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Arteparco presenta 'Liberi Tutti', l’opera di Valerio Berruti

Spettacolo
©Ansa

Arteparco, progetto artistico a cielo aperto nato con la volontà di portare l'arte contemporanea nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, presenta Liberi Tutti, l'installazione site-specific immaginata dall'artista Valerio Berruti (Alba, 1977) e visibile da sabato 23 luglio a Pescasseroli.

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Dopo il successo delle prime quattro edizioni, che hanno reso ARTEPARCO oggi un percorso espositivo composito per la varietà degli artisti coinvolti negli anni – Marcantonio, Matteo Fato, Alessandro Pavone e Sissi –, quest’anno grazie a Valerio Berruti il suggestivo contesto del Parco si arricchisce di una nuova inedita opera: Liberi Tutti è una scultura poetica e fiabesca, dalle dimensioni di circa tre metri per quattro, in cui un bambino, mentre gioca nella natura, sembra affacciarsi curioso da una roccia lasciandosi intravedere dai passanti. L'installazione è visibile da sabato 23 luglio a Pescasseroli.

 L'iniziativa, nata da un'idea di Paride Vitale, fondatore dell'omonima agenzia di comunicazione e imprenditore legato al territorio, vede la collaborazione tra Ente Parco, il Comune di Pescasseroli e il brand di profumi PARCO1923, ed è realizzata grazie al supporto di Bmw Italia, che da sempre dimostra attenzione ai temi della sostenibilità e della protezione ambientale, di Goretex, azienda leader nella realizzazione di tecnologie per capi outdoor impegnata a garantire un impatto economico e sociale positivo nel rispetto dell'ambiente, e Sky Arte, il canale televisivo di approfondimento dedicato alla cultura e all'arte.

“Sono molto felice di essere stato invitato a realizzare un mio lavoro site-specific per ARTEPARCO, un progetto che sposa pienamente la mia idea dell’arte, l’intenzione di creare opere immersive che dialoghino con l’ambiente e con lo spazio circostante cercando di esaltarlo al meglio”, ha affermato lo stesso Valerio Berruti. “La bellezza del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise mi ha ammaliato. Ho trascorso ore a camminare tra la natura stupendomi della bellezza degli alberi secolari, era tutto così meraviglioso da non riuscire a decidere cosa avrebbero potuto fare i miei ‘bambini’ in quel luogo fantastico”. 

L’artista, dopo essersi imbattuto tra i sentieri del Parco in una roccia dalle dimensioni mastodontiche, ha declinato la cifra stilistica che lo contraddistingue, ovvero la rappresentazione dell’infanzia come messaggio universale, nella raffigurazione di un momento di gioco all’interno della natura. L’opera, imponente come il masso di una montagna, è al contempo leggera come la vita ai suoi primordi. Questo primo momento dell’esistenza umana, in cui tutto ancora deve avvenire, è per l’artista uno strumento per instaurare una dialettica di reciprocità con il pubblico, innescando un processo di identificazione capace di travalicare ogni differenza. 

 

La magia delle Foreste Vetuste – Patrimonio UNESCO dal 2017 –, che nella loro unicità evocano in chi le attraversa la bellezza di una natura quasi fatata, ha ricondotto l’artista all’incanto dell’infanzia, conducendo il pubblico in un viaggio da percorrere con meraviglia e spensieratezza.