
Musicisti, registi, artisti, designer, musicisti, programmatori sono stati invitati dal Barbican di Londra per la mostra "Digital Revolution", aperta fino al 14 settembre -

"Minimaforms" di Petting Zoo, opera di design sperimentale. Si presenta come tre creature robotiche che interagiscono e simulano la partecipazione con i visitatori attraverso i movimenti, i suoni, le luci e il contatto tattile -

"The Treachery of Sanctuary" di Chris Milk, installazione multi-schermo che invita a esplorare la vita, la morte e la resurrezione attraverso un gioco di ombre -

In occasione della mostra al Barbican, lo studio Seeper ha creato un living wall che permette di "scolpire" forme 3D sugli schermi -

"iMiniskirt" di CuteCircuit. La gonna cambia aspetto a seconda del design scelto da chi lo indossa sullo smartphone -

"Escape III" di Anthony Goh e Neil Mendoza trasforma i cellulari in uccelli interattivi -

Al Barbican anche un’installazione dello studio Framestore che ha vinto il Premio Oscar per gli effetti speciali del film "Inception" -

Opera della sezione DevArt, sponsorizzata da Google per esplorare le nuove frontiere artistiche del codice di programmazione -

Altra opera della sezione DevArt con cui il Barbican e Google vogliono ispirare la prossima generazione di programmatori -

Google ha anche creato una piattaforma online che permette di esplorare le opere di DevArt, seguendo tutto il processo creativo dal concept, agli sketch passando per l’opera realizzata -

"Pyramidi" di will.i.am e Yuri Suzuki: una galleria che esplora le relazioni tra musica analogica e digitale -

"Assemblance" di Umbrellium. Il collettivo noto per gli eventi partecipativi di massa ha realizzato la prima installazione interattiva per interni -

Assemblance" di Umbrellium si presenta come una serie di luci tridimensionali che i visitatori possono manipolare -

“The Year's Midnight" di Rafael Lozano-Hemmer. La mostra resterà aperta fino al 14 settembre 2014 -

Organizzata in sette diverse aree, la mostra presenta anche una sezione Digital Archeology che permette di esplorare le prime forme artistiche digitali degli anni ’70 -

Un videogioco controllato con l’EEG (elettroencefalografia) -