Il capo dello stato israeliano sta cercando di convincere il regista statunitense a girare la prossima pellicola nel suo paese: "La nostra gente è un miscuglio di sfacciataggine e improvvisazione"
Il capo dello stato israeliano Shimon Peres (88 anni) ha fatto ricorso a tutte le sue capacità di seduzione per persuadere il regista statunitense Woody Allen a girare un suo prossimo film a Gerusalemme o a Tel Aviv, dopo aver dedicato la propria attenzione negli ultimi anni a Barcellona, Londra, Parigi e Roma. Il quotidiano Haaretz precisa che alcuni mesi fa Peres ha incontrato Allen negli Stati Uniti e gli ha assicurato che nella "frizzante Tel Aviv" egli si troverebbe completamente a suo agio, come se fosse a New York. Gli israeliani, ha aggiunto Peres, sono "un miscuglio di sfacciataggine e di improvvisazione": dunque un materiale umano abbastanza stimolante per il regista. Haaretz aggiunge che a questi sforzi si sono uniti anche il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat e quello di Tel Aviv, Ron Hulday.
Notoriamente critico della politica dei governi israeliani, Allen non ha preso impegni concreti, rilevando fra l'altro di aver già in programma altri impegni. Un suo portavoce non ha comunque escluso che in un futuro più lontano Allen possa decidere di visitare Israele e verificare se esistano le condizioni per dedicare una propria opera a Gerusalemme o a Tel Aviv. L'ultimo sforzo del regista statunitense, “To Rome with love” è stato proiettato la settimana scorsa all'apertura del Festival annuale della Cinemateca di Gerusalemme. Il pubblico in sala lo ha accolto con grande favore, mentre alcuni critici israeliani non hanno nascosto un netto senso di delusione.
Notoriamente critico della politica dei governi israeliani, Allen non ha preso impegni concreti, rilevando fra l'altro di aver già in programma altri impegni. Un suo portavoce non ha comunque escluso che in un futuro più lontano Allen possa decidere di visitare Israele e verificare se esistano le condizioni per dedicare una propria opera a Gerusalemme o a Tel Aviv. L'ultimo sforzo del regista statunitense, “To Rome with love” è stato proiettato la settimana scorsa all'apertura del Festival annuale della Cinemateca di Gerusalemme. Il pubblico in sala lo ha accolto con grande favore, mentre alcuni critici israeliani non hanno nascosto un netto senso di delusione.