cinematografico. E non solo come scenario: quasi sempre diventa metafora, simbolo e addirittura protagonista! Ecco la top ten di pellicole ambientate tra fine settembre e fine novembre da non perdere assolutamente
 

L’autunno è una stagione in cui il cinema sboccia rigoglioso: sono tanti i film ambientati da ottobre a fine novembre, perfetti da godersi ora.

Pellicole in cui l’autunno non è solo contorno atmosferico: quasi sempre le foglie che cadono, i primi freddi e la nebbia che avvolge diventano metafore di qualcos'altro.

L’autunno è quasi sempre uno stato mentale, un riflesso dei personaggi che proprio nella penombra autunnale si muovono con lentezza, seguendo i ritmi di una natura letargica.

Abbiamo selezionato 10 film da vedere assolutamente ambientati proprio in questo periodo dell’anno.

Perfetti da godersi in dolce compagnia. Che spesso è la compagnia di un caldo plaid e di una mug di cioccolata fumante!

 

Autumn in New York (2000)

Uno dei film che meglio celebra l’autunno. Un autunno non solo climatico ma anche metafora esistenziale.
Will Keane (interpretato da Richard Gere) è uno sciupa-femmine che non riesce mai a portare avanti un flirt in maniera seria e coscienziosa.
Quando incontra Charlotte Fielding (alias Winona Ryder), una ragazza molto più giovane di lui e apparentemente spensierata, immagina lo stesso iter amoroso: un flirt, una storiella facile e niente di più.

Non appena Will arriva al fatidico step dell’addio, Charlotte gli confida che comunque la loro storia non avrebbe avuto futuro: la ragazza sta per morire a causa di un neuroblastoma cardiaco.
La nonna di Charlotte chiederà a Will di non abbandonarla in un momento così delicato della sua vita. Sebbene lui l’abbia fatto anche con la madre di Charlotte, sua amante prima di lei...

In questa difficile storia d’amore - in cui per la prima volta Will si innamorerà veramente - il suo cuore prima arido si nutrirà di così tanto sentimento da cambiare radicalmente.

Ritroverà anche la figlia perduta che lo renderà pure nonno, facendolo rinascere emotivamente. Nonostante l’autunno che c’è fuori dalla finestra (e che fa morire tutto, Charlotte compresa), Autumn in New York è anche una primavera del cuore.
Uno scenario che diventa addirittura coprotagonista è Central Park. Anche in questo caso le foglie che cadono e il verde che avvizzisce si preparano a fare sbocciare nuova vita sotto la coltre autunnale.

L’attimo fuggente (1989)

Il capolavoro diretto da Peter Weir con protagonista Robin Williams nei panni del professor John Keating ha fatto storia.

Ambientato alla fine degli anni Cinquanta, la stagione in cui si apre questo film è proprio l’autunno.

L’insegnante di letteratura - diventato personaggio memorabile della storia del grande schermo - viene trasferito nel collegio maschile Welton.

Il professore interpretato da Williams rompe gli schemi rigidissimi della prestigiosa scuola del Delaware, così si attira le ire dei genitori bacchettoni degli alunni che riuscirà a ispirare.

Il suo metodo didattico originale esorta infatti a seguire la propria strada, coltivando il talento che ciascuno ha in maniera innata.

Contagiando gli alunni con un amore snaturato nei confronti della poesia, spingerà i ragazzi a riportare in vita un gruppo "clandestino" di poesia, ossia la setta dei poeti estinti, che esisteva già all’epoca del professore (il quale ovviamente ne faceva parte).

La situazione precipiterà quando il padre di un ragazzo imporrà la propria volontà e farà di tutto perché il professore smetta di influenzare gli studenti.

Una pellicola emozionante che ha come fil rouge l’autunno. Non solo a livello atmosferico ma anche emotivo: l’autunno con le foglie che cadono (le dead leaves. E il titolo originale del film è Dead Poets Society) diventa lo stato d’animo dei protagonisti.

Da sempre la poesia e l’arte sono storicamente alimentati da un animo introspettivo e melanconico, più in sintonia con l’autunno.

 

Will Hunting - Genio ribelle (1997)

Un altro capolavoro, stavolta diretto da Gus Van Sant, con protagonista Robin Williams è Will Hunting - Genio ribelle.

E anche questa volta l’autunno non fa solo da sfondo: è coprotagonista assieme a Williams e a Matt Damon.

Quest’ultimo è Will Hunting, un ragazzo ventenne che è un genio della matematica ma lavora in un’impresa di pulizie e spesso finisce nei guai con la legge.

Mentre sta pulendo le lavagne di Harvard, il professore Lambeau capisce che quel ragazzo ha un cervello e un bernoccolo per la matematica unici nel proprio genere.

Nel frattempo lui verrà arrestato per una rissa ma verrà rilasciato grazie al professor Lambeau il quale lo costringe a frequentare lezioni di matematica e a farsi aiutare da uno psicologo.

