
La musica di John Lennon sbarca su Spotify. La discografia completa da solista del genio di Liverpool è sulla celebre piattaforma streaming da martedì 7 ottobre. Ma sono ancora tanti gli artisti che hanno detto no al celebre servizio on demand -

La collezione di Lennon arrivata su Spotify comprende otto album in studio e tre compilation. Presenti quindi anche due dischi fondamentali del Novecento come "Imagine" e "Plastic Ono Band" -

Ma per un John Lennon che sbarca su Spotify ci sono ancora diversi big musicali che restano diffidenti verso lo streaming sul web. Ci sono voluti molti mesi per convincere Bob Dylan, Led Zeppelin e Metallica, inizialmente contrari al servizio -

Altri invece, proprio non ne vogliono sapere. I Beatles sono l'assenza più pesante. tranne qualche registrazione dei primissimi anni '60 e il singolo "Love Me Do/PS. I Love You" non si trova nulla dei Fab Four -

Sul web è possibile trovare la musica dei Beatles solo su iTunes, così come i dischi di George Harrison. Invece Paul McCartney e Ringo Starr hanno dato l'ok alla distribuzione dei propri lavori anche in streaming -

Ha fatto molto scalpore anche la presa di posizione netta di Thom Yorke, leader dei Radiohead, che si è scagliato apertamente contro Spotify. L'accusa è quella di favorire le major e i nomi già noti -

Yorke ha fatto rimuovere l'intero catalogo dei suoi dischi da solista e quello degli Atoms For Peace (supergruppo di cui fa parte). Anche "In Rainbows" dei Radiohead manca all'appello mentre gli altri dischi della band sono invece disponibili -

Gli AC/DC sono da sempre contrari alla distribuzione su Internet. Poi nel 2012 hanno concesso l'intero catalogo per la vendita di download su iTunes. Ancora però non sono arrivati su Spotify -

Peter Gabriel, che nel 1999 fondò uno dei primi servizi di download, non si fida dello streaming. La sua carriera solista è praticamente assente in blocco su Spotify. Del periodo Genesis manca invece il solo "The Lamb Lies Down on Broadway" -

Tra i duri e puri ci sono anche i Tool. La band americana, fedele alla regola dell'album pensato come concept unico e indivisibile, ha deciso di non mettere i propri quattro dischi in streaming e nemmeno in download su iTunes -

L'etichetta indipendente Drag City, contraria allo streaming, ha rimosso i cataloghi dei propri artisti. Ecco spiegate le assenze di nomi cult dell'indie rock come Joanna Newsom, Bonnie "Prince" Billy e Bill Callahan -

Il grande assente italiano è Lucio Battisti. Gli eredi dell'artista hanno imposto un embargo totale e nessuna registrazione originale è presente in streaming -

I Pink Floyd hanno aspettato molti mesi prima di concedere il catalogo a Spotify. Prima di sbarcare sulla piattaforma avevano messo una condizione: che "Wish You Were Here" raggiungesse un milione di ascolti. L'obiettivo fu raggiunto in poche ore -

Molti artisti invece hanno scelto una via di mezzo. Prima lanciano il nuovo album sui più redditizi canali tradizionali e solo dopo alcuni mesi liberano la distribuzione in streaming. Hanno fatto così Adele, Coldplay e i Black Keys -

"Turn Blue" dei Black Keys, uno degli album più attesi del 2014, non è mai arrivato su Spotify. Il duo americano non ha reso disponibile nemmeno i precedenti "El Camino" e "Magic Potion". Altri 5 dischi della band sono invece in catalogo -

I Coldplay hanno reso il loro ultimo lavoro, "Ghost Stories", solo dopo alcuni mesi dall'uscita. Avevano adottato la stessa tattica anche con il precedente disco "Mylo Xyloto", arrivato su Spotify dopo 4 mesi dal lancio -

Un'altra assenza che ha fatto discutere è quella dell'ultimo album di Beyoncé, distribuito in esclusiva su iTunes e assente su Spotify. Il resto della discografia dell'artista è disponibile -