L'Appennino che suonava, una magica scorribanda sonora

Cinema
Cinque suonatori a Compiano
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E' L’Appennino che suonava il nuovo film di Alessandro Scillitani, frutto di una rigorosa e al contempo gioiosa scorribanda etnomusicologica alla quale ha lavorato negli ultimi due anni. Ve lo presentiamo

È un momento particolarmente prolifico per il poliedrico regista reggiano: a poche settimane dal lancio internazionale del film sull’Europa con Paolo Rumiz esce L’Appennino che suonava, esito di una rigorosa e al contempo gioiosa «scorribanda etnomusicologica» alla quale ha lavorato negli ultimi due anni. In arrivo, inoltre, i dvd di queste e altre sue produzioni cinematografiche. Il vulcanico regista reggiano Alessandro Scillitani sta vivendo un momento di grande fermento creativo e produttivo: a pochi giorni di distanza dalle prime presentazioni (in tutta Italia e oltre confine) del film Alla Ricerca di Europa, al quale ha collaborato anche Paolo Rumiz, è in uscita L’Appennino che suonava, frutto di un’appassionata ricerca tra musica, ballo e tradizioni popolari che lo ha impegnato negli ultimi due anni. La prima presentazione pubblica avrà luogo martedì 19 febbraio al Cinema Rosebud di Reggio Emilia, con doppia proiezione alle ore 19 e alle ore 21. Altre proiezioni sono in via di definizione in tutta Italia.

«Il film è un viaggio ideale nei luoghi dell’Appennino Reggiano in cui vissero e operarono i suonatori popolari tra fine Ottocento e metà degli anni Settanta» spiega Alessandro Scillitani, che ha progettato e realizzato L’Appennino che suonava da un’idea di Bruno Grulli e coadiuvato dai musicisti Emanuele Reverberi e Paolo Simonazzi, dal fotografo Riccardo Varini e dal critico cinematografico Paolo Vecchi «Attraversando luoghi, case, osterie, dall’evocazione dei suoni e delle musiche, dal racconto dei testimoni si traccia il profilo di un periodo in cui la musica era al centro della vita della comunità. Il cuore del film è basato sulle ricerche sul campo condotte alla fine degli anni Settanta da Bruno Grulli, che mi ha portato nei luoghi della sua ricerca facendomi incontrare gli eredi di quei suonatori. La colonna sonora è costituita dalle musiche, registrate all’epoca della ricerca dai portatori originali o riproposte oggi da musicisti che reinterpretano quei brani: Emanuele Reverberi, Paolo Simonazzi, Filippo Chieli, Remo Monti, Riccardo Varini».

«La gioia e la festa sono al centro di questo film» aggiunge il regista «Che ho voluto arricchire con documenti, foto d'epoca e materiale d'archivio rendendo giustizia a un lavoro compiuto anni fa da Bruno Grulli e tenendo conto delle ricerche etnomusicologiche fatte in Italia e nel mondo per mantenere traccia di qualcosa che stava per perdersi. Non ho però voluto indugiare nella nostalgia: il recupero di quelle musiche, di quei canti rende vivi quei suonatori, li restituisce al presente, dona loro un futuro». Sono inoltre in corso di pubblicazione, a cura di Artemide Film, i dvd (corredati di libretti con documentazione delle ricerche effettuate) di Alla Ricerca d’Europa, di L’Appennino che suonava e di Sogni Comuni, film sui comuni virtuosi (tra cui Riace) realizzato da Alessandro Scillitani nel 2018. Il debutto del film sarà preceduto, sabato 16 febbraio alle ore 19, dall’inaugurazione della mostra delle fotografie realizzate da Riccardo Varini durante le riprese del film. L’esposizione, che verrà allestita alla Libreria Punto Einaudi Strand di Reggio Emilia (in via Emilia San Pietro 22) sarà visitabile fino al 28 febbraio. Durante l’inaugurazione verrà presentato il trailer del film e sarà presente, oltre al regista, il musicista Paolo Simonazzi con la sua ghironda.

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