"Tutti in piedi” con Vision. Dal 27 settembre nei cinema

Cinema

Vision Distribution porta nelle sale italiane il film, già campione d’incassi in Francia, Tutti in Piedi, commedia romantica diretta e interpretata da Franck Dubosc e in uscita nei cinema italiani il prossimo 27 settembre

Arriva nei nostri cinema, dal 27 settembre distribuita da Vision, la commedia francese “ “Tutti in piedi” (titolo originale “Tout le monde debout”) .Si tratta del primo titolo non italiano in arrivo grazie a Vision è già campione d’incassi in Francia.
Presentato per la prima volta in Italia nel corso del Cinè di Riccione è diretto e interpretato da Franck Dubosc (Benvenuto a bordoDream TeamBarbecue). Ad affiancare il celebre attore francese, altri importanti interpreti transalpini come Alexandra LamyGérard DarmonElsa Zylberstein e Caroline Anglade

La pellicola è incentrata sulla storia di Jocelyn (Franck Dubosc), un uomo d’affari di successo, un inguaribile seduttore e un bugiardo incallito. Un giorno, a causa di un malinteso, viene scambiato per disabile dalla vicina di casa della defunta madre, la giovane e sexy Julie. Per conquistarla, Jocelyn decide di approfittare del fraintendimento. L’equivoco, che inizialmente sembra essere solo un gioco divertente, diventa complicato quando Julie gli presenta sua sorella Florence (Alexandra Lamy) che, costretta su una sedia a rotelle a seguito di un incidente stradale, non ha perso la voglia di vivere a pieno e sembra abbattere qualsiasi barriera col suo irresistibile sorriso. È allora che, in bilico sull’esile filo di una insostenibile bugia, Jocelyn inventa una doppia vita: una in piedi e una sulla sedia a rotelle.
 


Il regista e protagonista Franck Dubosc racconta come è nata l'idea per il film.

La mia motivazione era duplice e doppiamente personale. Un giorno, a causa dell'età e dell'impossibilità di camminare, mia madre si ritrovò su una sedia a rotelle. La sedia, simbolo di handicap, divenne una soluzione che le permetteva finalmente di riprendere ad uscire. Diceva, però: “Non posso andare al mercatino della chiesa, perché lì ci sono le scale”. Fu come una rivelazione. Quello strumento che dapprima era sembrato una benedizione, era improvvisamente diventato un ostacolo. Pensai a tutti quei disabili che ogni giorno si trovano ad affrontare questi problemi. Inoltre, avevo sempre desiderato scrivere una storia d'amore che non si basasse su differenze culturali o sociali, ma fisiche. E' una domanda che mi ha sempre affascinato: cosa succederebbe se ci si innamorasse di una persona disabile? La proiezione del futuro, come minimo, si complicherebbe molto. L'amore, alla fine, si dimostrerebbe più forte delle considerazioni razionali? Io credo di si, ed è il motivo per cui ho deciso di fare questo film.
 

La protagonista femminile Alexandra Lamy racconta come è stata coinvolta nel progetto.

Fui sorpresa, perché non ci conoscevamo molto bene e mi stupì il fatto che fosse venuto a cercare proprio me, ma allo stesso tempo ne fui felice, perché so che è un lavoratore instancabile e molto esigente anche con sé stesso, e questa è una cosa che adoro di lui. Ricordo che parlammo subito della mole di lavoro: dovevo interpretare una disabile e far capire di conoscere la verità, ma allo stesso tempo nasconderlo, e poi imparare a suonare il violino e a giocare a tennis sulla sedia a rotelle. La partita di tennis è una scena chiave del film, perché Jocelyn si innamora di lei proprio vedendola giocare, e il pubblico deve sentirsi come lui, deve pensare: questa donna è una guerriera, è la vita fatta persona. Abbiamo discusso sulla possibilità di usare una controfigura, per quella scena, perché risultasse davvero credibile, ma io ero contraria, e per me era un punto veramente importante. Una volta deciso questo, restava solo mettersi al lavoro.


 

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