Colonia, Emma Watson e gli anni bui del Cile di Pinochet

Cinema
Emma Watson in una scena del film "Colonia"
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Emma Watson e Daniel Brühl sono i protagonisti di una drammatica storia ispirata a fatti reali. Una giovane coppia, rimane coinvolta nel colpo di stato militare cileno del 1973. Quando Daniel viene rapito dalla polizia segreta di Pinochet, Lena si mette sulle sue tracce in una zona off limits a sud del Paese, chiamata Colonia Dignitad, una setta da cui nessuno è mai fuggito. Appuntamento in prima tv, domenica 26 febbraio alle 21.15 su Sky Cinema Uno

Ci sono orrori nella storia del Novecento ancora poco conosciuti, momenti in cui il fondamentalismo religioso va a braccetto con la dittatura con effetti horror. E' quello che racconta con lucidità 'Colonia', firmato dal premio oscar Florian Gallenberger, un thriller politico-storico pieno di ritmo. Al centro del film, in onda, in prima tv, domenica 26 febbraio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, la storia di Lena e Daniel, giovane coppia che rimane implicata nel colpo di stato militare avvenuto in Cile nel 1973. Quando Daniel viene infatti rapito dalla polizia segreta di Pinochet, Lena (Emma Watson) segue i suoi passi fino dentro un'area inespugnabile che si trova nel Sud del paese. Un'area, dal nome erroneamente rassicurante chiamata Colonia Dignidad. Apparentemente solo una missione guidata da un carismatico predicatore laico di nome Paul Schfer ma, in realtà, un luogo orribile dal quale nessuno è mai fuggito. Lena, per grande amore, deciderà di entrare a far parte di questa setta al solo scopo di ritrovare il suo Daniel (Daniel Bruhl). 

Cosa era Colonia Dignidad?  Fondata nel 1961 dal predicatore laico tedesco Paul Schfer e dai suoi seguaci distava 300 chilometri a sud da Santiago del Cile. Tutti gli abitanti erano prigionieri in una sorta di Stato dentro lo Stato, una forma di dittatura, e vivevano secondo le regole autocratiche imposte dallo stesso Schfer. Gli abitanti di questa colonia erano segregati per sesso. Proibiti tv, telefoni e calendari erano banditi, obbligatorio indossare vestiti di foggia bavarese e cantare canzoni in tedesco. Sesso bandito e residenti forzati a prendere farmaci che riducevano il desiderio. Per mantenere la disciplina pestaggi e torture. Infine, furono rilevate anche molestie su bambini.

Nel 1973 il generale Augusto Pinochet salì al potere e Schfer gli permise di usare Colonia Dignidad come campo torture per i prigionieri politici. Solo quando Pinochet abdicò, nel 1990 arrivarono le accuse a Paul Schfer che scappò in Argentina dove fu arrestato nel 2004.

"Ero uno studente delle scuole elementari – ha detto Florian Gallenberger - quando sentii parlare di questo posto in Cile, dal quale le persone non potevano fuggire, e dove vivevano come prigioniere. Rimasi profondamente sconvolto". E ancora il regista: “più' tempo trascorrevo studiando i fatti storici e ascoltando le storie della gente, più volevo saperne sul microcosmo creato da Schfer. E ho pensato così di raccontare la storia di un uomo e di una donna che, per caso, diventano membri di questa “comunità” e che poi tentano di scappare". 

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