"A proposito di niente", Woody Allen pubblica l'autobiografia e nega abusi sulla figlia

Spettacolo

Le memorie del regista statunitense escono negli Usa in edizione cartacea e in Italia in e-book. Tra le righe del libro il cineasta si dice ostracizzato nel suo Paese e attacca Mia Farrow, colpevole - secondo lui - di aver plagiato i figli

Il 23 marzo, negli Usa in edizione cartacea e in Italia in e-book, è uscita 'A Proposito di Niente', la tanto attesa autobiografia di Woody Allen. Nelle sue memorie, pubblicate negli Usa da Arcade Publishing dopo la riuncia di Hachette,  il regista statunitense accusa il suo Paese di averlo ostracizzato e si difende dall’accusa di molestie mossegli da Mia Farrow e dalla figlia Dylan. "Mi dispiace aver dovuto dedicare tante pagine alla falsa accusa di cui sono stato vittima – scrive Allen alla fine della sua autobiografia con la sua tagliente ironia - ma la cosa ha portato acqua al mulino dello scrittore, aggiungendo un suggestivo elemento drammatico a una vita altrimenti abbastanza banale". Il regista statunitense spiega di aver raccontato la vicenda all'interno dell'autobiografia "perché nella mia vita ha avuto una parte così drammatica. Spero che darà coraggio alle persone oneste che hanno fatto la scelta giusta schierandosi dalla parte della verità". Il libro, che in Italia è edito da 'La nave di Teseo' dovrebbe essere distribuito in versione cartacea a partire dal 9 aprile (crisi coronavirus permettendo) per ora sarà comunque disponibile nella versione e-book. 

Ai figli sarebbe stato fatto "il lavaggio del cervello"

Nel libro la parte dedicata all’autodifesa occupa uno spazio piuttosto rilevante e dà la possibilità ad Allen di analizzare le ragioni che hanno portato alle accuse nei suoi confronti. Nella ricostruzione del cineasta, dietro l’attacco ci sarebbe Mia Farrow, che avrebbe plagiato la figlia Dylan e il figlio Ronan, quando avevano sette e cinque anni. Nello specifico l’ex compagna del regista avrebbe convinto la figlia di esser stata molestata e il figlio che sarebbe stato cresciuto da un padre – orco. Un attacco architettato per vendicare il tradimento di Allen con la figlia adottiva Soon-Yi Farrow. "La gente crede in quello in cui ha bisogno di credere, per motivi di cui a volte non si rende conto", scrive Woody Allen. Nel libro, il regista cita anche Alan Dershowitz e il suo libro 'Guilt by Accusation', sostenendo che spesso "basta essere accusati per essere ritenuti colpevoli".

La rinuncia del Gruppo Hachette

Negli Stati Uniti l’autobiografia avrebbe dovuto essere pubblicata dal Gruppo Hachette che, però, anche a seguito di una campagna del figlio di Allen, Ronan Satchel Farrow, giornalista e paladino del movimento MeToo, ha deciso di rinunciare restituendo al regista i diritti di pubblicazione. A quel punto Allen ha trovato un accordo con la casa editrice, Arcade Publishing. Quest’ultima, di proprietà dell’editore Skyhorse, è nota per aver pubblicato in passato diversi libri controversi. Nell’autobiografia Woody Allen spiega di sentirsi come "Henry Miller, D.H. Lawrence, James Joyce: artisti il cui lavoro non è accessibile nel proprio Paese e che sono stati costretti, a causa dell'ingiustizia, ad avere il loro pubblico all'estero".

"Non mi interessa come verrò ricordato"

Nel libro il regista articola la sua difesa in modo dettagliato e rigoroso citando molti passaggi del processo con annesse perizie psichiatriche, e 'accusa' l’ipocrisia e la paura di tanti amici e colleghi: "Tanti, nel mondo dello spettacolo, dicevano in privato, a me e ai miei amici, di essere allibiti per l'ingiusto e disgustoso trattamento che ricevevo dai media, e che erano dalla mia parte; ma quando poi si chiedeva loro perché stessero zitti, ammettevano di temere ripercussioni sul lavoro". Infine, con arguzia e umorismo, si dice poco interessato a come verrà ricordato: "Non essendo mai stato interessato a quello che verrà dopo di me, che cosa posso dire? Ho ottantaquattro anni; sono quasi arrivato a metà della mia vita. Alla mia età, ormai ho poco da perdere. Non credendo in un aldilà, non vedo che cosa possa cambiare se verrò ricordato come un regista o come un pedofilo. Chiedo solo - aggiunge in perfetto stile Woody Allen - che le mie ceneri vengano sparse vicino a una farmacia".

Libro dedicato alla moglie Soon-Yi

Nell’autobiografia, oltre all’autodifesa, c’è spazio anche per il racconto di come nascono i suoi film, del rapporto con le sue fobie, e di come l’amore abbia segnato la sua vita. A tal proposito, il regista dedica il libro a Soon-Yi, "la migliore. Pendeva dalle mie labbra e poi mi ha avuto in pugno", e ammette un grande cruccio: "Come riassumere la mia vita? Tanti stupidi errori compensati dalla fortuna. Il mio rimpianto più grande? Che ho avuto milioni per fare film in totale libertà e non ho mai girato un capolavoro".

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