Sarà proprio il dottor Sean Maguire (Robin Williams) ad aiutarlo a risolvere i suoi problemi, a fare i conti con il passato, a metabolizzare tutto. E a fare sbocciare finalmente l’autunno che gli faceva morire i sentimenti dentro, trasformandolo in una primavera emotiva e intellettuale.

 

The Village (2004)

Tra le pellicole che meglio rendono l’autunno c’è indubbiamente The Village di M. Night Shyamalan.

Un horror-thriller ambientato in un villaggio circondato da una foresta che pare sia infestata da mostruose e misteriose creature.

Questo è ciò che gli anziani della comunità sostengono e, grazie al loro patto con quelle che vengono definite "le creature innominabili”, nel villaggio la vita trascorre in assoluta serenità.

Anni prima, infatti, i capi si sono accordati con le belve mostruose promettendo di non addentrarsi mai nei loro boschi. In cambio, le bestie feroci si impegnarono a non attaccare mai il villaggio.

Ma il precario equilibrio si incrinerà non appena Ivy, una ragazza non vedente innamorata di Lucius che viene ferito semi-mortalmente, decide di inoltrarsi nel bosco per raggiungere la città vicina e procurarsi le medicine che possono salvare il suo amato.

In quell’occasione suo padre le rivelerà che le creature sono state inventate dagli anziani per impedire agli abitanti del villaggio di fuggire e andare in città, luogo secondo loro di perdizione.

Questo film da pelle d’oca è una metafora pazzesca degli Stati Uniti d’America: così interessati a salvaguardare i propri interessi da inventarsi da soli i nemici ed erigere muri pur di proteggersi dallo straniero.

Per rendere così bene il malessere emotivo dei personaggi, isolati in maniera forzata e fuori dal mondo vero, la stagione prescelta è proprio l’autunno. Stagione in cui la natura fa più paura: i rami scheletrici, le foglie morenti, i colori tendenti alla marcescenza… Tutto fa presagire morte.

Interessante inoltre è il fatto che il colore vietato nel villaggio sia il rosso, nuance che gli anziani dicono attiri le belve feroci.

Il rosso è proprio una delle tinte principali della palette cromatica autunnale. Nonché il colore del sangue, della morte ma anche della vita, in quanto il sangue è la linfa vitale numero uno.

Hocus Pocus (1993)

Hocus Pocus rende l’autunno massimo protagonista, in perfetto clima Halloween insomma.

Questa commedia fantastica diretta da Kenny Ortega narra la storia delle sorelle Sanderson: Winifred, Mary e Sarah.

Si tratta di tre streghe che nel 1693 rapiscono la piccola Emily Binx e le succhiano la linfa vitale per diventare di nuovamente giovani.
Il fratello di Emily, Thackery, tenterà invano di salvarla ma appena viene scoperto viene trasformato in un gatto nero immortale.
Gli abitanti del villaggio cattureranno le streghe e le impiccheranno.

Trecento anni dopo, nella notte di Halloween, Max, la sua sorellina Dani e la loro amica Allison si intrufolano nella casa delle tre streghe e le riporteranno involontariamente in vita.

Ne succederanno di tutti i colori, autunnali in primis: l’argomento “stregonesco” infatti si sposa al bacio con i marroni, i rossi, e l’arancione-zucca tipici di ottobre. Siamo in pieno Halloween infatti. Dolcetto o scherzetto?

 

Casper (1995)


Diretto da Brad Silberling, Casper è la commedia fantastica basata sull’omonimo personaggio di cartoni animati e fumetti.

Ha fatto storia non solo per l’amicizia straordinaria che racconta ma anche perché si tratta del primo lungometraggio che ha come protagonista un personaggio realizzato interamente con la tecnica della computer-generated imagery.

Nel Maine c'è un castello in cui è custodito un tesoro ma è infestato da presenze spettrali.

Quando un uomo, Carrigan, lo acquista, decide di rivolgersi a un cacciatore di fantasmi per sbarazzarsi degli strani inquilini che lo abitano.

Arriverà così il dottor Harvey, accompagnato dalla figlioletta Kat (interpretata da una giovanissima Christina Ricci).

L’ingresso nel castello coincide con il periodo di Halloween, in autunno inoltrato.
Kant farà la conoscenza di Casper, il gentile fantasmino che abita quelle mura. Ma con lui vivono (anzi: non vivono, in perfetto tema spettrale) i suoi tre zii pazzerelli che tentano ogni volta di cacciare qualsiasi umano si avvicini a quel maniero.

Tuttavia la forza della dolcezza e dell’amicizia tra Casper e Kat riuscirà a fare comunicare due mondi così distanti come quello degli esseri umani e degli spettri.

Un film che ha incantato intere generazioni e che è perfetto da godersi con il conforto di un bel plaid e una tazza di tisana fumante. Per celebrare l’autunno in tutto il suo (umido) splendore!

