Il Teatro alla Scala riapre con un concerto simbolo diretto da Riccardo Chailly. VIDEO

Spettacolo

Chiara Ribichini

Dopo oltre 190 giorni di restrizioni, al Piermarini torna l’abbraccio del pubblico. Cinquecento le persone consentite, tutte sui palchi o in galleria. Molti, moltissimi applausi tanto mancati in questi mesi per l’orchestra e il coro e per Lise Davidsen, soprano al suo debutto scaligero. In platea anche Liliana Segre: “Ero qui anche nel 1946, quando Toscanini suonò in una sala appena ricostruita dopo la guerra”

Riparte sulle note di Verdi la Scala di Milano che riapre al suo pubblico dopo più di 190 giorni di restrizioni che hanno costretto il teatro a restare vuoto. Vuoto ma non in silenzio. Dal 22 ottobre, giorno dell’ultima recita prima della chiusura, ad oggi sono oltre 35 gli spettacoli messi in scena e trasmessi in streaming o in tv. Concerti, opere, balletti e recital che hanno permesso agli artisti di continuare a lavorare e ad essere pronti al segnale di apertura del sipario. E il giorno, tanto atteso, è arrivato.  500 le persone consentite, a fronte delle duemila che il teatro può solitamente ospitare, affacciate da palchi e galleria. Si è scelto infatti di mantenere la pedana costruita sopra la platea per permettere il distanziamento tra gli orchestrali. I coristi, che in questi mesi avevano cantato dai palchi, erano disposti sul palcoscenico. Lontani e con la mascherina.

Un concerto simbolo, con un programma internazionale che ha visto anche estratti di Wagner, Tchaikovsky, Strauss e Purcell, che arriva esattamente 75 anni dopo l’11 maggio del 1946, giorno dell’inaugurazione del Piermarini appena ricostruito dopo il bombardamento. In sala, oggi come allora, la senatrice a vita Liliana Segre. “Io c’ero e questo per me è molto importante, vivere la stessa emozione due volte” ha detto entrando nel foyer del teatro.

“E’ stato un momento storico molto significativo per questo teatro con la presenza del grande maestro Toscanini che ha segnato la rinascita dopo la guerra. Oggi il significato è ancora più drammatico nel senso che riapriamo ma non sappiamo per quanto”.

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Come nel 1946 questo concerto ha segnato il debutto di un soprano alla Scala: allora fu Renata Tebaldi, oggi Lise Davidsen, classe 1987, una delle interpreti wagneriane più quotate. E oggi, come 75 anni fa, non c’è stato alcun discorso istituzionale ma è stata solo la musica a parlare.
 “La Scala ha sempre avuto un ruolo importante nelle ripartenze. Quando si tocca qualcosa è la Scala che dà il segno” ha sottolineato il sovrintendente Dominique Meyer.

E sulle note finali del “Va’ pensiero” il Piermarini guarda avanti. “Il pensiero punta al 7 dicembre che sarà il Macbeth di Verdi, dobbiamo mettercela tutta e crederci” svela il Maestro Chailly.

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