Nomination all'Oscar 2019: ecco le nostre previsioni sui candidati

Cinema

Andrea Cominetti

Roma

Sono tanti gli attori e i registi che, attraverso le loro pellicole, sperano in un riconoscimento da parte dell’Academy. Chi inutilmente, chi a ragion veduta
 

Smaltita l’abbuffata dei Golden Globes, è già tempo di concentrarsi sugli Oscar, i premi più prestigiosi del cinema internazionale, le cui nomination verranno annunciate, come di consueto in diretta, il 22 gennaio. Tante le pellicole uscite quest’anno che sperano in una candidatura e almeno altrettanti gli attori e i registi che - chi inutilmente, chi a ragion veduta - bramano un riconoscimento da parte dell’Academy. Di seguito, la lista di chi, secondo noi, ha più chance di spuntarla.

Miglior film

Partiamo dal miglior film. Stando alle recensioni e ai premi ricevuti, la pellicola dell’anno è indubbiamente «Roma» del messicano Alfonso Cuarón. L’opera, prodotta da Netflix e già vincitrice del Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia, pur non essendo in lingua inglese può - a differenza di quel che accade ai Golden Globes - comunque concorrere nella sezione principale della manifestazione, come successe anche a «La vita è bella» del nostro Roberto Benigni nel lontano 1999. A farne le spese, sono ovviamente i rivali diretti, in particolare «Green Book» di Peter Farrelly - già vincitore del Golden Globe per la miglior commedia o film musicale - ed «A Star Is Born» di Bradley Cooper, già uscito con le ossa rotte dai premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press, dove ha vinto soltanto per «Shallow» (miglior canzone originale). Ottime possibilità di nomination anche per «La favorita» di Yorgos Lanthimos (il più candidato ai Bafta, gli Oscar inglesi, con 12 nomination), «BlacKkKlansman» di Spike Lee e «Vice - L’uomo nell’ombra» di Adam McKay, con un irriconoscibile Christian Bale nei panni dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney.

Miglior attore protagonista

E proprio il trasformista Christian Bale guida la lista degli interpreti da tenere d’occhio per quel che concerne la statuetta del «migliore attore protagonista». Accanto a lui, favoritissimo della vigilia, spazio anche a Bradley Cooper (per il suo musicista rock alcolizzato di «A Star Is Born») e Willem Dafoe (per il suo intenso Vincent Van Gogh di «At Eternity’s Gate»), già Coppa Volpi per il miglior attore all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Si contendono gli ultimi posti disponibili Lucas Hedges (per «Boy Erased»), Viggo Mortensen (per «Green Book») e Rami Malek, uscito trionfatore dai Golden Globes, ma decisamente meno quotato in casa Academy, nonostante la sua ottima interpretazione di Freddy Mercury in «Bohemian Rhapsody».

Miglior attrice protagonista


Tra le attrici, invece, la sfida dell’anno tra la veterana Glenn Close («The Wife») e la novellina Lady Gaga («A Star Is Born») potrebbe concludersi con una vittoria inaspettata, da parte di una terza incomoda: Olivia Colman. Gli Oscar, infatti, non prevedono la divisione tra film drammatici e commedie, pertanto sembrerebbe proprio l’interprete della regina Anna ne «La favorita» (vincitrice sia ai Golden Globes sia ai Critics' Choice Awards) la più accreditata ad accaparrarsi l’ambita statuetta. Da non dimenticare, in ottica nomination, anche le performance di Nicole Kidman («Destroyer»), Yalitza Aparicio («Roma»), Emily Blunt («Il ritorno di Mary Poppins») e Melissa McCarthy («Copia originale»).

Miglior attore e attrice non protagonista

Purtroppo (o per fortuna, a seconda dei punti di vista), la medesima incertezza regna anche tra gli interpreti non protagonisti. Tra gli uomini, in particolare, sembrano sicure le candidature del nuovo mattatore di «True Detective» Mahershala Ali («Green Book») e di Richard E. Grant («Copia originale»), mentre sono più aperte le altre tre. A contendersele, un quartetto d’eccezione, composto da Timothée Chalamet («Beautiful Boy»), Adam Driver («BlacKkKlansman»), Sam Elliott («A Star Is Born») e Sam Rockwell («Vice»), già vincitore lo scorso anno nella stessa categoria grazie al controverso agente di polizia di «Tre manifesti a Ebbing, Missouri».
Tra le donne, è lanciatissima la star Tv Regina King («Se la strada potesse parlare»), seguita dalla quasi onnipresente Amy Adams («Vice») e dalle due cortigiane de «La favorita», Emma Stone e Rachel Weisz. Più combattuto il quinto posto, che potrebbe andare a una tra Claire Foy («First Man - Il primo uomo»), Margot Robbie («Maria Regina di Scozia») e Nicole Kidman («Boy Erased»).

Miglior regista


Chiudiamo con il premio riservato al miglior regista, sempre più strettamente correlato a quello per il miglior film. Nei 90 anni di storia dell’Accademy, infatti, solo quattro volte la pellicola dell’anno non ha visto il suo regista tra i nominati della sua categoria: l’ultimo - per fare un esempio - è il caso di Ben Affleck, vincitore nel 2013 con «Argo» ma del tutto snobbato come film-maker. Quest’anno la lotta pare sarà soprattutto tra Alfonso Cuarón («Roma») e Spike Lee («BlacKkKlansman»), incredibilmente alla sua prima nomination agli Oscar. Non vanno comunque dimenticati né Adam McKay («Vice») né Yorgos Lanthimos («La favorita»), che potrebbero regalare qualche sorpresa. E neppure gli outsider Bradley Cooper («A Star Is Born») e Peter Farrelly («Green Book»), che si contendono l’ultimo posto disponibile.

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