 

Lontano dal paradiso (2002)


Lontano dal paradiso è il film diretto da Todd Haynes che narra una storia ambientata negli anni Cinquanta su uno sfondo autunnale. Autunno che, anche in questo caso, diviene simbolo di qualcosa di molto più profondo.

Nel Connecticut targato Fifties, Cathy Whitaker (interpretata da un’eccezionale Julianne Moore) è una madre di due bambini e moglie. Condizione di tante, anzi di tutte, le donne di quegli anni.
Un giorno Cathy scoprirà però il marito in atteggiamenti omosessuali. Nel frattempo si affezionerà a un uomo di colore, il giardiniere Ray.
Una pellicola in cui vengono trattati diversi temi ancora caldi (per non dire scottanti): le differenze di classe, l’omosessualità, l'integrazione razziale e l’emancipazione femminile.
Sullo sfondo c’è la natura morente, amata dal giardiniere Ray per deformazione professionale.
E simbolo di un male di vivere che spesso è la stessa società che impone a chi ne fa parte. Il paradiso messo a titolo coincide con l’estate mentre questo film parla di autunno che va a braccetto semmai con il purgatorio.

L’incredibile volo (1996)

Questo film diretto da Carroll Ballard è basato sulla vicenda reale compiuta da Bill Lishman.
E parla di un aspetto dell’autunno che ne è uno dei simboli: la migrazione degli uccelli.

Amy è una ragazzina di quattordici anni che è sopravvissuta all’incidente in cui sua madre invece ha perso la vita.
Dopo questo trauma va a vivere con il padre scultore in una fattoria del Canada.

Un giorno scoprirà qui delle uova di oca canadese che si stanno per schiudere. E deciderà di prendersi cura dei piccoli facendo loro da mamma.

Ma al momento della migrazione autunnale Amy si troverà davanti a un problema da madre adottiva: come farà a insegnare ai suoi piccoli a volare verso sud?

Non può tenerli con sé nella fattoria perché prima o poi imparerebbero a volare ma non avrebbero nessuno che li guida, quindi rimarrebbero per sempre oche spaesate, andando incontro alla morte.

La soluzione tanto assurda quanto geniale verrà in mente al padre di Amy, pilota di aerei ultraleggeri che le insegnerà a pilotare un deltamotore.

La ragazzina riuscirà così a farsi inseguire dallo stormo in formazione di un incredibile volo verso la Carolina del Nord.

Una favola mozzafiato. Che mozza ancora di più il fiato all’idea che si tratti di una vicenda reale.

Qui l’autunno è sì il “cattivo” ma anche il motore che attiva tutta l’avventura. E la morale di una lezione che non è solo una lezione di volo (sia da padre a figlia sia da Amy a “figli”): qui l’autunno dà una lezione di vita e di amore senza pari.

 

Racconto d'autunno (1998)


Éric Rohmer in Racconto d'autunno narra della stagione matura della vita. L’autunno appunto.

A Saint Paul Trois Chateau è settembre e si stanno ultimando i preparativi per il matrimonio della figlia di Isabelle, una libraia amica di Magali.

Quest’ultima è una viticoltrice di 45 anni, single e con due figli che vivono lontani. Isabelle va a trovarla nella sua vigna e intuisce la profonda solitudine in cui l’amica sta vivendo.

Le consiglia così di mettere un’inserzione in una rubrica di cuori solitari ma Magali non accettaerà.
Sarà dunque Isabelle a fare pubblicare l'inserzione, spacciandosi per l'amica.

Se in Racconto di primavera il regista Éric Rohmer analizza la giovinezza e il rapporto ormonale che essa ha con l’amore, in questo nuovo capitolo del suo ciclo filmico sulle stagioni dell'amore anatomizza invece la passione matura, tipica del sentire autunnale.

 

Rushmore (1998)

Rushmore è la commedia cult di Wes Anderson con protagonisti Jason Schwartzman, Bill Murray e Olivia Williams che fa dell’autunno uno dei temi caldi. Anzi: freddi e umidicci, come ottobre e novembre vogliono appunto!

Un ragazzo di quindici anni di nome Max Fisher frequenta il rinomato collegio Rushmore ma i suoi voti sono tutt’altro che alti.

Il magnate dell'acciaio Herman Blume gli offre un lavoro che lui accetterà e nel frattempo si innamora della maestra di scuola elementare Rosemary Cross.

Questa è una giovane vedova che, nonostante sia già passato qualche anno dalla scomparsa del marito, non ne ha ancora superato la morte.

Intanto però il magnate Blume si innamorerà di lei, ricambiato, facendo impazzire di gelosia Max.

Ma alla fine i tre troveranno un loro equilibrio e dopo l’autunno turbolento sboccerà una tiepida primavera in cui tutti quanti ritroveranno il sorriso.

Tra vendemmia, zucche di Halloween e foglie secche che cadono a terra, Rushmore è un elogio all’autunno in ogni sua forma.

E non mancano i cartelli che segnano ogni passaggio da settembre a ottobre e novembre.
 

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