"Difret-Il Coraggio per Cambiare" accende i riflettori sulle spose bambine

Cinema
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Un film toccante e coinvolgente, che pone l’accento sul difficile tema delle spose bambine nei paesi più poveri del mondo, è quanto proposto da Sky Cinema Cultsabato 14 ottobre in prima serata.Difret-Il Coraggio per Cambiare è un film di Zeresenay Berhane Mehari e coprodotto da Angelina Jolie, che racconta una storia vera, quella dell’avvocato Meaza Ashenafi e della sua lotta per la salvezza della piccola Hirut, colpevole solo di essersi difesa dalla violenza

Difret-Il Coraggio per Cambiare, in onda su Sky Cinema Cult, sabato 14 ottobre in prima serata, è il toccante film di Zeresenay Berhane Mehari, coprodotto da Angelina Jolie che si ispira ad una straziante storia vera.

L’opera, presentata nel 2014, ha avuto svariati riconoscimenti dal pubblico, tramutatisi in premi alFestival Internazionale del film di Berlino, al Sundance Film Festival, al Festival del Cinema di Amesterdam e al Montreal World Film Festival.

Ispirato a una storia vera, simile a tante altre nei paesi più poveri del mondo, Difret ha un duplice significato, evidente già nel titolo in lingua amarica, che significa ‘Coraggio’, ma anche ‘Violenza’ perpetuata durante uno stupro.

Hirut (Tizita Hagere) è una bambina etiope di quattordici anni che mentre torna da scuola viene aggredita e rapitada un gruppo di uomini a cavallo. Nonostante tutto la ragazza riesce a fuggire, ma nella fuga imbraccia un fucile e accidentalmente uccide Tadele, capo della banda e suo aspirante marito. In Etiopia, infatti, il rapimento a fini matrimoniali è pratica diffusa e il villaggio si schiera dalla parte del defunto. A difendere però Hirut, ad Addis Abeba, c’è Meaza Ashenafi (Meron Getnet), una donna avvocato che attraverso un’associazione offre assistenza legale gratuita a chi ne ha bisogno.

La donna prenderà a cuore il caso, rischiando tutto pur di salvare la piccola dal suo drammatico destino.

Per il suo lavoro in difesa dei diritti delle donne etiopi, Maeza ha ricevuto il Premio Nobel Africano(The Hunger Projects Prize) nel 2003.

Anche Amnesty International ha espresso il proprio apprezzamento al film, che mette in luce una tematica cara all’associazione ed è “capace di emozionare, documentare e sensibilizzare il pubblico, scavando tra le pieghe delle convenzioni sociali e mettendo in luce una forma di patriarcato che, in Etiopia, continua a perpetuare pratiche discriminatorie nei confronti delle donne.

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