Il test del Dna può aiutare a rilevare prima le malattie infettive

Scienze
Foto di archivio (Getty Images)
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Diverse startup statunitensi stanno sviluppando nuove tecnologie per individuare gli agenti patogeni che fanno ammalare i pazienti 

Stanno prendendo sempre più piedi negli Stati Uniti alcune startup della Silicon Valley che offrono, tra i loro servizi, il sequenziamento del Dna. Sembra, infatti, che l’analisi delle informazioni ricavabili dalla sequenza dei nucleotidi permetta di rintracciare più velocemente le malattie infettive rispetto ai metodi tradizionali usati finora.

Le infezioni lasciano traccia di sé

“Il test si basa sull'idea che le infezioni in qualsiasi parte del corpo lascino dietro di sé tracce del loro materiale genomico", afferma Tim Blauwkamp, co-fondatore di una di queste società, Karius, in una intervista a Wired. L’obiettivo finale è quello di creare vastissime banche dati che raccolgano tutte queste “tracce” e che permettano in futuro di individuare subito gli agenti patogeni che fanno ammalare l’uomo. E questo non solo a beneficio dei pazienti, ma attraverso cure preventive, tutta la popolazione potrebbe evitare molte infezioni. Il rischio, però, è quello di alimentare un pericoloso aumento della resistenza degli agenti patogeni agli antibiotici: solo negli Usa le infezioni resistenti ai farmaci uccidono 23 mila persone l’anno.

Molti agenti patogeni, un solo 'colpevole'

Già numerosi ospedali statunitensi si stanno rivolgendo a società come la Karius e parallelamente al progresso nella ricerca, anche l’industria tecnologica si sta muovendo per rendere i macchinari necessari più accessibili. Non tutti però sono sicuri che questi esami da soli bastino per una diagnosi completa. "C'è un problema di fondo con questi approcci, che sta nell’ambiente: sia che si tratti di un campione di sangue o di una padella, all’interno è sempre presente molto Dna morto", afferma Jack Gilbert, direttore del Microbiome Center dell'Università di Chicago. Inoltre, potrebbero esserci molti agenti patogeni che vagano per il sangue in un dato momento, e solo uno è il colpevole: “Solo perché si può dire quale Dna è presente non significa che si possano identificare i rischi specifici per una popolazione o un singolo paziente”.

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