I Sapiens cacciavano scimmie e scoiattoli per conquistare nuove terre

Scienze
Foto di archivio (Getty Images)

Secondo uno studio, migliaia di anni fa l'Homo Sapiens è riuscito a insediarsi in ambienti estremi e inospitali decimando i piccoli mammiferi che li abitavano 

Un altro tassello si aggiunge nella ricostruzione della storia evolutiva dell’uomo e della sua conquista del pianeta Terra. Secondo un gruppo di ricercatori dell'Istituto tedesco Max Planck per la scienza della storia umana, migliaia di anni fa l’Homo Sapiens è riuscito a insediarsi in ambienti estremi e inospitali decimando i piccoli mammiferi che li abitavano, come scimmie e scoiattoli. Per giungere a questa conclusione, descritta sulla rivista Nature Communications, gli esperti hanno esaminato la cava Fa-Hien Lena, un sito dello Sri Lanka risalente a circa 38mila anni fa.

Caccia con piccoli strumenti in pietra e osso

A partire dal tardo Pleistocene, all'incirca tra i 126.000 e gli 11.700 anni fa, i Sapiens lasciarono poco a poco il Continente africano e iniziarono a spostarsi in tutte le terre emerse, colonizzando gli ambienti più disparati. Finora, i paleontologi erano unanimemente concordi nel ritenere le foreste tropicali un ostacolo invalicabile per la diffusione di questi ominidi, ma lo studio del team di ricerca coordinato da Patrick Roberts ipotizza, invece, che i nostri antenati sono riusciti a impossessarsi di questi territori grazie alla caccia di primati di piccola taglia e scoiattoli, condotta utilizzando strumenti in pietra e osso di dimensioni ridotte. Secondo gli autori, infatti, la predazione di questi mammiferi permise ai Sapiens "di insediarsi in ambienti estremi, come lo Sri Lanka, probabilmente non ancora toccati dai loro parenti ominidi”. Quello che i ricercatori non hanno ancora capito sono le strategie di caccia impiegate contro questi animali, un aspetto che andrà sicuramente indagato in futuro.

Il primo disegno dell’Homo Sapiens

La vocazione artistica dell’uomo risale a decine di migliaia di anni fa, come dimostra la più antica testimonianza di un disegno realizzato dal genere umano, scoperta in Sud Africa e risalente ad almeno 73mila anni fa. Il ritrovamento, avvenuto lo scorso anno, è da attribuire all’archeologo italiano Luca Pollarolo, ricercatore dell’Università di Witwatersrand nella città di Johannesburg. Lo studioso si è imbattuto nei frammenti di una roccia che portava alcuni segni colorati, che una volta riordinati hanno mostrato un inedito artefatto realizzato dall’Homo Sapiens.

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