Buon Compleanno Martin Scorsese

Cinema
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Venerdi 17 novembre il geniale regista italoamericano compie 75 anni. Sky Cinema Classics rende omaggio al grande cineasta con due capolavori ambientati nella livida e violenta New York degli anni Settanta: Taxy Driver e Mean Street

I peccati non si scontano in chiesa, ma sulle strade. E non sono le strade d'oro asfaltate dal sogno americano ma percorsi assai tortuosi e molto pericolosi. Vicoli sporchi e offuscati dal fumo vomitato dai tombini. Vie rese fradicie da idranti divelti da malevoli balordi. Perché, nel cinema di Martin Scorsese tutte le strade portano a New York. La città che non dorme mai scorre perpetua nelle vene del regista italo americano nato a Flishing, Long Island, il 17 novembre del 1942. Prete Mancato, gangster fallito, Scorsese sa bene che la domenica si passa in chiesa, mentre il lunedì ci aspetta l'inferno.

In un’intervista rilasciata alla rivista Playmen nel 1978 Martin dichiara: "Nelle strade si svolgono gli avvenimenti più importanti e ciò arricchisce la vita quotidiana. Se la Chiesa è idealismo, la strada è realismo nel senso più completo della parola. La strada ti accetta per quello che sei; la strada ha il potere di uniformare, sia per il disperato, sia per il milionario, vi è sempre la stessa parte di territorio, devi sottostare al comando dei semafori e, peggio, all’imprevedibile mercé di forze sconosciute... “.

E dall'osservatorio niente affatto privilegiato di Elizabeth Street, la strada di Little Italy in cui Scorsese è cresciuto, il regista sceglie di raccontare, attraverso i film quel mondo folle e agitato che vedeva ogni giorno.

Forse per questo Mean Streets, film non a caso adorato da John Cassavetes non ha un plot particolarmente incisivo. Con l’oculata perizia di un entomologo, tra carrellate, zoom, rallenti e grandangoli, Scorsese ci illustra un mondo chiuso e circoscritto da rituali che oscillano fra il sacro e il profano. Girato in ventisette giorni, scandito da classici della canzone napoletana, Mean Streets trabocca di scene improvvisate dagli attori, Nell'evocare le vicende di Tony (David Proval), Michael (Richard Romanus), Johnny Boy (Robert de Niro) e Charlie (Harvey Keitel), Martin ci offre una sorta di viaggio in un microcosmo brutale e insondabile. La storia di 4 amici al bar perduti in una rossa spirale di sesso, alcol, violenza.

Si tratta dello stesso universo crudele e livido che ritroviamo in Taxi Driver. E ancora una volta siamo in mezzo a una strada come dice il Travis Bickle protagonista del film.

"Grazie al cielo è venuta la pioggia, è servita a ripulire un po' le strade dall’immondizia che si era ammonticchiata. Lavoro tutta la notte adesso, dalle sei del pomeriggio alle sei del mattino, certe volte anche la domenica; è una fatica ma almeno mi tiene sempre occupato. Guadagno trecento, trecentocinquanta alla settimana, certe volte anche di più, quando faccio senza tassametro. Vengono fuori gli animali più strani, la notte: puttane, sfruttatori, mendicanti, drogati, spacciatori di droga, ladri, scippatori. Un giorno o l'altro verrà un altro diluvio universale e ripulirà le strade una volta per sempre. Io vado per tutta la città, lavoro a Bronx e Brooklyn, lavoro anche ad Harlem che è pieno di negri, io me ne frego del colore della pelle ma certi ci badano, certi miei colleghi i negri non li portano, per me non fa nessuna differenza.”.

Primo film in cui il protagonista è Robert De Niro e il regista è Martin Scorsese (e sarà l'inizio di un lungo sodalizio) Taxi Driver è pure l'ultimo film di Bernard Hermann, il compositore prediletto da Hitcock. Sulle noti dolenti del sassofono di Ronnie Lang, la colonna sonora accompagna il viaggio al termine della notte del tassista insonne e disperato. Sceneggiata da Paul Schrader che attinse a un periodo oscuro della sua vita, la pellicola vinse la Palma d'oro a Cannes e ottenne 4 nomination all'Oscar. Ma al netto dei riconoscimenti, Taxi Driver è entrato con la forza di un proiettile sparato da una 44 magnum nell'immaginario collettivo. Tant’è che almeno una volta nella vita, tutti ci siamo guardati in uno specchio pronunciando la celebre battuta: " You talkin' to me? You talkin' to me?" ("Ma dici a me? Ma dici a me? ").

 

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