Debutta il telescopio spaziale italiano Fly Eye: cercherà asteroidi

Scienze
Grazie al telescopio Fly Eye anche l'Europa avrà il proprio sistema per scoprire gli asteroidi (Getty Images)

Lo strumento utilizzerà delle telecamere a ottiche multiple per rilevare automaticamente gli asteroidi che potrebbero colpire la Terra. Nel 2021 sarà installato sul Monte Mufara, in Sicilia 

L’Agenzia spaziale italiana (Asi) ha presentato il nuovo telescopio Fly Eye negli stabilimenti di OHB Italia a Turate, in provincia di Como. Durante l’evento Ettore Perozzi, responsabile dell’ufficio per la sorveglianza spaziale dell’Asi, ha ricordato i primati dell’Italia nello studio dei corpi celesti. L’esperto ha spiegato che nel 1801 l’astronomo Giuseppe Piazzi fu il primo a scoprire l’esistenza degli asteroidi e che le ricerche di Andrea Milani, ricercatore dell’Università di Pisa, hanno permesso di ideare il primo sistema di monitoraggio, copiato persino dalla Nasa. Il nuovo telescopio Fly Eye utilizzerà delle telecamere a ottiche multiple per rilevare automaticamente gli asteroidi che potrebbero colpire la Terra. “Fly Eye sarà installato sul Monte Mufara, in Sicilia, a pochi chilometri dall'osservatorio astronomico di Palermo dove Piazzi osservò il primo asteroide: una scelta che in un certo senso rivivifica la tradizione della Sicilia come luogo di scoperta e studio degli asteroidi", spiega Perozzi.

La nascita di Fly Eye

“Grazie al contributo di Andrea Milani, nel 1999 è diventato operativo il sistema NEODyS, capace di calcolare le orbite degli oggetti vicini alla Terra come gli asteroidi per valutarne il rischio di impatto", ricorda Ettore Perozzi parlando dei progressi che hanno portato all’ideazione di Fly Eye. La nascita del programma ‘Space situational awareness’, avvenuta nel 2009, ha spinto l’Agenzia spaziale italiana a valorizzare la ricerca svolta a livello universitario per portarla a sistema. “In questo modo è nato il centro di coordinamento degli oggetti vicini alla Terra (Ssa-Neo) presso l’Esrin (Centro europeo per l’osservazione della Terra) di Frascati, che ha raccolto l’eredità di NEODyS”, prosegue Perozzi. "Oltre che monitorare gli asteroidi, però, era necessario anche scoprirli, come hanno iniziato a fare le reti di telescopi statunitensi: oggi l'Europa colma finalmente questa lacuna grazie a Fly Eye, uno strumento innovativo frutto dell'innovazione italiana". Nel 2021 Fly Eye sarà installato in Sicilia: il suo utilizzo permetterà agli esperti di capire quali miglioramenti sarà necessario apportare al prototipo. Perozzi spiega che l’Asi si è candidata ad accogliere l’enorme flusso di informazioni prodotto dal telescopio nel suo centro di gestione dati astronomici a Roma.

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