Retrojam, il sito che ricrea la colonna sonora della vita
SpettacoloBasta inserire la propria data di nascita e questo nuovo servizio web crea all’istante una timeline personalizzata, con tutti i successi discografici che ci hanno accompagnato lungo il corso di studi
La colonna sonora della vita. Le canzoni che andavano per la maggiore dal momento della nostra nascita fino alla fine della carriera scolastica: dalle prime feste delle media fino ai più scatenati party universitari passando per i pomeriggi di studio alle superiori accompagnati dalle melodie preferite. E poi, ancora, i tormentoni dell'estate della maturità e quelli della settimana bianca del liceo. Uno dopo l'altro, ancora una volta. Questo è quel che offre Retrojam, nuovo servizio online, disponibile anche in app per Android e iOs, che ha conquistato in pochi giorni dal debutto la ribalta grazie alla presentazione avvenuta sul popolare sito di social news Reddit. Un servizio semplicissimo ma, anche per questo, divertente che permette di ricostruire quel che l'industria musicale aveva da offrirci – e ci ha abbondantemente propinato – attraverso dischi, cd e radio.
Come funziona – Retrojam si basa esclusivamente sulla data di nascita, che determina poi le diverse playlist che seguono rigorosamente il corso di studi (attenzione, però: quello statunitense). La prima lista è quella dell'anno di nascita, che difficilmente l'utente ha ascoltato se non ad un livello pre-cosciente nel pancione di mamma. Poi si passa alle elementari, e anno dopo anno si arriva fino alla laurea. Ogni playlist è composta da venticinque canzoni e se si ha un account Spotify è anche possibile (ri)ascoltare tutto. In alternativa, il servizio propone i link per scaricare i brani su iTunes.
Critiche e limiti - Nella discussione generata su Reddit, dove il servizio è stato presentato, e poi proseguita nei commenti alle recensioni del servizio su diverse webzine, si alternano apprezzamenti, critiche e suggerimenti. Una delle prime implementazioni possibili è legata al Paese in cui si è cresciuti. È evidente infatti la totale assenza di successi non anglosassoni, le uniche eccezioni alla discografia Usa sono successi di provenienza britannica. Non c'è inoltre alcuna distinzione di genere, quindi le playlist in realtà sono uguali per tutti, l'unica variabile è l'anno di pubblicazione del singolo (e non dell'album), e il successo ottenuto nelle classifiche internazionali e nei passaggi nelle radio a stelle e strisce. Per gli utenti italiani c'è inoltre da considerare la discrepanza tra la durata e la divisione del corso di studi rispetto agli Stati Uniti. Il liceo da noi dura un anno in più e l'università raramente si termina in regola.
Big data - Retrojam è uno dei nuovi servizi basati sull'aggregazione di big data, in questo caso le classifiche di popolarità a partire dal 1950 a oggi. Poco più che un giochino con cui dilettarsi per scoprire come si chiamava in realtà e chi cantava quel brano che abbiamo ascoltato da bambini, e che invece a volte ci ricorda cose che abbiamo dimenticato (magari volutamente). Sono molti però i servizi analoghi che stanno fiorendo, e molto più raffinati, a partire dalle playlist basate sui consumi degli utenti che Spotify ha iniziato a diffondere dopo l'acquisizione degli specialisti di data analisi di Echo Nest.
Come funziona – Retrojam si basa esclusivamente sulla data di nascita, che determina poi le diverse playlist che seguono rigorosamente il corso di studi (attenzione, però: quello statunitense). La prima lista è quella dell'anno di nascita, che difficilmente l'utente ha ascoltato se non ad un livello pre-cosciente nel pancione di mamma. Poi si passa alle elementari, e anno dopo anno si arriva fino alla laurea. Ogni playlist è composta da venticinque canzoni e se si ha un account Spotify è anche possibile (ri)ascoltare tutto. In alternativa, il servizio propone i link per scaricare i brani su iTunes.
Critiche e limiti - Nella discussione generata su Reddit, dove il servizio è stato presentato, e poi proseguita nei commenti alle recensioni del servizio su diverse webzine, si alternano apprezzamenti, critiche e suggerimenti. Una delle prime implementazioni possibili è legata al Paese in cui si è cresciuti. È evidente infatti la totale assenza di successi non anglosassoni, le uniche eccezioni alla discografia Usa sono successi di provenienza britannica. Non c'è inoltre alcuna distinzione di genere, quindi le playlist in realtà sono uguali per tutti, l'unica variabile è l'anno di pubblicazione del singolo (e non dell'album), e il successo ottenuto nelle classifiche internazionali e nei passaggi nelle radio a stelle e strisce. Per gli utenti italiani c'è inoltre da considerare la discrepanza tra la durata e la divisione del corso di studi rispetto agli Stati Uniti. Il liceo da noi dura un anno in più e l'università raramente si termina in regola.
Big data - Retrojam è uno dei nuovi servizi basati sull'aggregazione di big data, in questo caso le classifiche di popolarità a partire dal 1950 a oggi. Poco più che un giochino con cui dilettarsi per scoprire come si chiamava in realtà e chi cantava quel brano che abbiamo ascoltato da bambini, e che invece a volte ci ricorda cose che abbiamo dimenticato (magari volutamente). Sono molti però i servizi analoghi che stanno fiorendo, e molto più raffinati, a partire dalle playlist basate sui consumi degli utenti che Spotify ha iniziato a diffondere dopo l'acquisizione degli specialisti di data analisi di Echo Nest.