Biennale di Venezia 2017, premio alla carriera a Carolee Schneemann  

Spettacolo
L'artista Carolee Schneemann nel 2012 al Tribeca film festival di New York (Getty Images)
GettyImages-Carolee_Schneemann

Sarà attribuito all'artista statunitense il Leone d'oro alla carriera della 57esima Esposizione internazionale d'arte. Il motivo? La promozione dell'importanza del piacere femminile come forma di emancipazione. La consegna avverrà il 13 maggio

Cinquant'anni d'arte e di provocazioni sono valsi a Carolee Schneemann il Leone d'oro alla carriera della 57esima Esposizione internazionale d'arte della Biennale di Venezia, in scena dal 13 maggio al 26 novembre. Cinquant'anni di installazioni, performance, quadri, film di rottura per promuove l'importanza del piacere sensuale femminile ed esaminare le possibilità di emancipazione politica e personale dalle convenzioni sociali ed estetiche predominanti. La decisione è stata presa dal cda della Biennale, su proposta della curatrice della manifestazione, Christine Macel. Il riconoscimento a Carolee Schneemann sarà consegnato sabato 13 maggio 2017 a Venezia.

 

Leone d'oro alla carriera: le motivazioni

L'artista americana, 76 anni, vive e lavora nella Hudson Valley, nello Stato di New York. "È una delle figure più importanti nell'ambito deo sviluppo della performance e della body art”, ha spiegato Paolo Baratta, presidente del cda della Biennale. “È una pioniera della performance femminista dei primi anni Sessanta e ha utilizzato il proprio corpo come materia principale della propria arte. Così facendo l'artista concepisce la donna sia come creatrice sia come parte attiva della creazione stessa. In opposizione alla tradizionale rappresentazione delle donne come semplici oggetti nudi. Il suo stile è diretto, sessuale, liberatorio e autobiografico”.

 

L'arte di Carolee Scheemann

L’opera di Carolee Schneemann inizia nei primi anni Sessanta nel mondo del cinema sperimentale, della musica, della poesia, della danza e degli happenings, caratterizzandosi per i suoi esperimenti nelle tecnologie cinetiche nonché per il piacere di affrontare i tabù della società e di rappresentare il corpo dell’artista in una relazione dinamica con il corpo sociale. Il lavoro di Schneemann mette insieme pittura, disegno, performance, video e installazioni, arrivando a trasformare la definizione stessa di arte, e in particolar modo come questa si declina rispetto al corpo, alla sessualità e al sesso. Performance e opere di forte impatto come il suo film erotico femminista "Fuses" (1968), composto da un collage di immagini esplicite girate dall'artista stessa, che mostrano un rapporto sessuale tra lei e il suo compagno di allora, il compositore James Tenney. O "Interior scroll" (del 1975), una performance in cui la Schneemann, nuda, estrae una pergamena dalla sua vagina. Un’opera emblematica della body art femminista che racchiude le preoccupazioni di natura sessuale, politica ed estetica del movimento. La sfida che Schneemann lancia alle convenzioni sociali continua con l'installazione "Vulva’s morphia" (1992-97), che raccoglie diversi testi, foto, disegni di rappresentazioni scultoree preistoriche di vulve.

 

La storia dei Leoni d'oro

Fin dalla prima edizione nel 1895, la Biennale ha attribuito premi agli artisti partecipanti alle Esposizioni internazionali. Nel 1938 vennero istituiti i Gran premi, che durarono fino al 1968, quando furono aboliti sotto l’urto della contestazione. I Premi sono stati poi ripristinati nel 1986. Il Leone d'oro alla carriera è stato regolarmente assegnato solo dall'edizione del 2003 quando lo vinsero Michelangelo Pistoletto e Carol Rama. Nel 2005 fu la volta di Barbara Kruger, nel 2007 venne dato a Malick Sidibé. Nel 2009 a Yoko Ono e John Baldessari , nel 2011 a Sturtevant e Franz West, nel 2013 a Maria Lassnig e Marisa Merz e nel 2015 a El Anatsui.

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