Mononucleosi: sintomi, cura e contagio

Salute e Benessere
Dottore (Getty Images)

È provocata dal virus Epstein-Barr, che si trasmette tramite la saliva. Si manifesta inizialmente con un mal di gola improvviso, a cui si aggiungono febbre, stanchezza e dolore e ingrossamento dei linfonodi del collo, delle ascelle e dell’inguine

In un recente annuncio, Justin Bieber, nota popstar canadese, ha svelato di essere affetto dalla mononucleosi e dalla malattia di Lyme, di cui ha sofferto anche la famosa cantante Avirl Lavigne. Ma cos’è la cosiddetta “malattia del bacio”?
È una patologia provocata dal virus Epstein-Barr (EBV), che si trasmette tramite la saliva dei soggetti con un’infezione in fase attiva.
L’infezione, come riporta il portale ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità, è molto comune: nei Paesi in via di sviluppo, dove la sua diagnosi viene spesso confusa con altre tipologie di infezioni, viene contratta frequentemente dai bimbi in età pediatrica; in quelli industrializzati, invece, colpisce soprattutto i giovani di età compresa tra i 15 e i 30 anni.
Tra le modalità di contagio, la mononucleosi può essere trasmessa non solo attraverso il bacio, ma anche tramite la condivisione di bottiglie e bicchieri e attraverso le gocce di saliva emesse quando si starnutisce o con i colpi di tosse.
Per diagnosticarla è necessario sottoporsi a delle analisi di laboratorio e nello specifico all’esame emocromocitometrico, che fornisce indicazioni dettagliate sulle cellule presenti nel sangue, globuli bianchi e rossi compresi. Gli accertamenti clinici andranno alla ricerca degli anticorpi di classe IgM, che evidenziano la presenza di un’infezione in corso, e quelli di classe IgG, contro gli antigeni del virus di Epstein-Barr.

Sintomi

I pazienti che ne sono affetti generalmente lamentano come sintomo iniziale un mal di gola improvviso, scientificamente denominato faringite acuta e notano la presenza di un arrossamento e di un patina di colorazione grigio-biancastra sull’arco tonsillare.
La sintomatologia iniziale spesso viene confusa con la contrazione di infezioni batteriche da streptococco e da stafilococco.
Con il passare dei giorni, al mal di gola si aggiungono la febbre, la stanchezza e l’indolenzimento e ingrossamento dei linfonodi del collo, delle ascelle e dell’inguine.
I disturbi legati alla mononucleosi generalmente perdurano per qualche settimana o mese per poi scomparire gradualmente.
In un terzo dei casi i pazienti lamentano dolori addominali, dovuti alla compromissione della milza e del fegato.
Talvolta il rigonfiamento della milza determina la rottura dell’organo e la conseguente emorragia interna. Quando si verifica questa complicanza i pazienti manifestano generalmente un dolore particolarmente acuto nella parte sinistra dell’addome e accusano una forte stanchezza, provocata dalla perdita di sangue all’interno della cavità addominale. In questi casi particolarmente gravi, seppur poco frequenti, talvolta è necessario intervenire chirurgicamente per bloccare l’emorragia.
Il coinvolgimento del fegato, invece, è spesso associato a un leggero ingiallimento della pelle, chiamato in termini tecnici ittero.

Contagio

La mononucleosi, come anticipato precedentemente, si trasmette tramite la saliva dei soggetti con un’infezione in fase attiva.
Il contagio può avvenire tramite il bacio, attraverso le gocce di saliva emesse con lo starnuto o con i colpi di tosse, ma anche tramite l’utilizzo di bicchieri, bottiglie, stoviglie e posate utilizzati in famiglia, ma anche nei ristoranti e nelle mense.
Il virus può essere trasmesso anche utilizzando lo spazzolino o oggetti per l’igiene personale, e tramite giocattoli condivisi nel caso di bambini.

Terapia

Non esistono trattamenti specifici contro la mononucleosi, in quanto i medicinali antivirali che agiscono contro i virus erpici non hanno alcun effetto contro il virus Epstein-Barr (EBV).
Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità raccomandano ai pazienti affetti dalla patologia di stare a letto e di seguire un piano alimentare particolarmente leggero, utile per evitare eventuali ripercussioni sul fegato. Nel caso in cui i sintomi siano particolarmente debilitanti è consigliata l’assunzione di antinfiammatori, utili sia per abbassare la temperatura corporea che per alleviare i dolori.
Sono da evitare gli antibiotici, spesso prescritti erroneamente quando la sintomatologia viene associata ad altre patologie, in quanto, oltre a non essere efficaci contro i virus, potrebbero scatenare delle reazioni allergiche.
Nel casi in cui vengono coinvolti la milza o il sistema nervoso, gli esperti raccomandano l’assunzione di farmaci corticosteroidi.

Prevenzione

Nonostante sia difficile prevenire il contagio, è opportuno che chi ne è affetto o presenta dei sintomi ad essa riconducibili eviti di condividere le proprie stoviglie e bicchieri o di baciare il proprio partner.
Gli esperti raccomandano ai pazienti di stare nella propria abitazione durante tutto il periodo in cui lamentano i sintomi.

Salute e benessere: Più letti