Risolto il mistero dell'esagono di Saturno: lo studio

Scienze
NASA/JPL-Caltech/SSI/Hampton University

Si tratta di un sistema di almeno sette strati di nebbia, che si estende dalle nubi del pianeta fino a più di 300 chilometri di altitudine. A dirlo è una ricerca degli esperti di planetologia dell’Università dei Paesi Baschi-Bilbao

Cassini–Huygens è stata una missione robotica interplanetaria congiunta che ha visto coinvolte la Nasa, l’European Space Agency (Esa) e L’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), lanciata il 15 ottobre 1997 con il compito di studiare il sistema di Saturno, comprese le sue lune e i suoi anelli. A poco più di due anni e mezzo dalla conclusione, avvenuta il 15 settembre 2017 con il rientro nell'atmosfera di Saturno e conseguente distruzione della sonda, la missione Cassini è tornata a far parlare di sé, grazie ad nuovo studio dedicato al cosiddetto “esagono” di Saturno. Prodotto dal gruppo di planetologia dell’Università dei Paesi Baschi-Bilbao, coordinato da Agustín Sánchez-Lavega, il lavoro di ricerca è stato pubblicato sulla rivista “Nature Communications” e si basa su una serie di immagini ad alta risoluzione che la sonda Cassini ha realizzato nel 2015 con la sua fotocamera principale.

Cos’è l’esagono

L’atmosfera di Saturno è composta principalmente da idrogeno, come spiega nel dettaglio anche un articolo pubblicato sul portale “Global Science”, gestito dall’Asi. Essa presenta una differente varietà di fenomeni meteorologici tra cui proprio quello che gli astronomi hanno definito “esagono”. Si tratta di una struttura formata da nuvole, tipica dell’area del polo nord di Saturno, che era già stata individuata per la prima volta nel 1980 dalle sonde Voyager 1 e 2 della Nasa, per poi essere monitorata negli anni. Questa particolare struttura risulta essere, dicono i ricercatori spagnoli, "un sistema di almeno sette strati di nebbia, che si estende dalle nubi del pianeta fino a più di 300 chilometri di altitudine”. Ognuno di questi strati ha uno spessore compreso fra 7 e 18 chilometri ed è probabilmente formato da particelle ghiacciate di idrocarburi, tra cui l’acetilene, il propano o il butano. In sostanza, affermano gli autori della ricerca, "l’esagono è una struttura di onde atmosferiche che sembra rimanere statica, ruotando insieme al pianeta senza mai scomporsi”.

L’ausilio di Hubble

Gli esperti si sono serviti delle immagini di Cassini e, per analizzarle al meglio scoprendo la composizione chimica dell’area, il gruppo di lavoro ha impiegato filtri di diverse colorazioni, dall’ultravioletto al vicino infrarosso. Le foto della sonda sono state integrate, quindi, con altre prodotte dal telescopio Hubble da una diversa angolazione. Grazie a questo connubio gli esperti hanno potuto capire come la nebbia in questione sia multistratificata (con almeno sette fasce) e si estenda in altezza per oltre 300 chilometri. Strutture simili sono state scoperte anche su altri corpi celesti, tra cui ad esempio Titano e Plutone, ma nessuna di queste è simile a quella presente su Saturno.

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