Cinema, gli 88 anni di un mito: Clint Eastwood

Spettacolo
Clint Eastwood è nato il 31 maggio 1930 (Getty Images)
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Una carriera cominciata negli anni Cinquanta con i film western. Poi gli Oscar per la regia e un filone che negli ultimi anni si è fatto sempre più biografico e attinente alla realtà

Dal selvaggio West ai moderni eroi americani. Si potrebbe riassumere così la carriera di Clint Eastwood, un mito di Hollywood che il 31 maggio spegne 88 candeline.  

Gli ultimi film di Eastwood

Una carriera cominciata negli anni Cinquanta e che lo ha visto prima interprete e poi regista per raccontare gli eroi dei nostri tempi, come nel suo ultimo film uscito l'8 febbraio in Italia "Ore 15:17 – Attacco al treno", incentrato sul tentativo di attentato a bordo di un convoglio sulla tratta Parigi-Amsterdam sventato da tre turisti statunitensi nel 2015. Ma Eastwood non si ferma, e sta già lavorando alla sua prossima pellicola, "The Mule", nella quale interpreterà un corriere della droga. Al suo fianco, nel ruolo di co-protagonista – esclusiva di "Variety" – Bradley Cooper. I due avevano già lavorato insieme in "American Sniper".

La biografia di Clint Eastwood

Nato a San Francisco negli anni della Grande Depressione, Eastwood – come si legge nella sua biografia – vive spostandosi da una parte all'altra della costa occidentale Usa, al seguito del padre operaio alla costante ricerca di un impiego, fino a quando la famiglia non si stabilisce a Oakland. In questi anni sviluppa un carattere timido e riservato. A causa dell'arruolamento nell'esercito per la Guerra di Corea (anche se non finirà mai al fronte) non finisce il liceo, e negli anni Cinquanta tenta la carriera cinematografica strappando un contratto alla Universal. Clint esordisce nel 1955, e nei primi anni si ritaglia piccole parti e comparsate. Il primo ruolo da protagonista è nella serie TV western "Gli uomini della prateria", del 1959, grazie alla quale diviene un volto noto al pubblico statunitense. Nella sua vita arriva l'italiano Sergio Leone, che lo vuole come "Uomo senza nome" per la famosa "Trilogia del dollaro": "Per un pugno di dollari" (1964), "Per qualche dollaro in più" (1965) e "Il buono, il brutto e il cattivo" (1966).  

Occhi di ghiaccio e regia

Tra i suoi maggiori successi ci sono "Dove osano le aquile" (1968) e "Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!" (1971), che marca l'inizio del filone d'azione incentrato sui poliziotti dal pugno di ferro. Negli anni Settanta, Clint comincia anche a dirigere – è regista e interprete di pellicole come "Il texano dagli occhi di ghiaccio" (1976) – mentre nel 1979 è solo attore in un altro film cult, "Fuga da Alcatraz" (1979). Negli anni Ottanta, sempre filmato da dietro la macchina da presa, spicca "Bird" (1988) che vale a Eastwood il Golden Globe alla regia. Del 1992 è invece "Gli spietati", che ottiene quattro Oscar (su nove nomination), tra cui quello al miglior regista. Altro suo capolavoro è "I ponti di Madison County" (1995) con Meryl Streep.

La svolta e le simpatie repubblicane

La regia di "Mystic River", con Sean Penn e Kevin Bacon, segna la svolta che proseguirà nel 2004 con "Million Dollar Baby", che vince altri quattro Oscar, due dei quali agli interpreti Hilary Swank e Morgan Freeman. Altre due pellicole storiche, sempre basate su fatti biografici o realmente accaduti, arrivano alla fine del primo decennio del nuovo millennio: "Changelin" (2008) e "Invictus – L'invincibile" (2009). Nel corso della sua vita, Eastwood non ha mai nascosto le sue simpatie repubblicane: impegnato in politica (è stato anche sindaco), negli ultimi anni ha sostenuto apertamente Donald Trump.

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