Venezia 2017, "Una famiglia" di Riso secondo film italiano in gara

Spettacolo

Oggi in proiezione la storia di una coppia criminale che fa figli per venderli. Il soggetto è basato sulle inchieste del procuratore di Grosseto Raffaella Capasso 

“Una famiglia” di Sebastiano Riso è il secondo film italiano proiettato al festival del cinema di Venezia. In scena la storia di una coppia di genitori che fa figli per venderli. Un'alternativa illegale per superare le difficoltà nelle adozioni. Storie crude e tutte vere anche se non vogliamo conoscerle perché ci turbano e ci disgustano. Il regista Riso ne racconta una, ispirata a fatti autentici, documentati con l'aiuto del procuratore di Grosseto, Raffaella Capasso

Il regista: non chiamatelo film sull'utero in affitto

Da questa trama proviene l’etichetta di film “sull’utero in affitto”, rigettata dal regista. "Abbiamo cercato di raccontare il tempo nel nostro Paese", così Riso nella presentazione alla stampa. Riso ha parlato di “Una famiglia” come di un'opera “necessaria”. "E' difficile essere genitori, adottare è complicatissimo, lungo e snervante", ha spiegato Riso. "Se non sei una coppia idonea perché omosessuale come sono io con il mio compagno o se sei single. Ecco così che c'è una enorme richiesta e un conseguente mercato, anche illegale".

Micaela Ramazzotti tra le protagoniste

Micaela Ramazzotti, che nel film recita il ruolo di Maria, la moglie complice e vittima del progetto criminale del marito Vincenzo (Patrick Bruel) si è detta entusiasta del ruolo: “Maria è una madre-bambina che volevo interpretare a tutti i costi, che si abbraccia da sola per farsi forza con quell'uomo che la domina, che è marito, amante, fratello, padrone, carceriere. Maria è schiava di un progetto che non ha deciso ma che ha accettato fino al momento della ribellione”. La pellicola, dopo la proiezione per la stampa, va oggi in concorso e sarà nelle sale dal 28 settembre.

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